Diciannovenne chiama...

Desidero la libertà ma non la capisco

Il mondo intorno a me non mi dà risposte , non chiedo di trovarle ma almeno dove cercarle

di Giulia Bartolini

Desidero la libertà ma non la capisco

Cara zia, pensavo a quel legame così curioso eppure imprescindibile tra libertà e necessario senso di civiltà.

Desidero la libertà come ogni singolo essere umano eppure non ne comprendo il vero contenuto, non ne so dare una definizione assoluta. Persa tra barlumi di verità che ogni tanto mi sembra di poter vagamente afferrare (sottolineerei il sembra) non riesco a vedere l'anarchia come soluzione in un mondo libero, eppure forse neanche la democrazia (non la nostra almeno, non quella italiana).

Come prendere la democrazia ad esempio in uno stato in cui manca una meritocrazia di base che la consenta, un senso della giustizia che sia estraneo alla corruzione, all’interesse privato, a quello individuale? come parlare di libertà dunque nel frangente della nostra democrazia?

Una democrazia basata su un lavoro spesso mal retribuito, su di una repubblica di valori scemati sulle spalle di partiti che non hanno più una forma definita, ma che vagano ormai “tratteggiati” tra le macerie di una politica che non esiste, di uno stato non più basato su ideali e grandi discorsi, ma che necessita esclusivamente di un governo tecnico? Di veri e propri “robot”, senza togliere nulla alle loro competenze?

Non ho nulla contro il governo tecnico, ma la nostra non è più un’Italia di ideali, e così mi chiedo se ci sia ancora qualcuno che ne sogna quando gli altri non lo guardano.

Mi chiedo a cosa ci si riferisca allora quando si parla di libertà, quale sia la libertà tanto agognata dall'uomo; quella bramata dall'inizio dei tempi, quella per cui sono state scalate vette, fatte rivoluzioni, sconvolto ere.

Dove cercarla? (Perché di trovarla certo non parleremo). Quella corsa selvaggia in mezzo ad un mondo privo di confini, in cui l'unico limite è il cielo, è forse la giusta metafora da associare al nostro ideale preferito? E come pretenderla se i recinti li abbiamo innalzati noi, come pretenderla quando conquista e possesso, quando la stessa legge del più forte sono stati sempre ovvia e comprensibile parte dell'essere umano?

Non credo in chi inneggia a questa libertà senza tale consapevolezza, ci sono dei limiti, ci sono delle regole, eppure quanta voglia ho di inneggiare ad essa anch'io, di combattere in nome di essa. “Non mangiare quella mela, peccherai “, '”non uccidere tuo fratello, verrai maledetto”,  “non rubare, non far del male,non...”

Scelte. La libertà è scelta? che uno sia credente o meno la stessa religione cristiana ci presenta quello che è sempre stato il clichè umano, errare scegliendo.

È dunque libero? Non so più se credere al libero arbitrio o se lasciar agire un destino stereotipato che faccia navigare la mia vita in acque oscure.

Ho detto, ho urlato: “Addio mio credo eterno, addio miei eterni ideali, io non credo”.  Ma poi sono crollata di fronte ad un mondo che mi avrebbe distrutto se non avessi voluto, desiderato almeno la libertà. Forse non inneggerò ad una libertà assoluta finché potrò essere, finché potrò vivere. Il mio poter esistere, l'esplosione di questa vita sarà la mia libertà. Non credo in alti ideali, o vi credo perché credo nell'essere umano. Esso è principio. Basterà?

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