Dall'America, Giulia

Un giro in bicicletta nella capitale dell'Alabama

Montgomery città universitaria dalle grandi strade deserte

di Giulia Bartolini

Un giro in bicicletta nella capitale dell'Alabama

Cara zia,

è curioso vedere quanto spesso l'abito non faccia il monaco e quanto invece  la città, lo stato possano fare il cittadino. Arrivata in Alabama da soli quattro giorni, pur stando nella capitale, Montgomery, anche città universitaria, io, italiana fino al midollo e orgogliosa di esserlo, non mi sento a casa.

Tutto ciò che può affascinare del nuovo mondo, le dimensioni, il diverso, tutta la novità che il primo giorno ti annienta e ti sorprende, ti affascina e attira sento che già comincia a scomparire soppiantato dai ricordi di città Europee con centri storici affollati e rumorosi, il calore di piccole locande di qualità, i sorrisi del fioraio di famiglia, quelli del panettiere, un tabacchi in più qua e là, un ristorante non di massa, un fast food in meno.

Non si tratta di semplice romanticismo da vecchia italietta. Il mondo è mondo, ormai, il capitalismo è capitalismo. Sono la prima ad ammettere di essermi innamorata di una città come New York, di aver guardato con meraviglia Manhattan, di averla sognata fervidamente, di aver ammirato Boston e la costa orientale degli USA cercando quell'Oceano che in italia sogni soltanto; di aver vagato per il Canada ritrovando un po' di quella Francia americana così pittoresca, di averla ammirata a Quebec City, a Montreal, di aver visto il Canada americano di Toronto, di aver trattenuto il fiato di fronte alle cascate del Niagara, alle enormi distanze, allo spazio che meravigliò chi chiamò questo luogo "Nuovo Mondo".

Mondo perché è un'altra realtà. Eppure, nonostante tutto lo stupore, la meraviglia, la curiosità, arrivata qua in Alabama ho visto quell'America davanti a cui non si trattiene il fiato ma si abbassa la testa.

Strade gigantesche circondate da supermercati e mall, non un centro, non una vita notturna, niente storia testimoniata da monumenti che proiettino qualche ombra sulle strade assolate, appena lo strascico di una guerra di secessione in cui il razzismo dei sudisti, sconfitto dalle armi è sopravvissuto negli animi e ha avuto la meglio fino a pochi decenni fa.

Anni di secessione  ancora vivi in un apartheid non più costretto né voluto ma sempre esistito per quieto vivere: supermercati in cui la maggior parte della clientela è bianca o viceversa nera; commessi per lo più neri, poiché fanno parte della fascia più povera della popolazione, il ricordo di una lotta lontana di un Luther King  di cui noi europei conoscevamo di sfuggita le imprese.

E poi? Cos'è l'Alabama? Sole e pioggia che si alternano senza condizioni, freddo e caldo nella stessa giornata, il cielo limpido sconvolto dopo due ore da un uragano che passa di sfuggita: Un'immensa landa in cui la natura ancora prevale a farci vedere che non potremo mai fare più di tanto, che guarderemo sempre più il sole, il cielo e la terra, piuttosto che il cemento. Americani che vivono in casa (difficile vedere qualcuno per strada), la macchina, unico mezzo di locomozione in questi posti, con queste distanze. 

Saremo abituati male noi, mi chiedo? E' forse questo il futuro? 

"Non c'è nulla di male" mi dico.

 Eppure facendo un giro in bici per questi stradoni per andare in uno di questi giganteschi supermercati mi dico che forse c'è qualcosa di triste.

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    3 commenti per questo articolo

  • Inserito da pellerossa il 13/03/2012 14:29:52

    A proposito di problemi razziali, non ti sei accorta di averli in casa ? Perche' non ti documenti dul Muro di Padova http://it.wikipedia.org/wiki/Muro_di_Padova oppure i cartelli con "Vietato l'ingresso ai neri" http://mattinopadova.gelocal.it/regione/2008/10/21/news/vietato-l-ingresso-ai-negri-1.1187392 Negli US gli autori di tali gesti razzisti non se la passerebbero liscia, perche' l'ACLU o il SPLC non ne avrebbero pieta'. Appunto documentati e approfondisci. La questione razziale negli USA non e' quella che vedi nei supermercati.

  • Inserito da Pellerossa il 13/03/2012 14:15:12

    Carissima aspirante giornalista, la tua comprensione dell'America di New York e della costa orientale degli USA e' tanto superficiale quanto la tua comprensione dell'Alabama e dell'America del Sud. I problemi razziali esistono nel nord come nel sud, eppure non ti sei accorta che nelle scuole come negli uffici e nelle arti nel Sud degli US le varie razze si mescolano e convivono con molta serenita'. Molte sono le coppie interraziali anche nel sud e molti sono i neri in ruoli manageriali anche nel sud. Ma tu non vivi nel Sud e non ne hai idea. E' il fattore economico la discriminante sociale vera. Ma le opportunita' professionali oggi sono aperte a tutti negli USA, cosa ancora impensabile in Italia. Ti ricordi la Condoleeza Rice ? Segretario di Stato USA nell'aministrazione di G.W. Bush ? Beh, donna nera e di Birmingham, AL. Collin Powell, segretario di stato USA prima della Rice, nero, nato ad Harlem, cresciuto nel South Bronx, da genitori giamaicani immigrati. Ti sei accorta che il presidente Obama e' nero ? Ti sei fatta un giro in bici e sei andata al supermercato e ti sembra di poter bollare cosi' il Sud degli US ? Le metropoli di New York, Boston non rappresentano che una piccolissima percentuale dell'America. Il resto e' piu' o meno come in Alabama. Cosi' come Roma o Milano non sono tutta l'Italia ... Apri gli occhi e guarda piu' in profondita', non fermarti alla superficie. Speriamo che prima che qualcuno ti offra un posto da giornalista, tu abbia il tempo di maturare una profondita' intellettuale adaguata al ruolo, oppure sarai un'altra di quelle voci che non emergono dalle conversazioni trite e ripetitive di tanto giornalismo spazzatura buono neppure per i tabloid.

  • Inserito da Corsaro Nero il 19/12/2011 12:19:53

    Basta parlare con qualche europeo che è vissuto negli States per capire come questi rappresentino l'Anti-Civiltà

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