Il Tg3 di BIanca Berlinguer

Alla Rai preferiscono ignorare le notizie e la pietas per i morti a favore del film sulla Diaz

Neppure un servizio dedicato ai morti di Padova, ma in compenso un'esortazione a sollecitare la messa in onda di un film

di  Totalità

Alla Rai preferiscono ignorare le notizie e la pietas per i morti a favore del film sulla Diaz

Nei pressi di Padova un autobus pieno di carabinieri in congedo e i loro familiari precipita in una scarpata, il bilancio: 5 morti e 9 feriti gravi.

A Pozzuoli un uomo di 72 anni si spara, lasciando scritto «La dignità vale più della vita», è in fin di vita, doveva 15.000 € al Fisco.

A Enna un precario di 47 anni, cui avevano ridotto l’orario di lavoro (con conseguente riduzione dello stipendio) si impicca.

Per il Tg3 tutto ciò è secondario, anzi ininfluente, addirittura indegno di una segnalazione nel notiziario delle 19. In compenso il Tg diretto dalla Berlinguer è da giorni in prima linea col coltello fra i denti contro i tagli che la direzione Rai gli ha imposto.

E al posto di un servizio sui morti di Padova preferisce lanciare una campagna fra i telespettatori per ottenere la messa in onda sulla televisione di Stato del film sulla caserma Diaz, un film per il quale i nemici storici dei celerini aspettavano prestigiosi riconoscimenti ai David di Donatello, rimanendo a bocca asciutta; un film che al botteghino ha fatto flop.

Da non credere! Poi si legge che lo sciagurato che a Bergamo ha tenuto in ostaggio un impiegato di Equitalia non pagava il canone Rai, non si può dargli torto neppure in questo!

Come usciremo dalle secche di questa crisi se non è condivisa neppure la priorità dei valori elementari come il diritto alla vita oltre il fisco, o la pietas per i morti in un incidente automobilistico?

Se in questo paese chi fa informazione, pagato direttamente con i nostri soldi, in quello che si chiama servizio pubblico, opta per la battaglia ideologica legata a vecchie logiche di parte, e ignora un dramma umano, significa che l’antipolitica è destinata a vincere e con essa a morire la democrazia e la cultura, significa consegnare il paese all’inciviltà, cancellare secoli e secoli di storia, regredire allo stato pre-sociale.

Diventeremo il primo Stato di un distopico 4° mondo.

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