Calunnie e doppiopetto blu

Il mutevole significato di viltà

Mortimer conduceva una vita indecorosa e riprovevole, meschino agli occhi degli altri... (Cap. 36)

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Il mutevole significato di viltà

MARAMALDO MENTRE PERCUOTE IL FERRUCCI

«Permettetemi, in queste poche righe, di evidenziare un’interpretazione molto particolare di ciò che è la codardia, la viltà, la vigliaccheria, o che dir si voglia.

Non si tratta di un difetto nella personalità di un individuo che lo porta ad adottare atteggiamenti imbarazzanti e riprovevoli nei confronti di certe situazioni, come si cerca di trasporre nella maggior parte delle società, per non dire in tutte.

La vigliaccheria è un sentimento che vive l'individuo, di comune accordo con la sua lista di giudizi, di valutazioni e comportamenti adeguati, che si è costruito durante la sua vita e che riceve le influenze della società a cui appartiene.

Questo sentimento torturerà la persona in base esclusivamente alla sua sensibilità.

In caso contrario, il suo inconscio s’incaricherà di alloggiarlo al suo interno, ma continuerà, stando fisso lì, a far soffrire la vittima in una forma o in un’altra.

Ma in realtà, si tratta di un sostantivo astratto e inesistente, fino al momento in cui l'individuo gli dà vita.

Non si tratterà di vigliaccheria perché la determinano gli altri. Neanche lo sarà per avere sostenuto un atteggiamento determinato di fronte al fatto in questione.

Lo sarà esclusivamente se convinti di ciò.

Un soldato non è un vile perché nutre il sentimento della paura affrontando il nemico per difendere la sua patria.

E non sarà un pusillanime se -con tanto terrore di fronte all’attacco ostile fugge per difendere la sua vita-; è, soprattutto, un atto naturale di ogni essere vivente. Né è un eroe se decide di rischiare la propria vita in difesa di…

Gli eroi e i codardi non esistono.

Ovviamente, da quando si parla di specie umana questi due prototipi sono sempre esistiti, grazie a un piccolo gruppo di individui che ha saputo inventare, sapientemente, ed inculcare entrambi i concetti alle maggioranze per ovvie ragioni di convenienza, giungendo alla conclusione che tale circostanza continuerà per i tempi dei tempi, perché è la forma più pratica che hanno i facoltosi di prolungare la sicurezza e il benessere delle loro vite lussuriose, a spese del rischio assunto per gli altri.

 A volte appaiono, qua e là delle eccezioni alla regola, come in tutte le cose.

 Questo tipo di situazione, quella di essere "un codardo" può realizzarsi in qualsiasi ambito delle nostre vite.

 Può toccare non solo il giovane arruolato nelle file di un esercito, ma pure chi è stato partecipe di una rapina a mano armata e ha visto una persona cara perire accanto e, magari, gli è risultato difficile non sentirsi colpevole di avere agito con vigliaccheria e non avere ostacolato il criminale di turno.


Anche se la sensazione, di non agire, è sbagliata, il sentimento è quello più genuino. Solo l’individuo avrà la possibilità, se vuole, di perorare la propria causa affermando che ogni essere umano ha il sacrosanto diritto di proteggere e difendere innanzitutto la propria vita.

Questa è l'idiosincrasia naturale con la quale nasciamo e che ci permette di aumentare le possibilità di perpetuità della specie. Tutto il resto viene deliberatamente creato e provocato per perseguire altri interessi al di fuori della natura e con la sola intenzione di manipolare gli altri». 

Quanto sopra altro non era che una relazione di Peter, quando ventenne, frequentava l’Università di Hoboken, sul tema della viltà. Era ciò che intendeva di questa deprecabile virtù e, come si è potuto constatare, c’era andato piuttosto soft, quasi in difesa, quasi a giustificare il codardo.

Da anni, ormai aveva cambiato tale concetto, soprattutto dopo l’esperienza avuta con Steven Mortimer, Tick in the skin, e sua moglie Elizabeth Roughoaks, l’avida sgualdrina.

Già, in altri capitoli, abbiamo riferito di Tick quale essere pauroso e vile.

