Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Oscar Wilde nelle sue migliori commedie riesce a combinare armonicamente serietà della trama e leggerezza della scrittura, tracciando uno spaccato della società londinese ottocentesca e puntando l’occhio sull’ ipocrisia dell’età vittoriana e la corruzione della classe politica.
«Un marito ideale», commedia scritta nel 1893 per il Theatre Royal di Londra, da cui fu ricavato un film del 1999 diretto da Oliver Parker, arriva al proscenio della Pergola di Firenze. Lo spettacolo della compagnia Lavia Anagni, diretta da Roberto Valerio, in programma da martedì 22 fino a domenica 27 gennaio (alle ore 20,45; domenica 15,45) si propone di rappresentare fedelmente questi interrogativi suscitati dalla commedia: è possibile una politica senza compromessi? La questione morale è un fatto privato o pubblico? Esiste ancora un limite oltrepassato il quale si prova vergogna delle proprie azioni? Al tema pubblico della politica se ne aggiunge un altro di carattere privato: un marito, per essere ideale per sua moglie, deve anche impersonare la perfezione morale? Essere incapace di qualsiasi debolezza? Indifferente a qualsiasi tentazione? E la sua condotta si vorrebbe illibata per l'intero corso della vita, anche prima del matrimonio?
Fulcro della commedia e figura “impleta” della raccomandazione e corruzione è il Sir Robert Childern , marito ideale per lady Childern; secondo lei, incapace di qualsiasi atto immorale; se fosse diverso non potrebbe amarlo. Sir Robert Childern, uomo rispettabilissimo di grandi capacità, è ormai una personalità; occupa una importante posizione nella vita politica: è sottosegretario agli affari esteri. Tuttavia egli porta una spina nella sua coscienza: ha iniziato la sua ascesa con un atto disonesto e tace alla moglie quell'inizio immorale per paura di perdere il suo amore.
Mentre la vita dei coniugi scorre nella tranquillità dell'agio e dell'ammirazione di tutti, appare una ricattatrice,la signora Cheveley. Essa è a conoscenza della macchia iniziale della carriera di Sir Robert Childern e intende avvalersene per i suoi loschi traffici. Quando Sir Robert rifiuterà di agire come essa vuole, minaccerà di smascherarlo e di rovinargli quindi, la carriera e la felicità coniugale. In soccorso di Sir Robert interviene un amico, il visconte Goring, che abilmente riesce, non soltanto ad annientare tutte le manovre della signora Cheveley, ma anche a convincere lady Childern a tornare tra le braccia del marito.
Venuta a conoscere l'intero imbroglio, ed assicurata che il marito è salvo per opera di Goring, lady Childern, per la sua concezione morale, vorrebbe che il marito si ritirasse dalla vita pubblica. E qui si svolge l'interessante dialogo fra Goring e lei che alla fine, è costretta a rivedere le proprie opinioni. Tutti i personaggi ancorati alla loro eleganza, si muovono per spazi angosciosi dove s'annidano duelli, ricatti e compromessi. Nessun personaggio è come sembra. Sir Robert, considerato da tutti il marito ideale, il politico perfetto, nasconde nel suo passato un losco segreto. Sua moglie Gertrudh, apparentemente modello di amore virtuoso, è pronta ad abbandonare il marito appena costui si rivela moralmente poco limpido: vero amore o piuttosto venerazione di un ideale?La signora Cheveley dietro la maschera dell'eleganza e del fascino femminile, nasconde un animo scaltro e senza scrupoli. E lord Goring, autoritratto di Oscar Wilde, apparentemente frivolo e superficiale, in realtà profondamente umano ed equilibrato.
“Ogni uomo ambizioso deve combattere il proprio secolo con le sue stesse armi” scrive il regista Roberto Valerio. Le armi che l'autore impugna per combattere il perbenismo e l'ipocrisia della sua epoca sono proprio quelle del teatro di genere in voga, per un pubblico che vuole solo divertirsi con soggetti di ambientazione borghese. Ma sul canovaccio stereotipato della commedia vittoriana Wilde innesta il suo formidabile gusto per la battuta caustica, l'aforisma fulminante, il dialogo frizzante, il nonsense, il paradosso, il virtuosismo verbale, gettando via in un soffio tutto il vecchiume e la polverosa ipocrisia di un'epoca. La traduzione è l’adattamento del testo sono di Roberto Valerio che ha curato anche la regia e fa parte del cast tra i protagonisti, insieme a Valentina Sperli e Pietro Bontempo.
Inserito da NewBalance547 il 15/11/2014 10:48:14
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