I libri di Totalità

Rassegna mensile di novità librarie. Maggio 2013

di Mario  Bozzi Sentieri

Rassegna mensile di novità librarie. Maggio 2013

POLITICA

Sergio Romano, Morire di democrazia – Tra derive autoritarie populismo (Longanesi, pagg. 120, Euro 12,90)

Che quasi tutte le maggiori democrazie rappresentative siano oggi in crisi è ormai evidente. Negli ultimi anni i costi della politica sono esplosi: negli Stati Uniti le lobby economiche decidono il vincitore delle campagne elettorali e in Italia è recentemente scoppiato lo scandalo dei rimborsi ai partiti. La globalizzazione dell’economia e della finanza ha ridotto la sovranità degli Stati nazionali e i politici non sono più in grado di mantenere le promesse fatte prima delle elezioni. Le nuove tecnologie hanno imposto ai politici nuovi codici di comportamento, in cui l’immagine è diventata un elemento indispensabile per raggiungere il potere, spesso a scapito di un’etica del servizio pubblico. Il discredito della politica ha prodotto un’invasiva presenza della magistratura nella vita pubblica, erodendo le paratie, sia pure imperfette, che separavano il potere giudiziario da quello legislativo ed esecutivo. All’insegna del promettere senza poter mantenere, sono cambiati anche i rapporti fra democrazia e politica estera e una buona dose di ipocrisia accomuna gli interventi militari, e «umanitari», e i successivi accordi di pace. La crisi odierna della democrazia ricorda quella della vigilia della Grande guerra, che sfociò poi nella nascita degli Stati autoritari e totalitari. Ma oggi le democrazie rappresentative riusciranno a resistere e a non cedere a derive autoritarie o populiste?

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Paolo Armaroli, Lo strano caso di Fini e il suo doppio nell’Italia che cambia - Tutte le anomalie della XVI legislatura e oltre (Mauro Pagliai, pagg. 240, Euro 18,00)

Con rigore scientifico e stile accattivante Paolo Armaroli ricostruisce le tante anomalie della passata legislatura: dalle due parti in commedia recitate da Fini, presidente della Camera e capopartito, agli

“straordinari” ai quali è costretto Napolitano per sostenere le istituzioni, dal preannuncio di dimissioni dei governi Berlusconi e Monti, anticipatrici di quelle del Papa, a un Parlamento sempre più svuotato di potere dai decreti legge e dalla legislazione delegata. 
Come gli esami di Eduardo, da noi le anomalie non finiscono mai. Con la nuova legislatura inaugurata il 15 marzo siamo sprofondati dal transitorio nel precario, perché il bipolarismo non tiene più. E nei palazzi romani si aggira lo spettro di Weimar. Come nella Germania tra le due guerre, instabilità ministeriale e scioglimenti parlamentari anticipati possono condannare a morte la nostra fragile democrazia. E ancora una volta il Quirinale è chiamato a trovare la chiave del rebus della governabilità. Mentre Renzi medita la rivincita. Di qui la metamorfosi di una Repubblica nata parlamentare e inconsapevolmente diventata di fatto presidenziale per l’inconcludenza della classe politica. Grillo compreso.

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Pasquale Chessa, L’ultimo comunista – La presa del potere di Giorgio Napolitano (Chiarelettere, pagg. 256, Euro  13,90)

