Da Todd Akin alle forze militari

Lo stupro verso le donne soldato è un crimine che deve finire

Cultura bellica, psicologia degli aggressori e natura della guerra

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Lo stupro verso le donne soldato è un crimine che deve finire

Giorni addietro, il repubblicano Todd Akin, 5 volte eletto alla Camera, dove occupa un posto nella Commissione Scienza e Tecnologia, e candidato favorito in Missouri per la corsa al Senato, è prepotentemente sceso nelle preferenze politiche del popolo a stelle se strisce a causa delle sue affermazioni sul «legittimo stupro», diventate un caso nazionale e una spina nella campagna di Mitt Romney.

Cogliamo, appunto, l’occasione per addentrarci in un serissimo problema che sconvolge da anni, a proposito di violenze sessuali, il sistema militare americano.

Un numero allarmante di donne soldato sono state vittime di abusi sessuali da parte dei loro compagni d'armi, sia in guerra che nelle proprie abitazioni. 

Quanto sopra ha ricevuto, ultimamente, una notevole dose di considerazione da parte dei media, a livello internazionale soprattutto dopo lagaffe di Akin.  

L'attenzione, però, si concentra sempre sulle donne: dov’ erano quando sono state assalite, le loro relazioni con l'aggressore, gli effetti sulla loro salute mentale e la carriera; se sono state adeguatamente aiutate e così via. 

Queste considerazioni hanno un grande valore ideologico, sebbene sia stato dimenticato un punto fondamentale. 

Per capire la violenza sessuale verso i soldati donna, e per riuscire a fermarla, dobbiamo concentrarci, in primis, sui colpevoli, sugli stupratori e chiederci: perché i soldati violentano?

Lo stupro nella vita civile, è cosa comune, e profondamente inaccettabile. 

Una donna su sei viene brutalizzata o aggredita sessualmente nella sua vita, secondo l'Istituto Nazionale di Giustizia dell’ONU; un numero così alto dovrebbe essere considerato un’ epidemia.

Tra le forze militari, tuttavia, la situazione è ancora peggiore. 

Lo stupro è quasi due volte più frequente che nel mondo civile, soprattutto in tempi di guerra. 

Al soldato viene insegnato di considerare i suoi consimili come membri della propria famiglia; lo stupro, in questo caso, assomiglia all’ incesto. 

E la maggior parte dei soldati che perpetrano tale violenza sono quelli più vecchi e di rango superiore a quello delle loro vittime, così da approfittare meschinamente della loro autorità per brutalizzare le mesme persone che, invece, dovrebbero proteggere.

Questa violenza sessuale persiste nonostante siano state create appositamente delle leggi severe contro lo stupro nelle forze armate, e sia stato fatto un grande sforzo dal Pentagono nel 2005 per riformare le procedure e denunciare il reato. 

Purtroppo, né la stampa, né le numerose equipe di psicologi e sociologi che studiano i comportamenti dei veterani sembrano mai chiedersi il perché di tanta ferocia.

La risposta sembra risiedere in una confluenza di cultura militare, psicologia degli aggressori e natura della guerra.

Due seminari di studio hanno esaminato approfonditamente la cultura militare e i suoi atteggiamenti verso le donne: uno presso la Duke University Law della Prof. Madeline Morris, proposto nel documento "La forza delle armi: stupro, la guerra e la cultura militare" e pubblicato nel Duke Law Journal , e l'altro dalla University of California, tramite il  professore e folklorista Carol Burke, ove ha spiegato la sua tesi nel libro, Camp All-American, Hanoi Jane and the High-And-Tight: Gender, Folklore and Changing Military Culture (Beacon Press).

Entrambi gli autori hanno spiegato che la cultura militare è molto più misogina di quanto possa apparire.

A volte questa rabbia per le donne è frutto della concorrenza e, talvolta, del risentimento, ma è alla base del motivo di molti stupri da parte dei militari.

Un veterano della guerra in Iraq, recentemente ha discorso in merito a tale misoginia quando ha descritto la sua Marine Corp, all’interno di una raccolta di opere di soldati chiamata  Warrior Writers , pubblicato dai veterani dell’Iraq nel 2008:

“Si sentiva continuamente, da parte degli istruttori superiori, un odio imperturbato verso le colleghe, quasi fossero loro il nemico”.

Morris e Burke mostrano che il linguaggio militare rivela questo "odio sfrenato verso le donne". 

