Stop ai cellulari mentre si guida

Gli americani sì che fanno rispettare i regolamenti

Il vero Far West oggi è in Italia, dove chiunque parla al telefonino a disprezzo della sicurezza stradalese in auto

di Steve Remington

Gli americani sì che fanno rispettare i regolamenti

Un' automobilista!

E sì, gente seria – a volte però- ‘sti americani. Perché quando è troppo è troppo. Mica come qui da noi, dove superare il limite è la regola e non l’eccezione. E quando si parla di limiti superati, molto spesso, s’intendono leggi e regolamenti. Insomma il Far West americano di una volta lo siamo diventati noi, mentre loro gli americani, si sono trasformati nei signori dei divieti e del diritto. Un po’ come se la prospettiva si fosse trasformata.

L’ultima in ordine di tempo riguarda i cellulari, diventati la protesi di un italiano su due, soprattutto quando guida. I componenti dell’ente per la sicurezza stradale americana, la National Trasportation Safety Board (Ntsf), hanno deciso di dire  basta all’uso del cellulare in auto. Parlare a telefono mentre si guida, o addirittura inviare sms, provoca gravissimi rischi alla sicurezza stradale. Lo stesso discorso vale anche se si usa l’auricolare: sono tutte pratiche che andrebbero vietate.

Secondo l’Ntsf sono troppi gli incidenti che hanno come causa primaria un sms o una conversazione sul telefonino.

Già da anni la Ntsf ha progressivamente inasprito le sue “raccomandazioni” riguardo alle modifiche o aggiornamenti del codice stradale, che non hanno forza di legge, ma che puntano a condizionare le autorità di ogni singolo Stato. Tentativi spesso vani: la prima a rendersene conto è la stessa presidente della Ntsf, Deborah Hersman che ha definito questa raccomandazione «difficile ma giusta». Fino ad ora hanno chiesto che il divieto venisse applicato ai neo-patentati, agli autisti di scuolabus e di camion. Ora, si raccomandano che il bando sia esteso a tutti gli automobilisti. Al contempo, il Ntsb suggerisce, però, di favorire l’acquisto di particolari apparecchi bluetooth, di cui alcune auto sono peraltro già dotate, che bloccano automaticamente chiamate o messaggini in entrata sui telefoni di chi è alla guida, inviando allo stesso tempo un messaggio per informare che il guidatore risponderà o richiamerà appena sarà possibile. La Ntsb sarebbe arrivata a questo punto in seguito alle conclusioni delle indagini su un maxi-tamponamento, in cui sono stati coinvolti anche due scuolabus, che nell’agosto dello scorso ha provocato due vittime e 38 feriti. Gli inquirenti hanno appurato che a causare quel disastro era stata una ragazza di 19 anni che mentre era in auto, inviava e riceveva messaggini a tutto spiano. Secondo quanto è emerso negli 11 minuti prima dell'incidente, nel suo telefono ne sono registrati cinque in entrata e sei in uscita. Secondo uno studio della Virginia Tech Transportation Institute, mandare sms mentre si guida aumenta di ben 23 volte il rischio di incidenti stradali. Questa brutta abitudine, infatti, fa sì che si perde d’occhio la strada per almeno cinque secondi. Ed è proprio in questo lasso di tempo che avvengono tantissimi incidenti. Malgrado le raccomandazioni della Ntsb, al momento in ben 36 stati americani è permesso scambiarsi sms mentre si è alla guida. Tra questi la California, la Louisiana e il New Jersey. La stragrande maggioranza degli americani è consapevole di questa emergenza: secondo un recente sondaggio l'87% ritiene l'invio degli sms la minaccia «più seria» alla sicurezza stradale, una cifra impressionante. Basti pensare che più o meno la stessa percentuale di americani, circa il 90%, crede che il fattore di rischio più rilevante sia lo stato di ubriachezza del conducente. Tuttavia scambiarsi sms in auto resta un'abitudine molto diffusa negli Usa: secondo lo stesso sondaggio, su un campione di 2501 automobilisti, il 95% di loro definisce «inaccettabile» o messaggo al volante, ma il 21% dello stesso campione ammette di averlo fatto di recente. Tra loro, la metà ha tra i 16 e i 24 anni, mentre la percentuale di imprudenti scende al 35% nella fascia tra i 35 e i 44 anni. Domanda semplice semplice: prima o poi arriverà anche da noi lo stop ai telefonini mentre si guida, oppure dovremo prima raccontare di un maxi incidente con morti  e feriti e poi, dopo le lacrime di coccodrillo correre ai ripari? Ma solo un po’, altrimenti che Far West d’Italia sarebbe?  


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