Editoriale

Affare marò, Terzi si dimette in polemica col Governo: non ho deciso io di riportarli in India

Ci dicano chi è stato a prendere quella infame decisione invece di nascondersi dietro l'immunità del collettivo governativo

Simonetta  Bartolini

di Simonetta  Bartolini

gni giorno che passa diventa più difficile dichiararsi italiani, non dico con orgoglio, ma almeno senza vergogna.

Poche ore fa si è dimesso dal governo (peraltro dimissionario) il ministro degli esteri Giulio Terzi, dichiarando che la decisione di rispedire i due marò in India non è stata sua. Gli ha risposto il ministro della difesa Di Paola, che in questi giorni aveva tuonato contro l’abbandono dei due fucilieri al destino indiano, che lui non si dimette perché farlo ora sarebbe troppo facile: lui resta e combatte(?!) a fianco delle famiglie dei ostri soldati.

Una domanda sorge spontanea,se il ministro della difesa e quello degli esteri non hanno sottoscritto il ritorno dei due Marò in India dopo le dichiarazioni fatte che sarebbero rimasti in Italia, chi è stato a prendere la decisione?

Perché in questo paese nessuno dichiara mai: sono stato io, la decisione è mia, me ne assumo la responsabilità per questo motivo?

Genericamente il governo ha emesso il comunicato di cui abbiamo riportato i passi salienti qualche giorno fa. Comunicato oltretutto dall’intento truffaldino, infatti vi si diceva di aver avuto assicurazione scritta da parte delle autorità indiane che i due marò non sarebbero stati condannati a morte.

Poi si scopre che le autorità indiane hanno solo detto che il reato di cui sono accusati i nostri soldati non prevede la pena di morte, magari lo hanno anche messo per iscritto, ma c’è una bella differenza con la dichiarazione tronfia del nostro governo sulle assicurazioni date per far ripartire i marò.

Non solo, ma gli indiani hanno anche aggiunto che un’autorità politica non avrebbe potuto dare assicurazioni riguardanti il potere giudiziario che agisce in autonomia (come da noi d’altra parte, ben lo sappiamo!)

Ora le dimissioni di Terzi in polemica con il governo! Ma con chi, chi è stato a prendere la decisione, chi ha voluto quEsta planetaria figura di m...  che non avrebbe fatto neppure lo staterello più malmesso del centro-africa?

Fuori i nomi, chi ha preso la decisione abbia almeno il coraggio di assumersene le responsabilità tanto nessuno gli farà nulla, nessuno lo processerà per alto tradimento (come sarebbe giusto, almeno moralmente), nessuno gli sputerà per strada come sarebbe umano, nessuno lo insulterà nei talk show che sanno essere equilibrati solo quando c’è un vero criminale morale in onda.

E se lui non ha il coraggio di dichiararsi ci sarà pure, in questo sciagurato governo di tecnici, uno, almeno uno che sia una persona perbene, uno che abbia il coraggio di dire la verità, l’onestà di non nascondersi dietro la collettività governativa.

Ci sarà una persona cui sia rimasto un fondo piccolo piccolo di etica, di senso dell’onore, e che ci dica chi ha preso la sciagurata decisione di strappare alle famiglie due soldati ai quali era stato promesso, dalla patria che si sono impegnati a servire, protezione contro un processo che si profilava prvo delle più elementari norme di garanzia.

Già, ma questo è il paese dei fessi e dei furbi. I fessi sono le persone perbene, quelle che fanno il loro dovere, che rispettano le leggi dell’onore e dell’onestà (e perciò spesso finiscono in galera). I furbi sono tutti quelli che gestiscono, in un modo o in un altro il potere senza averne capacità competenza, e neppure sorretti dall’abnegazione, dal senso del dovere, da una rimasuglio di etica.

 

 

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