Sebbene, ora, la forza militare femminile sia del 14-16% maggiore a quella del passato, e con le norme che vietano agli istruttori di campo l’uso di epiteti razziali e offese cruente, gli stessi denigrano ancora, come di routine, le reclute chiamandole "figa", "ragazza cogliona", "cagna", "signora pompinara" e "lesbica maledetta."

Il colloquio di tutti i giorni è ancora pieno d’ insulti sessisti.

La pornografia è proibita ufficialmente in ambito militare internazionale, ma è facilmente disponibile attraverso la posta e da fonti civili, e c'è una correlazione significativa tra la circolazione di pornografia e percentuali di stupro, secondo la prof. Morris.

E molti soldati, ancora oggi, cantano rime misogine che esistono da decenni.

Questa una delle canzoni, annotate dal professor Burke:

Who can take a chainsaw Cut the bitch in two Fuck the bottom half And give the upper half to you… ( Chi può prendere una sega e tagliare a metà la cagna e dare la metà superiore a voi..)

Il punto di vista della donna, come preda sessuale, è sempre stato presente nel mondo spartano. Infatti, le donne civili, sin dall'inizio della storia umana, sono state viste come bottino sessuale dei soldati. 

Quindi, dovrebbe essere facile comprendere, senza la minima sorpresa, come la persecuzione sessuale verso il sesso femminile sia contemplata, nelle forze armate, da decenni.

Uno studio sui veterani del Vietnam e di molte altre guerre, condotto dalla psicoterapeuta Maureen Murdoch, e pubblicato sulla rivista Military Medicine, ha riportato  che il 71 per cento delle donne hanno dichiarato di essere state aggredite sessualmente o violentate durante il servizio militare.

Avere il coraggio di denunciare uno stupro è già abbastanza duro per i civili, dove la polizia si dimostra poco comprensiva, la vittima viene biasimata e la paura di rappresaglie impedisce che il 60% degli abusi non sia portato alla luce ( Rapporto del Department of Justice, Usa)

Ma all'interno delle forze armate, la comunicazione è molto più rischiosa. 

I Plotoni sono chiusi, le società gerarchiche, crivellate da pettegolezzi, e quando una donna riporta una violenza sessuale ha ben poche possibilità di rimanere anonima. 

Ella, probabilmente,  dovrà affrontare la sua giornata al military camp col suo aguzzino e, giorno dopo giorno, avvertire sempre di più il risentimento e la colpa degli altri militi che la vedono come una spia.

Rischia di essere perseguitata dal suo stesso stupratore, se lui è il superiore, e punita da eventuali comandanti che la considerano solo una piantagrane. 

E poiché la cultura militare richiede che tutti i soldati sappiano contenere e nascondere il proprio dolore e sofferenza, sarà etichettata come debole e vile.

Per tutti questi motivi, l'80% degli stupri militari non vengono segnalati, come riconosce lo stesso Pentagono.

La misoginia diffusa in campo militare incoraggia attivamente lo stupro. 

C’è un messaggio con destinatario l’uomo che, che invita a non interessarsi al disagio femminile, al non considerarle mai veri soldati a meno che non si dimostrino un "fratello", soggetto all’umiliazione e alla persecuzione in ogni istante.

Così, anche se la maggior parte dei soldati non sono stupratori, e la maggior parte degli uomini non odiano le donne, in campo militare anche i più bravi e coscienziosi ragazzi soccombono alla pressione dei gradi superiori.

Inoltre, l'esercito americano ha un record ineguagliabile quando si tratta di catturare, perseguire e punire gli stupratori scoperti al suo interno.

Una relazione del Pentagono del 2011, in merito alla violenza sessuale in campo militare, ha rilevato che il 47 % delle aggressioni denunciate sono state respinte come indegna investigazione personale, e solo circa l'8 per cento dei casi sono arrivati alla corte marziale. 

La maggior parte degli assalitori hanno avuto ciò che il Pentagono chiama "punizioni non giudiziali, azioni amministrative e brevi allontanamenti dal servizio."

Al contrario, nella vita civile, il 40 per cento di coloro che sono accusati di crimini sessuali sono perseguiti.

Il che ci porta alla domanda: le motivazioni degli stupri dei soldati hanno nulla a che fare con la natura delle guerre che sono state condotte, o che sono attualmente in essere nel mondo?

