Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Potrebbero rappresentarla tutti anni in tutte le stagioni, ma la bella Gitana continuerebbe sempre a affascinare e a sedurre, anche se il “vestito” può lasciare a desiderare. Mentre stanno per accendersi le luci della ribalta del Fernan Cortez, Carmen si prepara a prendere il via domani, domenica 13 ottobre alle ore 20; repliche il 15, 17, 18 e 22 ottobre alle 20; 19 ottobre alle 15:30. La regia è sempre quella, contestata, di Leo Muscato, sia per l’ambientazione in un campo nomadi che mette molto in secondo piano il colorito “spagnolo” dell’opera, e soprattutto il discutibilissimo finale in cui è Carmen che spara a Don Josè, contrariamente a quanto previsto nel libretto.
Ma come avrebbe detto Verlaine, La musica sopra ogni cosa. Carmen resta uno dei titoli un più affascinanti del repertorio lirico, tale da incantare persino un Nietzsche ormai distaccato dalle seduzioni nordiche di Wagner: un capolavoro assoluto in cui la musica si fa davvero linguaggio universale, facendosi tramite di passioni, sentimenti, atmosfere indimenticabili. A dirigere l’edizione che parte domani un giovane e talentuoso direttore d’orchestra, Sesto Quatrini, che ha dichiarato: “ sono felice e soddisfatto del lavoro fatto con l’Orchestra, il Coro del Maggio e con il cast di questa Carmen – spiega Sesto Quatrini -. Quello al Maggio è un debutto che sogno fin da quando ero bambino, per me è motivo di particolare orgoglio essere a Firenze e condurre un’orchestra eccezionale come questa. Il pubblico che verrà ad assistere allo spettacolo avrà modo di ascoltare l’edizione completa, dalla prima all’ultima nota, del capolavoro di Bizet del 1875. Carmen è un’opera di fuoco e sangue, vibrante dall’inizio alla fine, che sottopone il direttore d’orchestra ad una sfida grandissima, quella di tenere alta la tensione drammatica durante tutto l’arco dell’opera. La mia lettura del capolavoro di Bizet è una lettura a tinte forti, con una grande differenziazione tra i temi dell’amore e le tinte più noir della partitura”.
Per quanto riguarda gli interpreti, nel ruolo di Carmen si alterneranno Marina Comparato e Karina Demurova (15, 18, 22), in quello di Don Josè Luciano Ganci e Samuele Simoncini (15, 18, 22, 25), mentre Escamillo sarà Fabrizio Beggi e nel ruolo ci Michaela ci saranno Lavinia Bini e Federica Vitali (15, 18, 22).
Abbiamo già presentato più volte quest’opera e pertanto ci limiteremo a ripetere gli elementi fondamentali. In Carmen Georges Bizet dà veramente il meglio di sé, lavorando sul libretto che Henri Meilhac e Ludovic Halévy (i librettisti delle operette di Offenbach) ricavano dal racconto di Merimée. Al centro della vicenda resta la gitana Carmen, simbolo di vitalità e spontaneità assolute: “ Finalmente l'amore, l'amore ritradotto nella natura! Non l'amore di una “vergine superiore”! Nessun sentimentalismo tipo Senta! Sibbene l'amore come fatum, come fatalità, cinico, innocente, crudele – e appunto in ciò natura! “scrisse Nietzsche nel 1888, dopo aver trovato nella innocente maliarda gitana un antidoto agli ormai trascorsi bollori wagneriani. E questa libertà e “naturalità” Carmen le difende sino alla morte, anche contro Don Josè, gendarme che solo la seduzione della protagonista trasforma in fuorilegge sino a spingerlo al delitto. I due librettisti inseriscono poi personaggi che nel racconto avevano scarso rilievo, come il torero Escamillo, che da avventura “secondaria” di Carmen diventa nell’opera l’elemento catalizzatore della gelosia di Don Josè, o addirittura inventati ex novo come la fidanzata del gendarme, Micaela, innamorata pura e sincera ma anche alquanto banale.
Ma uno dei punti chiave è il modo in cui Bizet adopera il colore “esotico”, in questo caso l’elemento spagnolo. Ad esempio la celebre Habanera condensa nel giro di pochi versi, (dettati dal compositore stesso che seguì con molta attenzione la genesi di un libretto senz'altro ben congegnato e coinvolgente) e in un ritmo persistente e quasi ossessivo l’essenza quasi persefonesca della natura di Carmen. La scena della seduzione di Don Josè si snoda sulle movenze sensuali della seguidilla, mentre l’epilogo tragico si compie nel clima festoso e colorato della corrida di Escamillo. Un modus operandi che influenzerà non poco la vicina opera verista, sia in Francia che soprattutto in Italia.
