Le navi da crociera a Venezia

No-Nav, come trasformare una sacrosanta protesta contro lo sfregio estetico, in una buffonata

Gi alveari galleggianti che deturpano e mettono a rischio la città più bella e fragile del mondo subiscono il boicottaggio di un gruppo organizzato che sbaglia bersaglio e se la prende con i turisti scambiandoli per capitalisti!

di Simonetta  Bartolini

No-Nav, come trasformare una sacrosanta protesta contro lo sfregio estetico, in una buffonata

Non si possono permettere stupri estetici di questo genere

Dopo la protesta no-Tav arriva la no-Nav. La prima riguarda, come tutti sanno, la costruzione della ferrovia per treni veloci che collega l'Europa passando anche per l'Italia. Essa indubbiamente rovina il territorio, ma permette al nostro paese essere soggetto partecipe e non marginale nel grande "gioco" dei collegamenti fra est e ovest del continente, con i vantaggi che ne conseguono.

La no-Nav riguarda invece le grandi navi da crociera che, con la scusa di caricare turisti veneziani, si addentrano con la loro insopportabile stazza fra le trine e i ricami architettonici della città più fragile e preziosa del mondo.

Tutti abbiamo negli occhi il disastro di Genova, con quella sciagurata manovra che (non si sa ancora se per imperizia o sfortuna o guasto) ha mandato una nave mercantile a "urtare" la torre di controllo distruggendola insieme a 9 vite.

Tutti possiamo ancora vedere la Concordia adagiata sul fianco di fronte all'isola del Giglio, a causa della disastrosa manovra che l'ha fatta finire su uno scoglio.

E allora viene da chiedersi che ci fanno quei mostri del mare presso i canali veneziani?

Che necessità c'è di portare i turisti fra antichi e fragili palazzi come nel nord si portano fra i fiordi norvegesi?

Venezia non è una bellezza naturale invisibile altrimenti, Venezia è una splendida antica città costruita sull'acqua, e per vederla basta girare fra le sue calli, i suoi ponti, i suoi canali. Si può farlo a piedi, in gondola, in vaporetto, o con un acquataxi. Il canal Grande, a dispetto del nome, rispetto alle grandi navi da crociera è come un viottolo impraticabile se non a piedi.

Ovviamente quei mostri galleggianti non entrano nel Canal Grande, ma passano abbastanza, troppo vicino ad esso e alla meravigliosa Pazza San Marco. Quante foto ritraggono la prospettiva del gotico fiorito della città lagunare schiacciata sulla sagoma del multicondominio navigante!

Ha ragione il sottosegretario Borletti, uno sfregio estetico insopportabile; come ha ragione l'ex- sindaco Cacciari che ha lanciato l'allarme per le vibrazioni prodotte da quelle montagne di ferraglia a bagnomaria mosse da motori dalla potenza inimmaginabile.

Avrebbero quindi ragione tutti coloro che hanno allestito la nuova protesta no- Nav, se la loro preoccupazione fosse per la fragilità della città, se la loro preoccupazione fosse lo sfregio estetico. Condivideremmo la protesta, saremmo almeno in spirito, senz'altro idealmente, al loro fianco sui gommoni e barchini.

Purtroppo l'Italia è il luogo dei deliri politici che si sovrappongono alle giuste proteste civili, delle sciocchezze ideologiche che fanno aggio sulle rivendicazioni di buon senso.

Così la protesta dei no-Nav -invece di scatenarsi contro gli armatori che per fare vedere da vicino la città a pigri turisti inebetiti dal cibo mettono a rischio la bella Venezia-  si è scatenata contro quelli che hanno definito capitalisti da cacciare fuori a pedate.

È chi sarebbero questi capitalisti? Quegli sciagurati, che a migliaia, come polli da batteria, si adattano  a vivere per una settimana o giù di lì in una scomoda città galleggiante, un multicondominio del mare.

Quei proletari della vacanza finto chic che pur di dire che hanno fatto una crociera (antica forma di viaggio raffinata e costosa)

si adattano a intrupparsi con centinaia e centinaia di loro simili in spazi angusti, ma con tante discoteche, troppi buffet, un numero impressionante di centri commerciali.

Ormai fare una vacanza su siffatte navi da crociera è più o meno come risiedere per il tempo prescelto in uno dei tanti detestabili alveari dell'edilizia popolare moderna. Un po' come se si mettessero in acqua le vele di Scampia al netto del degrado, anzi con una luccicante verniciatura di finta ricchezza! E ovviamente i prezzi sono proporzionati: popolari, alla portata di quasi tutti, almeno di tutti quelli che arrivano alla quarta settimana.

È allora cosa diavolo dicono i no-Nav? Cosa c'entrano i capitalisti, con quel popolo in ciabatte e canottiere sudaticce (ma con l'abitino da disco in valigia), più interessato ai buffet senza orario che al panorama (ma poi potranno fare vedere le foto di piazza San Marco vicina un tanto così!)?

Non si tratta di capitalismo, non si tratta di ricconi devastatori, ma molto peggio di turismo selvaggio massificato che gli armatori sfruttano intensamente.

È il loro mestiere lo facciano pure, ma lontani da Venezia!  I no-Nav aggiustino il tiro e protestino contro le persone giuste! 

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da bea il 10/06/2013 18:14:22

    Sono nel gruppo "Fuori maxinavi....", ho firmato tutti gli appelli. Sono stata a Venezia quando arrivava una crociera, era terribile, spaventoso. Ero in un ristorante alla piazza, ci fu una vibrazione di finestre. E' anche un pericolo per le case vicine, hanno racconato veneziani che avevo chiesti, che vibrano anche i muri... Una cosa incredibile, da impedire ad ogni costo. Sto in pieno con i manifestanti. E quelli turisti, che prendono un bicchiere di vino a 3 €, un pasto di spaghetti a 8€ (forsé 10), poi girano un po' - e via. Non può essere il grande guardagno di quelli che gestiscono un bar, un ristorante. Turisti veloci, che non significano un gran'che per Venezia! E non parlare dell'inquinamento dell'acqua, dell'aria.....

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