Robert Jay Lifton, un professore di psichiatria che studia i crimini di guerra, teorizza che i soldati sono particolarmente inclini a commettere atrocità in una guerra di occupazione brutale, dove il nemico è la resistenza civile, i comandanti ordinano torture di ogni tipo, e la guerra è giustificata da ragionamenti distorti e ovvie bugie.

Così, molti soldati americani, inglesi, arabi, siriani, e via dicendo, deliberatamente sparano sui bambini, violentano donne e sodomizzano, torturano i prigionieri di guerra e abusano dei loro stessi compagni perché non vedono alcuna giustificazione morale in merito alla guerra, riducendosi così al nulla più assoluto, a un crescente disgusto di sé, alla rabbia, alla paura e all'odio.

Insomma, lo stupro dei soldati verso colleghe femmine è immorale, ma almeno che l’alta corte per i diritti dell’uomo suggerisca, alle forze armate di tutto il mondo, alcune riforme come:

• Promuovere e onorare più donne. Più militari di sesso femminile otterranno incarichi di comando, più rispetto riceveranno dai loro compagni.

• Insegnare a ufficiali e arruolati che lo stupro è una tortura e un crimine di guerra.

• Espellere gli uomini dall'esercito che attaccano le loro compagne.

• Vietare il consumo di pornografia.

• Vietare l'uso di un linguaggio sessista in ogni ordine e grado.

• Educare il corpo militare ad insistere sul fatto che le donne siano trattate con rispetto.

• Formare un team di consiglieri militari non solo per aiutare i soldati maschi o femmina che siano, con traumi di guerra, ma anche coloro che hanno subito abusi sessuali nell’infanzia

• Porre fine all’arruolamento di soldati con background di violenza domestica o sessuale.

E per ultimo - ma d’importanza vitale- ordinare la fine di ogni guerra nel mondo.

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    8 commenti per questo articolo

  • Inserito da MatthewZof il 15/01/2022 06:29:47

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  • Inserito da Catalina il 13/11/2014 12:21:59

    WIKILEARKS ACCENDE LA LUCE DELL’ UNIVERSO INTERNETTIANO SULL’ AGIRE DEI POLITICI: NELL’ ERA INTERNETTIANA SARA’ PRASSI QUOTIDIANA.29 novembre 2010Per la prima volta nella stroia, ogni abitante della terra puf2 conoscere la qualite0, le ambizioni, gli intrighi, i piani di aggressione, le patologie di personaggi politici che dirigono nazioni ed a cui sono affidate le sorti della nostra convivenza civile. Cif2 c’ induce a sentirci partecipi della sorte del pianeta ed a intervenire attivamente nel nostro sociale affinche8 le mire predatorie e guerrafondaie, che oggi conosciamo, siano smussate e risolte con mediazioni razionali e possibili.L’ empatia internettiana collaudata in rete ci consente di prefigurare una comunite0 umana senza le animalesche pulsioni verso altri popoli da sottomettere e a considerare che nell’ era internettiana i nemici comuni da debellare insieme sono la fame, l’analfabetismo, le malattie, la rapacite0 dei potentati finanziari, l’avversione al progresso di interessi precostituiti, la lotta contro coloro che devastano l’ ambiente.L’ azione chiarificatrice di WIKILEAKS sare0 prassi quotidiana nell’ era internettiana, ove la trasparenza su progetti da realizzare sare0 auspicata proprio da quei politici che si propongono agli abitanti dell’ universo internettiano esclusivamente per le proprie capacite0 e i propri meriti nella concreta realizzazione del nuovo mondo.Sono antistoriche, pericolose ed inaffidabili la attuali classi politiche troppo spesso al potere per asservimento a potentati finanziari, per intrighi, corrruzioni con danaro pubblico, lapidazioni simboliche e diffamatorie, amplificate dai media, verso gli avversari, le stesse avvezze a giurare su promesse demagogiche per poi disattenderle beffando l’ elettorato.