Conquistare la più alta carica dello Stato senza nemmeno fare la rivoluzione. E nello stesso tempo scoprire alla fine del mandato di aver fallito completamente il progetto perseguito per anni: riformare il costume e la politica italiana. Tutto è andato in fumo. Anche la meteora Monti, un’invenzione di Napolitano per coprire il vuoto lasciato dai partiti incapaci di affrontare la crisi economica e il confronto con l’Europa. Intanto il ciclone Grillo sovverte i piani del Pd e del presidente.  
Tutto da rifare. Come ricostruisce Chessa utilizzando documenti di partito, lettere, testimonianze di amici e nemici. Napolitano (Napoli, 1925), undicesimo presidente della Repubblica, ha attraversato indenne tutte le stagioni della politica: dallo stalinismo e gli anni bui delle invasioni dell’Ungheria e della Cecoslovacchia, alle divisioni all’interno del Pci tra la destra amendoliana, la sinistra di Ingrao, la corrente migliorista e poi la fine del comunismo, tangentopoli, il Quirinale inaspettato, il confronto con Berlusconi e il braccio di ferro con la Procura di Palermo.  
Riannodare i fili di questa storia significa rispondere ai tanti quesiti che la politica pone oggi a chi vuole capire quale futuro ci attende. Forse Napolitano sarà l’ultimo presidente di una lunga stagione, lui comunista distante e freddo, assurto improvvisamente a padre della patria e leader. Presidente con molti più poteri di quanti lui stesso all’inizio del mandato pensava di avere. E che ha dimostrato di sapere usare con scaltrezza da vero, ultimo comunista.

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Danilo Quinto,  Emma Bonino – Dagli aborti al Quirinale ? (Fede & Cultura, pagg. 112, Euro 11,00)

Dall’ex tesoriere del Partito Radicale autore del best-seller “Da servo di Pannella a figlio libero di Dio” un libro rivelazione su Emma Bonino candidata alla presidenza della repubblica italiana dopo una vita spesa per l’aborto, la propaganda in favore della droga, dell’omosessualità. Questo libro è un vademecum per far carriera. Dimostra che non è difficile passare da una fattoria delle campagne di Bra (Cuneo) all’olimpo dell’establishment mondiale. Si inizia a fare aborti “con una pompa di bicicletta, un dilatatore di plastica e un vaso dentro cui si fa il vuoto e in cui finisce il contenuto dell’utero. Dopo gli aborti, viene l’elezione in Parlamento, nel 1976, dove si rimane fino al 2013, con un intermezzo di 5 anni da Commissaria europea. Si gira il mondo a frequentare i potenti della terra. Da Hillary Clinton a George Bush. Da George Soros a Madeleine Albright. Si partecipa alle riunioni del Gruppo Bildeberg. Si ricevono prestigiosi premi internazionali per l’affermazione dei diritti umani e si fanno campagne per l’eutanasia. Alla fine, si può anche diventare Presidente della Repubblica.

PENSIERO FORTE

Gabriele D'Annunzio, Manuale del Rivoluzionario (Tre Editori, pagg. 228, Euro 17,00) 

Nel 150° anniversario della nascita di Gabriele D'Annunzio, ecco il libretto rosso del poeta armato. Un'opera senza precedenti che rivela un D'Annunzio sorprendente, rivoluzionario e anarchico che auspica un "comunismo senza dittatura" e una rivolta contro la "casta politica", le potenze egemoniche e i poteri forti. Ammirato da Lenin, forte dell'esperienza di Fiume, il Vate invita a insorgere contro l'ingiustizia e l'oppressione, per un nuovo ordine politico e sociale e una vera Europa dei popoli. Un'antologia unica e attualissima dalle lettere, dalle opere e dai proclami, che svela un D'Annunzio fuori da ogni schema, che va a sedersi sui banchi della Sinistra e fustiga senza pietà l'Italia corrotta e imbelle. 


TEMPI MODERNI

Claudio Risé, Il padre -Libertà dono (Edizioni Ares, pagg. 192, Euro 14,00)