Carmen, protagonista assoluta, nasce dalla musica, nella sfrenatezza del canto e della danza che hanno in effetti qualcosa di dionisiaco. In questo contesto, l’elemento spagnolo non è quasi mai puramente folcloristico, ma è in un certo senso il tramite tra finzione scenica e realtà, venendo a configurare un ambiente fortemente realistico. Certo, Don Josè e Micaela si esprimono ancora nel linguaggio convenzionale dell’opera francese del tempo, ispirato soprattutto a Gounod, uno dei maestri di Bizet: un tipo di melodia elegante e sentimentale. Ma c’è anche -e soprattutto – la sensualità ardente e sfrenata della gitana, in una vicenda di sangue e morte, in un contesto dalla forte accentuazione popolare. Per un contesto del genere occorrevano melodie di ben altro tipo, che la critica della prima non comprese e non apprezzò. A questo scopo contribuirono non solo i ritmi spagnoli, ma anche l’adozione di temi più cantabili che sfioravano il “popolaresco”, come la celebre canzone del Toreador, perfetto “biglietto da visita” per la figura e il ruolo del personaggio. Per questi, come per altri aspetti, Bizet realizzò con un certo anticipo quello che sarebbe stato il manifesto del teatro musicale di fine XIX secolo. [i]
Carmen
opera-comique in quattro atti di Henri Meilhac e
Ludovic Halévy
tratto dalla novella di Prosper Mérimée
Versione Opéra-Comique 1875
Allestimento del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino
Maestro concertatore
e direttore Sesto Quatrini
Regia Leo Muscato
Orchestra, Coro e Coro delle voci bianche del Maggio Musicale Fiorentino
Maestro del Coro e del Coro delle voci bianche Lorenzo Fratini
Artisti
Don José Luciano
Ganci/ Samuele Simoncini (15, 18, 22, 25)
Escamillo Fabrizio Beggi
Le Dancaïre Min Kim
Le Remendado Antonio Garés
Moralès Francesco Samuele Venuti
Zuniga Shuxin Li
Carmen Marina Comparato/Karina Demurova (15, 18, 22)
Micaëla Lavinia Bini/Federica Vitali (15, 18, 22)
Frasquita Costanza Fontana
Mercédès Giada Frasconi
Une marchande d’orange Teodolinda De Giovanni/ Mirabela Castillo
Un bohémien Giovanni Mazzei/ Egidio Massimo Naccarato
Lillas Pastia Leonardo Cirri
LA TRAMA DELL’OPERA:
ATTO I
In una piazza di Siviglia il sergente Moralès e un gruppo di dragoni osservano
la giovane Micaela che cerca il suo amato, il brigadiere Don José. Venendo a
sapere che José arriverà di lì a poco, si allontana, rifiutando le attenzioni
di Moralès. Don José arriva poco prima della pausa delle sigaraie che
escono dalla fabbrica acclamando la bella gitana Carmen. Costei accortasi
che José la ignora, intona l'habanera e gli lancia un fiore. Il
brigadiere resta turbato e nasconde il fiore sotto la giacca.
Micaela, tornata in piazza, consegna a José una lettera della madre e, prima di
congedarsi da lui, lo bacia castamente. Scoppia una rissa tra le sigaraie e
Carmen, la più aggressiva, viene arrestata dal tenente Zuniga, che ordina a
José di portarla in prigione. Rimasta sola con il brigadiere, Carmen lo seduce
e gli promette il suo amore in cambio della libertà. José, irretito, l'aiuta a
fuggire.
ATTO II
È trascorso un mese. Carmen danza e canta nell'osteria di Lillas Pastia con le
altre zingare ed attende il ritorno di Don José, incarcerato perché colpevole
di averla fatta fuggire. Venuto a brindare con gli amici, entra il torero
Escamillo che rivolge a Carmen parole galanti, ma viene respinto. Arriva José,
uscito di pigione, e nel frattempo suona la tromba che ordina il rientro dei
militari; il brigadiere, schernito e aizzato da Carmen, esita a staccarsi da
lei. Quando il tenente Zuniga gli ordina di rientrare, Josè si ribella e
scoppia una rissa. Due contrabbandieri li separano e José si unisce loro e a
Carmen disertando l'esercito.
ATTO III
José, torturato dai rimorsi, si accorge Carmen non è davvero interessata a lui.
La zingara interroga le carte che le predicono la morte vicina. Micaela
raggiunge, non vista, il campo dei contrabbandieri in cerca di José; anche il
torero Escamillo è lì, in cerca di Carmen. Geloso del rivale, José sfida a
duello il torero, ma viene fermato dagli zingari che trovano Micaela nascosta tra
le rocce; costei riferisce a José che la madre è in punto di morte. José
accetta di seguirla, ma prima di andarsene minaccia Carmen, della quale è
follemente innamorato.
ATTO IV
Di fronte all'arena di Siviglia la folla acclama festante il corteo dei toreri;
tra la folla, innamorata di Escamillo, c'è Carmen. Le sue amiche Mercedes e
Frasquita la avvertono che Josè è nelle vicinanze, invitandola a scappare; lei
lo affronta nella piazza, gli dice di non amarlo più e, in segno di disprezzo,
si sfila l'anello che le ha donato e glielo getta addosso. Disperato e accecato
dall'ira, José uccide Carmen con una pugnalata mentre la folla festeggia la
vittoria di Escamillo.
Inserito da DeweyHem il 10/11/2019 05:48:00
Inserito da JoyceGBrown il 14/10/2019 20:40:59
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