Editoriale

Monti e lo schiaffo ai politici

Felici di prendere sberle dai professori si dichiarano tutti soddisfatti

Simonetta  Bartolini

di Simonetta  Bartolini

a squadra di governo è fatta. A sentire le prime reazioni sembrano tutti contenti. Anzi soddisfatti, così soddisfatti che paiono aver raggiunto qualche traguardo per il quale si erano a lungo battuti.

Tranne la Lega che ha già dichiarato che non voterà la fiducia. E Di Pietro che ha notato la “costante” del conflitto d’interessi.

Nelle prossime ore e giorni sugli uomini e le donne del governo Monti sentiremo dire di tutto, il copione è più o meno stabilito ed è improbabile sentiremo qualcosa di veramente originale.

In generale la maggioranza dei politici e commentatori si dichiarerà entusiasta o almeno soddisfatta dell’ alto profilo delle personalità prescelte, della loro indipendenza dalla politica, della loro “sobrietà” ecc. ecc.

 Sulle nomine di Monti per ora sospendiamo il giudizio, vedremo programma e scelte dei singoli ministri, però un paio di osservazioni vale la pena farle.

I tecnici. Si tratta per gran parte di “professori” cioè, nel nostro paese, l’antitesi della politica. Già,

perché da noi chi è esperto, veramente esperto da poter mettere a punto un discorso teorico intorno a quel che sa e da poterlo insegnare, è sempre stato sdegnato, anzi disprezzato dai politici i quali ritengono che la politica sia una faccenda che a sua volta necessita di esperti di se stessa.

Adesso che la politica ha dato una delle più imbarazzanti prove che si potesse immaginare, i politici -costretti ad accettare l’imposizione di un autoritarismo, che si pensava concluso col secolo scorso, da parte della finanza  internazionale (leggi “mercati” che sono i dittatori della contemporaneità)– plaudono ai tecnici-professori come se li avessero inventati loro. Anzi, come se essi fossero il frutto previsto delle loro scelte politiche.

In realtà questi signori seri e seriosi, “sobri” e un po’ burbanzosi, sono stati chiamati a supplire le deficienze della politica, e la supplenza deve esser tale da non sopportare commistioni (nessun politico in squadra nonostante le iniziali intenzioni di Monti).

C’è di più, nel suo discorso al Senato il presidente del Consiglio ha detto che il “governo d’impegno” che stava presentando alla Camera alta del Parlamento aveva, fra gli altri, il compito di ricucire il rapporto fra i cittadini e la politica, concludendo più o meno con queste parole: «Il compito e l’impegno che vi chiedo è difficilissimo, altrimenti credo che non mi troverei qui oggi»

Bello schiaffo a mano aperta! In sostanza Monti ha detto, e non a torto, cari politici avete dissipato un patrimonio di credibilità tanto che ora devo farvi da balia nei rapporti con i cittadini assumendomi l’onere di fare quel che voi sapevate di dover fare, e non avete fatto né voluto o saputo fare.

Applausi!

I senatori hanno applaudito chi stava dando loro, con garbo e savoir faire di inetti e incapaci. In questo senso Monti ha, per ora, anche i nostri applausi.

 

 

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