È ancora possibile essere «padre» in Occidente, dopo 40 anni spesi a definirlo superfluo e a cancellarne la presenza (come nelle leggi sull’aborto), o a renderla facoltativa (in quelle sul matrimonio e l’educazione dei figli)? Secondo l’Autore sì. Perché oltre al padre naturale, riconosciuto e bistrattato a seconda degli interessi del potere, è sempre presente in noi la forza psicologica del Padre, immagine archetipica, «risorsa personale cui l’essere umano da sempre si rivolge con il pensiero e il sentimento quando la sua libertà è in pericolo». La mancanza di libertà è per Claudio Risé all’origine della coazione a ripetere e quindi della malattia psichica, dalla quale l’energia di vita del Padre guarisce e libera. Egli è «il luogo dell’altrove» che aiuta il figlio a crescere in autonomia, donandogli un amore aperto al trascendente. 
«Un libro coraggioso», rileva il filosofo Pietro Barcellona nella Prefazione, «perché non solo propone la centralità della figura paterna nella formazione della persona libera da ogni coazione a ripetere, ma anche perché in controluce fornisce una diagnosi impietosa delle condizioni mentali, individuali e collettive della nostra epoca, ...in cui i giovani abitano una terra di nessuno dove non ci sono più leggi né princìpi perché è venuta meno la riferibilità dei comportamenti a modelli normativi umani maschili e femminili che possono strutturare processi di trasformazione oltre il puro stadio pulsionale».

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Franco Ferrarotti, Un popolo di frenetici informatissimi idioti (Edizioni Solfanelli, pagg. 104, Euro 9,00)

Il termine “idioti” del titolo non è un insulto gratuito. È da intendersi nel senso etimologico di “circoscritti”, “localizzati”, “irretiti”, “prigionieri nel web”. 
È sempre più tardi di quanto si crede.  Ora anche i periodici a grande tiratura (si veda “Newsweek” del 13 luglio 2012) i fini dicitori del giornalismo salottiero e i compunti maggiordomi del potere quale che sia, i vati dell’ovvio e gli specialisti dell’aria fritta se ne vanno accorgendo. 
Un’intera generazione — come da almeno trent’anni vado documentando — appare nello stesso tempo informatissima di tutto, comunica tutto a tutti in tempo reale, ma non capisce quasi nulla e non ha niente di significativo da comunicare. È una generazione al macero, appesa agli schermi opachi di TV, Internet, Facebook, Youtube, eccetera, destinata all’obesità catatonica e alla lordosi sedentaria. La stessa molteplicità e eterogenea abbondanza delle informazioni la deforma, la fagocita, le impedisce di stabilire una propria tavola di priorità. 
Internet, priva della critica delle fonti, è la grande pattumiera planetaria e paratattica, in cui giovani e giovanissimi, adolescenti, ma anche giovani adulti, vanno quotidianamente affondando. 
Questo è un grido di allarme che non si fa illusioni. Non sarà ascoltato. Quest’epoca avrà il malessere del benessere che si merita. 

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Walt Heyer,  Paper genders. Il mito del cambiamento di sesso (Sugarco, pagg. 176  Euro 16,80)

Il vivace dibattito sul tema dell’identità sessuale, scaturito dai movimenti GLBTQ al fine di ottenere nuovi diritti all’«identità di genere » e all’orientamento sessuale, rende questo libro particolarmente attuale. La prima parte approfondisce il tema del transessualismo partendo dall’esperienza di vita dell’autore, l’americano Walt Heyer, richiama anche ad una sana aderenza all’evidenza della realtà: l’identità sessuata è un «dato» che precede ogni decisione o preferenza personale. Il ricorso alla «chirurgia di riattribuzione del sesso», così frequentemente sbandierata come un atto di libertà individuale, viene esplorato, nella seconda parte del libro, da tre esperti dell’area bioetica (Fitzgibbons, Sutton, O’Leary). Il loro contributo, basato su considerazioni biologiche, psicologiche e sociologiche, offre un ulteriore spunto intorno a una corretta informazione su questi temi delicati. Gli studi sul genere rischiano di proporsi come una manipolazione che punta ad attuare un mutamento antropologico a favore dell’indifferenza tra i sessi e di inesistenti «gender variants», veri e propri Paper Genders, «generi di carta».