La parola vile, ai giorni nostri, non è più usata, fa parte di quelle estrinsecazioni che il mondo moderno vorrebbe rimpiattare in soffitta unitamente al vocabolo onore.

Infatti, esiste un legame tra l’onore e la viltà.

Vile, -Mortimer-, è qualcuno che conduce una vita indecorosa e riprovevole, meschino agli occhi degli altri e, in primis, dei suoi uguali.

Come detto precedentemente è codardo colui che, al comando di un battaglione di soldati, si da alla fuga; è pusillanime chi si nasconde dietro un amico (sempre Steven come esempio, quando insieme ad un poliziotto assoldato alla sua mercé cerca con ogni mezzo di tradire miseramente e vigliaccamente alle spalle Peter) e si salva grazie alla sua morte; è vile chi accusa un altro di una colpa che ha commesso lui ( Tick e Elizabeth che emettono falsa documentazione nei report di Cummings al fine di farlo passare quale estorsore); è vile chi fugge davanti alla responsabilità (Steven e sua moglie che con la massima codardia si dimostrano amici di Peter, fuggendo da ogni loro attribuzione).

In sostanza, per Cummings, ora il meschino non era solo un pauroso che evitava la responsabilità e si nascondeva, ma chi, con la propria condotta, danneggiava individui a cui avrebbe dovuto attenzione e deferenza.

È codardo chi, in un duello, si ferma prima di essere arrivato alla meta definita e spara al rivale alle spalle.

Gesto tipico dei Roughoaks quando si sentivano in pericolo: mandavano il nemico allo scoperto e lo trucidavano a tergo.

Anni orsono per accennare a una persona vile, falsa e perfida si adoperava il termine «maramaldo ». L’espressione deriva da Fabrizio Maramaldo, al servizio di Carlo V d’Asburgo, che si fece condurre il prigioniero Francesco Ferrucci, della Repubblica Fiorentina, nel centro della piazza di Gavinana, lo sguarnì delle armi e contro tutte le regole della cavalleria si vendicò di certune offese precedenti, percuotendolo a sangue freddo e lasciandolo poi massacrare dai suoi soldati (Agosto 1530).

E, da qui, l’ormai popolarissima frase del Ferrucci: «Vile, tu uccidi un uomo morto».

A tutt’oggi c’è da pensare che certe citazioni, con i loro significati annessi, siano ormai definitivamente riposte in una vetusta cassapanca nel solaio, e nessuno prova più quegli impulsi.

Ma non è vero!

Non esisteranno più queste regole di cavalleria, ma rimangono nonostante tutto le consuetudini del merito, del coraggio e dell’amicizia.

La moltitudine sostenta la tesi che la vigliaccheria nel mondo d’oggi è scomparsa, che non è più palese come prima.

Chiedetelo a Peter Cummings!

E, lui, vi risponderà, come ebbe a dire al suo avvocato:

«Non ho mai incontrato tanti vili come nella famiglia Roughoaks.

In loro, la codardia, è un sentimento così esteso, così consueto che non ci fanno più caso. Semmai, li colpisce la persona coraggiosa che ha l’ardimento di affrontarli e di dir loro apertamente ciò che pensa.

Rinnegano, continuamente, se stessi. Non affrontano in alcuna maniera le proprie responsabilità ( Tick, la zoccola, Mr Roughoaks). Conta solo la loro avidità di capitalisti che controllano l intera economia di Hoboken, affossando con calunnie e false dichiarazioni chi cerca di instradarli sulla via della correttezza.

 

Cupidigia e viltà, viltà e voglia sfrenata di infinocchiare il prossimo, come tutti i dollari esportati nei vari paradisi fiscali, i pagamenti al nero, lo sfruttamento delle maestranze, alcune delle quali assoldate per deporre contro di me. Le truffe doganali, i furti commissionati, le tante aderenze con i potenti di turno.

Neanche una goccia di umanità alberga nei cuori di questa losca famiglia, possa Dio perdonarli , ma temo che la giustizia divina pareggerà i conti.”

Quanta stoltezza, quanta vigliaccheria, quanta tristizia si nascondono talora sotto la maschera del buon senso”.

Arturo Graf, Ecce Homo, 1908

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