Zucche dai volti minacciosi

Halloween, tra storia e succulente ricette

La tradizione alimentare per la festa di Ognissanti

di Carlo  Spallino Centonze

Halloween, tra storia e succulente ricette

Stingy Jack

Ogni anno il successo in Italia della festa di Halloween provoca una polemica sui riti d’ importazione e sulla perdita della nostra tradizione. Ma chi crede che Halloween sia solo una festa pagana o un rito un po’ satanico farebbe bene a documentarsi meglio poiché la sua origine è invece tutta cattolica. La spiegazione viene in parte data dall’etimologia della parola Halloween che altro non è che la contrazione di “ all hallow eve” ovvero la vigilia di ognissanti , dove hallow è l’antico termine per dire Santo,  e i santi esistono solo nel culto cristiano,  oppure è la contrazione di “all hallow even”,  considerato il fatto che, sempre nel culto cristiano, la festa ha inizio con il vespero della vigilia.

Si deve infatti a Bonifacio IV l’istituzione della festa di Ognissanti  nel  610 d.C., che però si celebrava il 13 Maggio. Con l’intento di convertire la Germania al cristianesimo Gregorio III nell’VIII secolo sposta la data al 1 novembre  facendola  coincidere  con la festività celtica di Samhain,  che aveva a che fare col culto dei morti, esortando così i tedeschi a una rielaborazione  della tradizione celtica in chiave cattolica.

Intagliare delle zucche con volti minacciosi illuminati da una candela accesa all'interno è il tradizionale rito di Halloween. Il loro nome, "Jack-o'-lantern", ha origine dall'omonima leggenda irlandese ( nazione di tradizione cattolica), tipica di questa ricorrenza. La leggenda racconta che il fabbro "Stingy Jack", dedito all’alcool e a una vita dissoluta,  per pagare  i propri debiti di gioco vendette l’anima al diavolo. Incontrato il Demonio la sera di Halloween, Jack gli offrì da bere. Questi accettò  nell’attesa di riscuotere il dovuto. Jack però sfidò il Diavolo, dicendogli che dubitava che potesse trasformarsi in qualsiasi cosa volesse. Il Diavolo si trasformò allora in una moneta che avrebbe pagato la bevuta e gli eccessi di Jack. Il fabbro però fu lesto a mettere la moneta in tasca assieme ad una croce d'argento che possedeva, impedendo così al Diavolo di ritrasformarsi. I due si accordarono che per un anno il fabbro sarebbe stato lasciato in pace, tempo che avrebbe speso per cambiare vita e redimersi. Il Diavolo accettò, ma Jack lasciò trascorrere il tempo senza ravvedersi e senza curarsi della moglie, dei poveri e andare in chiesa, come si era proposto. Quando l'anno successivo nel giorno di Halloween il Diavolo si presentò, Jack lo beffò nuovamente, riuscendo a fare con lui un patto che prevedeva che non l'avrebbe preso per dieci anni. Però l'anno seguente Jack morì. Rifiutato dal Paradiso, si presentò all'inferno, ma anche qui il Diavolo, in base al loro patto lo rifiutò. Quando Jack si allontanò dalla porta dell'inferno, il Diavolo gli scagliò un tizzone ardente, che Jack pose dentro una rapa cava, per farsi luce nel suo eterno vagare alla ricerca di una dimora.

Questa leggenda irlandese voleva far meditare, soprattutto i più piccoli, sulle conseguenze tremende di una condotta di vita sbagliata,  vagare nelle le tenebre, reali e simboliche, rappresentava la dannazione. Divenne tradizione scavare le rape e illuminarle all'interno con una fiamma, per esporle di notte. Fu la massiccia immigrazione irlandese del XIX secolo a portare nel nuovo mondo la tradizione di Halloween. Negli Stati Uniti le diverse tradizioni legate alla festa di Ognissanti confluirono, assumendo l’attuale connotazione. Qui però trovare le rape adatte ad essere scavate era piuttosto difficile e quindi vennero sostituite con le zucche.

In epoca vittoriana l’alta società americana adottò Halloween e divenne di gran moda organizzare feste, principalmente a scopo benefico, la notte del 31 ottobre. La necessità di esorcizzare ed  eliminare qualsiasi  collegamento con la morte  rese indispensabile amplificare i giochi e la parte scherzosa della festa.

La tradizione alimentare legata alla festa di Ognissanti coincide con quella del culto dei morti, nel nostro Paese è certamente vastissima e cambia da zona a zona, da regione a regione, a volte da paese a paese, in un tripudio di dolcetti e preparazioni salate dai nomi macabri: fave dei morti, ossa da mordere, pane dei morti, morticelli .

Le fave e i legumi sono  alimenti tradizionali di questa festa. Già i greci nelle Antesterie, feste dedicate a Dionisio che duravano tre giorni, durante i quali si riteneva che i defunti tornassero sulla terra, dedicavano l’ultima giornata alla festa della pentola” e preparavano grandi quantità di legumi. In Sicilia, in provincia di Trapani, a casa dei miei bisnonni, per questa ricorrenza si mangiava e si mangia ancora oggi  pasta e fagioli. 

La vellutina trapanese è un’eccezionale qualità di fagioli rossi, piccoli e molto gustosi. In genere si trovano secchi , quindi si devono  mettere a bagno in acqua fredda per tutta la notte. Poi si lessano con della cipolla e una costa di sedano, badando di salarli a cottura ultimata. Si preparano dei tagliolini freschi di sola semola di grano duro e acqua. Nell’acqua di lessatura dei tagliolini si mette una quantità a piacere di finocchietto selvatico che poi si scolerà assieme alla pasta. Cotta la quale si unisce ai fagioli, si lascia riposare qualche minuto e si completa con un filo di olio “nuovo” di nocellara del Belice, (che essendo appena stato fatto, nel periodo della festa di Ognissanti ha ancora un gusto intenso e un po’ piccante). A casa mia una parte dei fagioli si passa al setaccio per rendere il tutto più cremoso.

Se non si vuole seguire la tradizione e si confeziona una bella “jack-o’-lantern”, allora con la polpa ricavata dallo svuotamento della zucca  preparate un risotto che non è un piatto della tradizione di Halloween, ma che è sempre un bel mangiare.

Io lo preparo così, per sei persone: taglio tre etti di zucca a piccoli pezzi, soffriggo uno scalogno, rosolo per pochi minuti la zucca e la metto a stufare in un paio di mestoli di  brodo vegetale finché non è morbida e ha prodotto un sughetto denso. Tosto quattro etti di riso Carnaroli in una noce di burro e comincio a fare il risotto nel modo classico. A tre quarti della cottura aggiungo la zucca, a cottura ultimata, venti venticinque minuti, manteco con una abbondante quantità di parmigiano, regolo di sale e aggiungo una grattata di pepe.

Qualunque sia il vostro modo di festeggiare Halloween, la festa di Ognissanti o il giorno dei Morti, bon appetit.

 

Piaciuto questo Articolo? Condividilo...

    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da matri77 il 02/11/2011 15:17:34

    Accidenti che bravo.... ancora ancora

Inserisci un Commento

Nickname (richiesto)
Email (non pubblicata, richiesta) *
Website (non pubblicato, facoltativo)
Capc

inserisci il codice

Inserendo il commento dichiaro di aver letto l'informativa privacy di questo sito ed averne accettate le condizioni.