STORIA

Roberto Festorazzi, Mistero Churchill   (Macchione, pagg. 255, Euro  18,00) 

Nel settembre del 1945, Winston Churchill venne a soggiornare sul lago di Como per tre settimane. Ufficialmente, per riposare e dipingere acquerelli: in realtà, per recuperare il suo compromettente carteggio con Benito Mussolini, la cui esistenza è stata sempre negata con ostinazione dagli storici inglesi. Prova ne sia che lo statista conservatore giunse in Italia in stretto incognito, con il nome di copertura di "colonnello Warden", alloggiando in una sede del Soe, speciale branca operativa dei servizi segreti britannici, sotto la protezione di una ventina di uomini del Quarto Reggimento Ussari: un'unità di élite specializzata nelle operazioni di intelligence come la cattura dei criminali di guerra nazisti. Roberto Festorazzi non soltanto dimostra che quell'epistolario è realmente esistito: ma lo fa ricostruendo per la prima volta, giorno per giorno, con documenti e testimonianze inediti e il piglio avvincente del cronista, tutte le mosse compiute da Churchill durante la sua "strana vacanza" sul Lario. Nell'ultima parte della sua indagine a cerchi concentrici, l'autore giunge a ipotizzare il contenuto della corrispondenza segreta tra il vincitore del secondo conflitto mondiale e il Duce. Due carissimi nemici che diedero vita alla più spregiudicata collusione che si possa immaginare.

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Roberto Spazzali, Radio Venezia Giulia – Informazione, propaganda e intelligence nella “guerra fredda” adriatica (1945-1954) (Editrice Goriziana, pagg. 150, Euro 24,00)

Nell'autunno del 1945, su proposta del CLN giuliano e per iniziativa del Ministero degli Esteri, viene allestita "Radio Venezia Giulia", l'unica emittente clandestina italiana del dopoguerra, allo scopo di garantire l'informazione e il sostegno psicologico alla popolazione italiana della regione Venezia Giulia e in particolare a quella residente in Istria sotto il controllo jugoslavo. Grazie all'impegno della missione diplomatica del conte Justo Giusti del Giardino, l'attività di "Radio Venezia Giulia", assume pure la funzione di strumento per la raccolta di informazioni, per mezzo di propri agenti, nei territori occupati dagli jugoslavi, contrastando così i diversi tentativi di infiltrazione dello spionaggio titoista e di propaganda anti italiana, in uno scenario di piccola "guerra fredda" adriatica. L'emittente ha operato continuativamente a Venezia, sotto la direzione dello scrittore Pier Antonio Quarantotti Gambini, dal novembre 1945 al settembre 1949 e dopo un breve periodo di interruzione riprende i programmi grazie ad un accordo tra il governo italiano e la Rai. Tutta la sua storia è stata coperta dall'estrema riservatezza e tuttora risulta pochissimo nota tra chi si è occupato di storia della radiofonia in Italia e di storia del giornalismo. Eppure nella redazione di "Radio Venezia Giulia" si è formata un'ampia schiera di giornalisti che hanno fatto carriera tanto nella RAI che nelle varie testate giornalistiche e presso le maggiori agenzie di stampa italiane.

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Andrew Cook, Uccidere Rasputin -  Vita e morte di Grigori Rasputin   (Settimo Sigillo, pagg. 304, Euro 29,50)

L'assassinio di Rasputin commesso nella notte tra il 16 e il 17 dicembre 1916 è sempre sembrato straordinario: prima fu avvelenato, poi gli spararono e alla fine venne gettato in un fiume ghiacciato da alcuni aristocratici russi timorosi della sua influenza sullo zar Nicola II e sulla zarina Alessandra.

Ma è stato davvero così? Drammatiche nuove prove provenienti da documentazione inedita, diari, referti medico-legali e verbali dei servizi segreti indicano adesso che la trama risulta più intricata di quanto finora creduto.

