Procuratore canaglia nel Maine

Vladek Filler, perseguitato dall'avv. Mary Kellet

Vale la pena ricordare i tanti casi d’ ingiustizia che avvengono anche nel nostro Paese

di  Totalità

Vladek Filler, perseguitato dall'avv. Mary Kellet

Mary N. Kellet

Un procuratore degli Stati Uniti è diventata tristemente nota per aver corrotto uno o più processi legali, mandando in prigione persone innocenti.

Mary N. Kellet è così audace nella sua pessima condotta legale che ora c'è un grande numero di persone che vogliono vederla radiata dall’albo. I cittadini, se capiscono che il sistema giuridico sbatte in carcere persone incolpevoli a vantaggio di altre potenti e conosciute, se le accuse risultano false e tendenziose, si ribellano e si muovono affinché ciò non possa più succedere.

 

Ci sono volte che scuotiamo il capo per le ingiustizie nel mondo. A volte sembra essere tutto quello che possiamo fare. E così con i tanti problemi che ci circondano e la loro spesso sistemica, intrattabile natura da cui derivano, può essere difficile scegliere quale battaglia sociale abbracciare, a favore di chi e quando. A causa di questo abbiamo sempre più popolazioni di scuotitori di testa, preoccupati per una serie d’ingiustizie, che spesso non sanno dove andare o cosa fare per risolverle.

Con questo in mente ho l'opportunità, proprio qui e ora, a faccia in giù sulla tastiera, di evidenziare una terribile ingiustizia, il male assoluto, in corso nello stato del Maine.

Vladek Filler sta per affrontare il processo per la seconda volta con l'accusa di violenza carnale verso la moglie, Ligia. E’ stato portato in giudizio la prima volta dal procuratore di Bar Harbor Mary N. Kellett, che ha cercato di imprigionare il sig. Filler nonostante lei non avesse alcuna prova scientificamente o giuridicamente riconosciuta, e nonostante il fatto che l’ accusatore Ligia Filler, avesse dimostrato varie volte di essere una donna estremamente violenta, una bugiarda accertata per le false accuse contro il marito. Ligia ha anche più volte aggredito i figli e il consorte, riscontro del quale è leggibile nei certificati medici presentati dalla difesa in ambito dibattimentale.

Inoltre la donna presenta una storia di gravi problemi psichiatrici.

Tutto queste prove sono "certificate" dal personale del dipartimento dello sceriffo che Ligia ha ripetutamente minacciato di uccidere.

 

La condotta professionale dell’avvocato Kellett, in merito a questo caso, azzera praticamente tutti i canoni di etica legale in ambito di pubblici ministeri, sostenuta vieppiù da giurati volutamente corrotti e dal tentativo riuscito di nascondere o distruggere prove a discarico dell’imputato. Tutto ciò, e molti altri casi simili, sono stati diretti sotto la supervisione del procuratore distrettuale di Bar Harbor, Carletta Bassano, e portano alla conclusione -quasi inevitabile- che il problema non sta solo nel procuratore canaglia, ma soprattutto nel procuratore distrettuale che è il complice “armato” dal massimo potere decisionale.

Inoltre, tutti gli eventi menzionati sono trapelati senza nemmeno che i media locali sollevassero un sopracciglio, probabilmente perché anche loro comprati dal duo malefico della giustizia.

Pertanto, data la complicità del suo supervisore e la mancanza di attenzione da parte dei media locali, la Kellet sembra incoraggiata a continuare questo regno di terrore sulla vita di Vladek Filler, sui suoi figli, e su altri innocenti che risiedono nella comunità e che lei dovrebbe proteggere.

 

Dopo che la prima condanna contro Filler è stata ribaltata dalla Corte Suprema del Maine, a causa della cattiva condotta giuridica della pubblica accusa, la stessa senza perdersi d’animo, ma con ancora più astio, si è scagliata di nuovo contro l’uomo accusandolo dello stesso reato e rinviandolo a processo.

 Kellett non è una giustizialista, lei si fa beffe della legge in modi che rasentano la criminalità. E’ fuori controllo e nessuno con autorità superiore cerca di contrastarla.

E data l'arroganza dimostrata da parte delle sue azioni, è chiaro che si sente libera di colpire impunemente chiunque le tagli la strada.

Non si può, deve, permettere che ciò accada. E’ contro la natura giuridica stessa.

Questa è una battaglia che i cittadini del Maine hanno deciso di combattere contro un’aguzzina dalla galera facile. Contro una despota che se solo la incroci e non la saluti ti manda a casa la polizia per condotta irriverente contro l’autorità.

Forza cittadini del Maine, sbattetela fuori assieme alla sua degna compare, il procuratore federale.

 

Ma non è l’unico luogo dove stanno accadendo simili abusi.

Vale la pena ricordare i tanti casi d’ ingiustizia che avvengono anche nel nostro Paese, con persone rinchiuse in carcere -senza prove certe e confutabili- da forze dell’ordine e da magistrati senza scrupoli, solitamente soggiacenti al volere del ricco, del possidente che denuncia una persona per levarsela di torno, poiché divenuta troppo ingombrante; perché a conoscenza di segreti finanziari che potrebbero crearli problemi fiscali e altro ancora.

Non esiste una reale, dignitosa etica professionale: l’importante è assecondare il denunciante, se agiato e facoltoso, il resto si vedrà.

Il resto intanto se ne va quatto quatto in galera.



 


Piaciuto questo Articolo? Condividilo...

    8 commenti per questo articolo

  • Inserito da maria37 il 10/12/2011 17:51:00

    Carissimi mi trovate in piena sintonia .

  • Inserito da nutiniferreo il 10/12/2011 15:19:19

    GIUSTO

  • Inserito da mariopolvani il 10/12/2011 14:46:47

    Fatene di più, per favore, di queste cose. L'ho stampato e lo porto allo MCL di Livorno. Bravissimi.

  • Inserito da mary50 il 10/12/2011 14:20:37

    Brava Iolanda, questa si che andrebbe arrestata e buttata via la chiave.

  • Inserito da iolanda il 10/12/2011 14:00:17

    CHE BASTARDA!!!!

  • Inserito da PIERO-44 il 10/12/2011 13:57:07

    Caspita che bello e inaspettato articolo.

  • Inserito da memo62 il 10/12/2011 13:49:44

    Avevo sentito su CNN, bravi per averlo evidenziato, anche se qui da noi non è che sia molto meglio. Bravissimi.

  • Inserito da marcoarese il 10/12/2011 13:45:56

    Condivido e aggiungo che d'ora in poi se sbagliano devono pagare anche le forze dell'ordine e i magistrati. Complimenti per l'articolo. Marco

Inserisci un Commento

Nickname (richiesto)
Email (non pubblicata, richiesta) *
Website (non pubblicato, facoltativo)
Capc

inserisci il codice

Inserendo il commento dichiaro di aver letto l'informativa privacy di questo sito ed averne accettate le condizioni.