Tutto torna nelle mani di Napolitano

Nessun accordo fra le parti il Pd rinuncia. Ora il presidente dia l'incarico alla Bonino

Non ci piace il laicismo esasperato di Emma, ma è una politica navigata senza i vizi che hanno indignato gli italiani potrebbe essere la ma vera risposta ai grillini

di Simonetta  Bartolini

Nessun accordo fra le parti il Pd rinuncia. Ora il presidente dia l'incarico alla Bonino

In questo momento e con queste maggioranze una donna al posto gusto

Chissà se adesso si può dire che Bersani ha rinunciato senza scatenare le ire della segreteria del Pd! Nell’incertezza lessicale ufficiale noi insistiamo con il termine fallimento.

Da stasera è certificato il fallimento dell’uomo delle metafore. Dopo quasi due ore di colloquio con Napolitano la delegazione del Pd capeggiata dal giovane Letta è uscita presentando ai giornalisti un comunicato nel quale – in perfetto, e a malapena intellegibile, politichese – dichiarava che visto che nessuno era d’accordo con nessuno si rimettevano alle scelte che il Presidente della Repubblica riterrà opportuno fare.

Napolitano a sua volta ha detto che farà sapere domani, cioè sabato, in tarda mattinata le sue decisioni.

Gli opinionisti sono scatenati, in queste ore fino a quando la prognosi non sarà sciolta ne sentiremo di tutte, le ipotesi più credibili e le più assurde. Saranno fatti i nomi di tutti i generi.

Mentre scriviamo stiamo ascoltando Eugenio Scalfari che come al solito dà lezioni di etica politica , di savoir faire istituzionale.

Fino ad ora il migliore è stato Mieli, strano a dirsi l’ex direttore del Corsera ha fatto un’analisi impeccabile sul perché è accaduto quel che stiamo vedendo sconcertati e allibiti.

Si chiama gioco della politica. Il Pd ha preso l’incarico proponendo, con i numeri sui quali poteva contare, l’improponibile: dalla ineleggibilità di Berlusconi al suo arresto, argomenti programmatici che dovevano in parte stanare la solidarietà collaborativa dei 5Stelle e dall’altra rassicurare lo zoccolo duro del proprio elettorato che comunque sarebbero andate le cose il nemico rimaneva quello per cui il Pd ha preso gran parte dei voto.

Ovviamente si trattava di una base programmatica dichiaratamente inconciliabile con il Pdl a meno di una trattativa con Berlusconi che di fatto la ritrattasse radicalmente, impossibile!

Il Pd, inoltre, sa che l’antiberlusconismo è ancora il collante forte del partito e di certa base, oltre che di quelle frange di radical chic alla Micromega.

Sa di non avere un vero programma capace di saldare le forze sociali in difficoltà, straziate dalla crisi economica e disperate sul futuro.

Sa di rappresentare quel vecchio che il 25% dell’elettorato ormai non sopporta più tanto da votare M5S pure in assenza di una vera alternativa politica ed economica nella quale credere.

Quindi ha giocato la partita per perdere, nella peggiore delle ipotesi, senza alienarsi anche l’elettorato. Nella migliore delle ipotesi c’era la possibilità di spaccare i grillini e di portare una parte di loro a votargli la fiducia. Non è andata così.

E ora che succede? Chi lo sa. Ci ha però incuriosito l’auspicio di Mieli: l’incarico a una donna e fra le donne una in particolar modo piacerebbe a Mieli, Emma Bonino.

È una politica d’esperienza, ha detto l’ex direttore del Corsera, vive in maniera francescana, non rappresenta, nell’immaginario, la casta dei politici con autoblu scorta e benefit esagerati. Emma Bonino è un mulo (in senso positivo) della politica, una che ogni volta che ha ricoperto un incarico si è messa a studiare, vi si è dedicata anima e cuore, e ha raccolto consenso trasversale e internazionale.

Possiamo non amare le sue posizioni anticlericali, esageratamente laiciste; la sua religione del laicismo intollerante non ci piace.

Però confessiamo: Emma Bonino presidente del consiglio ci piacerebbe!

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    2 commenti per questo articolo

  • Inserito da Gian Galeazzo Tesei il 03/04/2013 11:25:22

    Condivido in toto quanto scrive Giovanni Attinà. Se Napolitano vuole veramente dare un ultimo contributo alla salvezza della Nazione deve trovare il coraggio di revocare l'incarico a Bersani (ed ai "saggi") e chiamare Anna Maria Cancellieri perchè formi un governo a carattere istituzionale. Non credo che a parte i grillini ci sarebbero , alla resa dei conti, altri veri oppositori.

  • Inserito da ghorio il 29/03/2013 22:14:55

    Non sono d'accordo con Simonetta Bartolini e nè con Paolo Mieli. Se incarico va dato, deve essere dato ad un tecnico per assicurare i mercati e costituire un governo che modifichi la legge elettorale e dia ossigeno all'econimia con il rilancio dell'occupazione. I nomi: non certo la Bonino e nemmeno Amato: semmai il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco o una personalità di rilievo del mondo accademico. Certo su Emma Bonino condivido quello che scrive Giuliano Ferrara. Una cosa è certa: nella vicenda l'eccessivo antiberlusconismo è stato letale per il Pd che pensava con le primarie di aver conquistato il mondo. Quanto a Grillo, solo in Italia succedono questi successi elettorali di un movimento che sicuramente non ha dimostrato di avere a cuore l'ointeresse dell'Italia e non mi riferisco al mancato appoggio a Bersani che, mal consigliato, pensava con i vari Celentano, Mina, Fo, don Gallo di portare dalla sua parte almeno un gruppo dei grillini. Per il bene dell'Italia, mi auguro ad ogni modo che non venga dato l'incarico ad Emma Bonino e nè ad Amato. A questo punto, se proprio voigliamo una donna ben venga l'incarico alla Cancellieri. Giovanni Attinà

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