Grigori Rasputin è probabilmente uno dei più noti ma meno compresi personaggi che presero parte agli eventi che alla fine portarono alla caduta del potere zarista in Russia quasi un secolo fa: il suo presunto potere dietro il trono viene oscurato oggi, come lo fu allora, dalla dubbia fama della sua moralità e della sua vita privata.

La nuova indagine di Andrew Cook sulla morte di Rasputin rivela quali furono veramente le menti dietro l'uccisione del cosiddetto "monaco pazzo". 

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Orazio Ferrara, Il saio e la spada – Ordini cavallereschi e ospitalieri medievali (Capone Editore, pagg. 128, Euro 10,00)

 

Ci fu un tempo durante il quale il saio e la spada dei monaci-guerrieri rappresentarono l'estrema difesa della Cristianità nelle contrade della Terrasanta e in quelle ai confini dell'Europa. Formidabili e temibili combattenti in nome della Croce, non erano solo Templari o Teutonici. Si spazia dai cavalieri del bianco mantello dell'Ordine di Santa Caterina, posti a sempiterna scorta delle piste sinaitiche, ai monaci-guerrieri dell'Ordine del Fuoco sacro o di Sant'Antonio Abate, la cui veste nera è caricata da una croce di colore azzurro tatuata sul lato sinistro; alla storia milenaria di una commanderia di questi ultimi in una comunità dell'Italia meridionale, al Tau combattente degli uomini d'arme della Confrérie de Monseigneur Saint Antoine de Barbefosse. Dall'Ordine dei Monaci Bianchi e delle loro fondazioni ospitaliere nel nome di una delle "sette Madonne napolitane", la Materdomini, ai cavalieri di San Giacomo della Spada, dalla fascinosa Nobile Compagnia del Nodo d'Amore ai cavalieri dell'ordine degli Argonauti di San Nicola. Il libro tratta anche delle origini dei Cavalieri del Tempio e della marineria al tempo dei Templari,di cui quella di Puglia ne rappresenta la punta di diamante per tutto il tempo medievale. 

STORIA DELLE DESTRE

Fabio Torriero, Alfredo Covelli - La mia Destra (Pagine, pagg. 130, Euro 16,00)

Alfredo Covelli (1914-1998) è stato un personaggio di spicco della destra italiana, dall’immediato dopoguerra alla fine degli anni settanta del novecento. Dopo il referendum del 1946, che sancì la fine della monarchia e l’inizio dell’era repubblicana, Covelli ebbe la straordinaria intuizione di trasformare l’opzione monarchica in una proposta politica da incardinare nel nuovo assetto costituzionale del Paese. Il partito monarchico che Covelli andò a costituire non andava “contro” ma “oltre” la repubblica e si prefiggeva l’obiettivo di ricostruire le condizioni per un ritorno alla monarchia operando all’interno delle istituzioni. Covelli tentò anche di costruire l’alternativa di destra alla Democrazia Cristiana ed al Partito Comunista unendo monarchici, missini, liberali e cattolici di destra in un unico blocco elettorale e parlamentare in grado di offrire alla Dc la prospettiva di un’alleanza diversa dal centrosinistra.

Fabio Torriero ricostruisce i vari tentativi fatti da Covelli per creare una grande forza di destra, spiegando anche i motivi per cui il progetto del leader monarchico non andò a buon fine. Il libro si conclude con una domanda di stretta attualità: Alleanza Nazionale prima ed il Popolo della Libertà successivamente possono aver completato il progetto di Covelli realizzando finalmente quell’idea di destra da lui così tenacemente inseguita? Non si tratta quindi di ricordare soltanto la figura del leader di Stella e Corona, ma alla luce del suo insegnamento si tratta di analizzare l’evoluzione della destra italiana dal dopoguerra fino ai nostri giorni, arrivando alle ultime elezioni politiche che hanno portato all’ennesima dissoluzione nell’area di centrodestra.