  • Inserito da GAR il 07/06/2013 18:20:21

    "Ora, mi sorge una domanda: ma se fossero gli uomini le vittime principali, e non da parte di donne, ma da parte di altri uomini, COSA SI FAREBBE PER EVITARE IL CRIMINE, E PUNIRE I COLPEVOLI?". E no, Loredana, perché, vedi, per violentare un uomo di uomini ce ne vogliono almeno tre oppure l'uso delle armi. Per violentare una donna basta un uomo, anche nel caso in cui la donna sia addestrata, se il violentatore è addestrato pure lui. E naturalmente anche soldati nemici possono approfittare. Ciò dimostra, sempre che ve ne fosse bisogno, che le donne sono fisicamente meno adatte alla vita militare, soprattutto quando si pretende di equipararle in tutto e per tutto e in ogni ruolo agli uomini. Non giustifico nessuno, ci mancherebbe, ma, se da una parte provo disgusto e rabbia per simili accadimenti e ritengo dovrebbero essere adottate urgentemente più efficaci misure preventive e sanzionatorie, dall'altra non posso fare a meno di guardare alle donne soldato come a una contraddizione in terminis, una forzatura: la donna è la vita, la guerra la morte.

  • Inserito da magda il 21/08/2012 15:51:22

    se già sentir parlare di stupro come un caso di influenza senza febbre l ho considerato un reato perseguibile in maniera severissima ,leggendo questo articolo completo e illuminante sulla realtà militare americana, mi assale una rabbia nuova e sconosciuta, non perchè volutamente ignorata ,ma oggi che parliamo tanto dei diritti dell uomo, dei diritti dei prigionieri dei diritti dei rom e dei migranti, è inconcepibile che una donna senza diritti , debba necessariamente mettere in conto che nella propria vita da civile e ancor più in quella militare, che almeno uno stupro le toccherà sicuramente , proprio come un attacco di influenza .Sarà sempre una creatura uccisa a metà, .che mai dimenticherà, ma uno stupro non viene mai considerato un tentato omicidio come dovrebbe essere ogni tipo di violenza subita .Far prevalere i danni fisici, se riconosciuti, su quelli esistenziali è l errore di base su cui galleggia questa prevaricazione assodata.

  • Inserito da rita il 21/08/2012 14:29:39

    altro da dire, non c'e'............!!!!!!!!!!!!!

  • Inserito da GIOVANNI il 21/08/2012 14:21:54

    Mi fanno ridere..... É normale che se metti delle donne in un ambiente gerarchico e maschilista quelle vengano stuprate..... Succedeva pure ai soldati di primo pelo appena arruolati quando avevano la sfiga di imbeccare qualche superiore ricchione..... Il famoso gioco della saponetta ahahahahah Quindi di che si lamentano?? In guerra poi la bestialità dell' uomo aumenta e con essa l' aggressività, mettici pure l' assunzione di sostanze stupefacenti di cui fanno largo uso per superare la paura e il gioco é fatto, Lamguerra é roba per uomini, le donne han voluto giocà a fa i maschiacci???? E peggio per loro

  • Inserito da tedoforo il 21/08/2012 14:11:21

    Bellissimo articolo, scritto senza retorica o falsa enfasi. Akin, come giustamente osservato da Loredana deve essere solo ripudiato in quanto simil-uomo. Persona indegna e disgustosa, nemico delle donne di tutto il mondo. Che nell'esercito esista questo maschilismo così sadico lo sapevo solo dai film, non a questi livelli. Sicuramente noi uomini saremmo stati più tutelati.

  • Inserito da Loredana il 21/08/2012 13:49:02

    Ho letto, o almeno, ho cercato di leggere l'intervista a questo sig. Akin, anche se ho dovuto prima lottare contro una certa irritazione a vedere due parole accostate assieme, legittimo e stupro, che non hanno proprio a che vedere l'uno con l'altra. Alla terza riga, quando il suddetto signore sosteneva che le donne sono in realtà in grado di far fronte ad uno stupro e hanno modo di impedirlo, pur guardandosi bene dallo spiegare COME, ho ceduto e ho chiuso, prima di spaccare qualcosa. Ammetto di non essere particolarmente obiettiva su questo argomento, ed è praticamente impossibile esserlo. Lo stupro è un crimine che nasce direttamente dall'odio e dall'ignoranza più profondi. Tuttavia, poiché colpisce soprattutto le donne, non viene quasi considerato un crimine, ma uno spiacevole incidente. Credo si sia detto tutto sullo stupro, sulle sue cause, sulle sue conseguenze, da ogni punto di vista. Tuttavia, continuo ad avere la sgradevolissima impressione che non lo si prenda nella giusta considerazione. Ora, mi sorge una domanda: ma se fossero gli uomini le vittime principali, e non da parte di donne, ma da parte di altri uomini, COSA SI FAREBBE PER EVITARE IL CRIMINE, E PUNIRE I COLPEVOLI?

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