Cinque notti prima del ’11 novembre

Quel bosco a Cutigliano l'estate di San Martino

Era minuta come un vimine, con un lungo collo, una bionda chioma, lunghissime gambe e danzava al ritmo di una musica celestiale suonata da tre ninfee

di Il Raccontafavole

Quel bosco a Cutigliano l'estate di San Martino

In quel di Cutigliano, un paese di montagna del pistoiese, tanti e tanti anni addietro esisteva e, forse esiste ancora, un bosco antichissimo, chiamato dagli abitanti Amico Fronda.

Cinque notti prima del ’11 novembre, giorno di San martino, la selva si colorava d’oro, marrone e rosso, e tali colori rendevano quell’immensa macchia calda e accogliente, e le narici di chi ci passeggiava erano intrise da quell’odor di funghi che tanta vigoria gli veniva donata dall’umidità.

Le cappelle di quei miceti facevano capolino ovunque, e Sandrino il figlio del maestro, si divertiva a contarli insieme a nonna Rachele.

La vecchietta aveva insegnato al nipote a riconoscere e selezionare quelli buoni da quelli non commestibili e velenosi.

Tra quest’ultimi, la nonna proibiva categoricamente di raccogliere, o solo di sfiorare, quelli dal cappelletto rosso colmo di puntini bianchi, perché era cibo commestibile solo per Gnomi e Folletti.

L'autunno e l'inverno, è risaputo, ci accompagnano per mano in atmosfere da leggenda e veramente numerose sono le giornate da festeggiare.

La prima è, appunto, San Martino con la sua estate, e la lanterna simboleggia il vero inizio del periodo natalizio.

Con i primi freddi, gli uccelli migratori si levavano in alti stormi al di sopra delle teste di Sandrino e della nonna, ed anche in tal circostanza l’anziana signora aveva insegnato al nipotino a riconoscere questi volatili. C’era la garza, il lodolaio, la rondine, le tortore, i rondoni, l’usignolo, il codirosso, e via dicendo.

 

Quel giorno i due, distogliendo lo sguardo dalla meravigliosa natura, notarono con loro grande sorpresa, una fanciulla bellissima che vestiva solo di un velo bianco di seta finissima.

Era minuta come un vimine, con un lungo collo, una bionda chioma, lunghissime gambe e danzava al ritmo di una musica celestiale suonata da tre ninfee. Ella, ballava con movenze raffinate e sembrava seguire, oltre la musica, anche il ritmo del vento e delle fronde.

Improvvisamente iniziò gradevolmente a muovere le braccia e ogni parte del suo corpo sembrò sussultare, effondendo sensazioni di gioia, cordialità e armonia.

Più si muoveva e più tutto intorno si trasformava di rosso e di bianco.

In quello stesso istante un carezzevole vento la sollevò delicatamente da terra, fino a farla volare via, e più si allontanava più pareva trasformarsi un grande uccello bianco; più si allontanava e più le sue sembianze rassomigliavano a quelle di un angelo… poi scomparve, lasciando ammutoliti Sandrino e la nonna.

L’anziana signora, dopo aver guardato fissamente il nipote, rimase a lungo silenziosa pur continuando la loro camminata.

Forse stava insegnando al giovane Sandrino l’importanza del muoversi senza fare rumore, così almeno pensò il bambino, che la stava seguendo senza proferire parola.

Rachele, poco dopo, si sedette ai piedi di un abete immenso, e lì continuò a rimanere  zitta per qualche istante.

Poi, la nonnina lo guardò dolcemente con i suoi vivaci e ridenti occhi, e disse: " Bisogna stare sempre ben attenti a non farsi dominare dagli stati d'animo nostalgici, dato che almeno una volta nella vita, seppure difficilmente, puoi tornare veramente bambina e rivederti danzare come più di 50anni fa, proprio alla vigilia di San Martino.” 

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