MEMORIE

Mario Carli, Con D’Annunzio a Fiume  (AGA Edzioni, pagg. 184, Euro 15,00) 

Alla vigilia del "Natale di Sangue", quando le navi del Regio Esercito italiano stanno per aprire il fuoco su Fiume, che d'Annunzio e i suoi legionari tengono da 16 mesi, a Milano viene arrestato il capitano degli Arditi Mario Carli, uomo di fiducia del Vate, qui mandato per impiantarvi la redazione de "La Testa di Ferro" ed esportare la rivoluzione oltre i confini della città dalmata. Mario Carli, insieme a Cesare Cerati e ad alcuni anarchici, progetta di far saltare la centrale elettrica di Milano, mentre in contemporanea dalle colonne del giornale si esorterebbero i cittadini all'insurrezione armata. Scoperto, Carli viene arrestato mentre a Fiume rombano i cannoni delle corazzate. In queste pagine Carli narra della sua partecipazione all'impresa fiumana e delle sue aspettative: sullo sfondo, l'influenza della rivoluzione leninista che sta infiammando l'Europa e l'emergere in Italia della "più audace, più originale e più mediterranea delle idee" per opera di Benito Mussolini. 

LETTERATURA

Luca Clerici (a cura di) , Scrittori italiani di viaggio – Vol. II (Mondadori, pagg. 1952, Euro 65,00)

L'antologia raccoglie una scelta di resoconti di viaggi, realmente e personalmente compiuti dagli autori in Italia e nel mondo, dal 1700 al 2000: testi non solo letterari, perché a scrivere di viaggio sono stati certo grandi scrittori, ma anche scienziati, medici, religiosi, diplomatici, politici, militari, avventurieri e spie, giornalisti, e persino personaggi semplici, autori di ricordi sorprendenti nella loro fascinosa ingenuità. Il cappello introduttivo di ciascun brano ne presenta l'autore, inserendo il testo nella sua tradizione specifica e fornendo indicazioni su altre opere e altri viaggiatori nel medesimo luogo. Luca Clerici, che è accreditato come il massimo studioso italiano del genere, firma un'introduzione che non si limita a offrire un inquadramento storico, letterario e culturale, ma traccia la storia della civiltà del viaggio in Italia, descrive la società dei viaggiatori, ne analizza le motivazioni e ragiona sia sulla specificità del genere letterario, sia sulla sua parentela con il romanzo. Nel primo volume, 58 resoconti di viaggio attribuibili a diverse tipologie: dal diario di bordo alla relazione scientifica o diplomatica o ufficiale, alla guida, al pellegrinaggio, alla passeggiata, al diario di viaggio, al resoconto di ascensioni alpinistiche.

MISTICA

Marco Vannini, Lessico mistico – Le parole della saggezza  (Le Lettere, pagg. 264, Euro 20,00)

Il libro prende in esame circa settanta parole del nostro linguaggio ( ad es. : Amore, Anima, Distacco, Io, Intelletto, Luce, Nulla, Spirito, Tempo, Volontà, Uno), mostrando il loro significato nella mistica. La cultura contemporanea sembra conoscere l'uomo solo come corpo o come psiche, dimenticando la sua dimensione più profonda, più vera, che è quella spirituale. Perciò ignora, o non comprende più, il significato di alcune parole, che pure fanno parte del nostro patrimonio linguistico, della nostra storia: il lessico mistico, appunto, ove  “mistico” non significa affatto  visionario, estatico, eccezionale, come troppo spesso si pensa, ma interiore, essenziale. 
È infatti nella mistica che si trova quella saggezza che, sola, è in grado di rispondere al bisogno di felicità – anzi, di beatitudine, di salvezza – di ogni essere umano. 
Il libro può perciò essere tanto uno  strumento  per la  comprensione dei grandi maestri spirituali, quanto una prima, agevole, introduzione alla mistica.

PERSONAGGI

Heimo Schwilk, Ernst Junger (Effatà, pagg. 719, Euro  22,00) 

Ernst Jünger (1895-1998) può essere definito il "diarista del XX secolo": filosofo, romanziere, saggista, figura eminente della cultura tedesca del Novecento, ha coniato uno stile inconfondibile, aggressivo e sfavillante, che sembra far parlare lo spirito del mondo. Non soltanto nelle sue opere, ma anche nella vita ha incarnato i passaggi e le cesure della storia tedesca. Nella giovinezza acceso nazionalista, al fronte nella Prima guerra mondiale, fu critico del nazismo e divenne al termine della sua lunga esistenza un convinto europeista. La prima biografia di Jünger edita in Italia fa ricorso a documenti di prima mano, offrendo un ritratto completo di quest'uomo affascinante e discusso. 

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Marco Marchi, Per Palazzeschi (Le Lettere, pagg. 316, Euro 18,50)

Una raccolta di saggi ricca di prospettive interpretative inedite e un esilarante testo scenico dedicati ad Aldo Palazzeschi, uno dei più geniali scrittori italiani del Novecento. 
Chi è stato, chi è Aldo Palazzeschi? L’autore stesso ha chiesto proprio questo al suo articolato esercizio letterario, dimostrandosi costantemente disposto, in versi e in prosa, a rintracciare nuove immagini e nuovi volti dell’«io», a costituire personaggi immaginari e fantastici proiezione di sé, a consentire ed affermare simulazioni, trasferimenti e dislocazioni in maschere e doppi che, lungi dall’occultarlo e dal difenderlo, lo illuminassero, rispondessero a quella domanda fattasi per lui precocemente testo: il celebre Chi sono?. 
La letteratura si profila così per Palazzeschi come un’alternativa possibilità fantastica di progressivo, liberatorio superamento di quella che lo scrittore avrebbe poi definito «una giovinezza turbata e quasi disperata». Una diversità assetata di libertà, di confessione e insieme di divertimento: fino alla scoperta del comico, fino al gesto iconoclasta, spregiudicatamente immoralistico ed antiborghese, della sua annessione al futurismo.

ROMANZO

Eugenio Corti, Catone l’antico  (Ares, pagg. 440, Euro 18,00)

È anzitutto la storia di un uomo, Marco Porzio Catone (Cato maior), emblema della romanità  in un tempo di mutamenti epocali, che sorprendentemente per certi aspetti richiama il nostro. Durante tutta la vita Catone è un contadino, oltre che soldato, console, censore, oratore, storico e anche verseggiatore nell'arcaico metro saturnio. Intorno a lui c'è il popolo romano esso pure culturalmente ancora di contadini, il quale quasi senza volerlo, trascinato dalla storia, nello spazio di soli cinquant'anni finisce col soggiogare l'intero mondo conosciuto. Nei suoi diversi incarichi Catone affronta con grande fermezza i maggiori pericoli che minacciano Roma: tra essi la corruzione (che la grande cultura greca entrando nel giovane mondo romano si trascina al seguito), l'economia di Cartagine (fondata sullo schiavismo elevato al massimo grado), e l'eccesso di popolarità  degli stessi generali romani emergenti. Resi con la forza della grande letteratura tornano nel romanzo a vivere sotto i nostri occhi gli uomini di allora: popolani, nobiles, schiavi, legionari, sordidi affaristi (che Catone pretore scaccia dalla sua provincia), le severe donne romane, i liberi barbari della Spagna, i temerari pirati illirici, i Greci orgogliosi ma ormai incapaci di indipendenza. Tornano in particolare a vivere, uscendo dai monumenti in cui li ha pietrificati la storia, i due maggiori contendenti di allora: Scipione (naturaliter christianus, secondo Corti) e Annibale, lo stratega incomparabile, che non riesce a salvare dalla rovina la sua amatissima patria.                                                                                                                                                                                   

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    2 commenti per questo articolo

  • Inserito da NewBalance547 il 15/11/2014 10:53:08

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  • Inserito da scarpe christian louboutin il 27/05/2013 02:32:40

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