Maggio Musicale Fiorentino

I successi del Maggio: Conlon e Bellini entusiasmano il pubblico.

Ottimo esito del concerto del 15 maggio e soprattutto della Straniera di Bellini, grazie a un grande Luisi, una eccellente orchestra e coro e un cast di tutto rispetto.

di Domenico Del Nero

I successi del Maggio: Conlon e Bellini entusiasmano il pubblico.

Due serate di grande spessore artistico e culturale: mercoledì 15 James Conlon con l’orchestra sinfonica della Rai ha presentato un programma molto vivido e affascinante di “pitture musicali”: nella prima parte Ottorino Respighi, il grande compositore novecentesco italiano allievo di Rimsky – Korsakov, i cui poemi sinfonici sono veri e propri gioielli di strumentazione, con il suo  Trittico Botticelliano;  Bohuslav Martinu, musicista Ceco (1890-1959 con i Les Fresques de Piero della Francesca (1956),  ispirate alla vera passione che il compositori concepì per le opere di questo pittori durante un soggiorno in Italia nel 1954; infine, nella seconda parte, i Quadri di una esposizione di Musorgskij, composto nel 1874 per pianoforte, nella notissima versione orchestrale di Maurice Ravel (1923). Un appuntamento dunque tutto pittorico e tutto novecentesco, dato anche l’ultima composizione era presentata nel cesello orchestrale di uno dei più raffinati compositori del secolo scorso.

Il primo lavoro fu concepito per un organico orchestrale ridotto ma non per questo non riesce ad ottenere effetti meno vividi e sinestetici dei capolavori più noti: ciascun brano “ricostruisce” un dipinto botticelliano (La Primavera, L’adorazione dei Magi e la nascita di Venere. L’orchestra della rai, sotto la guida esperta e sicura di Conlon, ha saputo perfettamente ricreare l’atmosfera rarefatta e delicatamente neoclassica di questo trittico: dai delicati soffi di vento dell’allegro iniziale della Primavera all’atmosfera sacra e festosa del Natale con la “citazione” del tu scendi dalle stelle sino al ritorno ad una atmosfera paganeggiante, quasi lucreziana, con La nascita di Venere.

Ben più ampio l’organico del secondo titolo, una suite di tre brani sinfonici per grande orchestra; le storie raffigurare dal grande pittore, a partire dall’incontro di Salomone con la regina di Saba al Sogno di Costantino per finire con una visione d’insieme degli affreschi. La musica sembra voler riprodurre l’incanto e la meraviglia dello sguardo che spazia nel tentativo di abbracciare tanta bellezza; ancora una volta Conlon e la sua orchestra rendono perfettamente la straordinaria complessità di un brano che passa da momenti di grande tensione drammatica e narrativa ad altri di stupita contemplazione.

Se vivo è stato il successo e il gradimento del pubblico nella prima parte, nella seconda, quella dei Quadri , si è trasformato in un a vera e propria ovazione e del tutta meritata: la straordinaria ricchezza coloristica di questa partitura è stata resa veramente al meglio, con la massima cura del dialogo tra i vari strumenti, le parti solistiche, la precisione degli ottoni, dei legni, dei fiati. Il clima onirico e surreale delle pitture di Gartmann che il compositore russo (e Ravel) hanno tradotto in musica è stato reso con un fascino e una maestria degno veramente delle grandi esecuzioni.

E sicuramente non da meno l’appuntamento con la Straniera di Vincenzo Bellini, con la regia di Mateo Zoni e la direzione di Fabio Luisi. Un’opera davvero singolare, di grande fascino e bellezza, tanto da deplorare il fatto che sia tra le meno note ed eseguite del compositore catanese. E questa edizione del Maggio, senza tagli e con un cast di tutto rispetto, potrebbe essere veramente un modello per il rilancio dell’opera. [i]

La regia di Mateo Zoni, dal taglio “alla Bunuel”, come da lui stesso dichiarato. Era forse un po’ troppo spoglia nelle scenografie, ravvivate comunque da alcuni “notturni” proiettati su schermo. Oggi sembra essere molto di moda l’uso di pannelli più o meno anonimi per qualsiasi collocazione temporale. “Per il modo unico di penetrare l’inconscio , è il genere di dramma che sarebbe piaciuto a André Breton o Luis Buñuel. Un caso estremo nell’arte belliniana. Più che fortemente romantica, oggi appare quasi surrealista ante litteram : avanguardia che sarebbe venuta un secolo più tardi (…)  Per questi motivi ho scelto un’ambientazione che potrebbe essere il medioevo come anche un futuro non troppo lontano, visto da una certa angolazione. C’è il mondo di palazzo, luminoso solo in apparenza e l’universo di tenebra dove vive la Straniera, più reale e sensuale …” – dichiara il regista.

Nel complesso comunque la regia funziona: molto belli i costumi di Stefano Ciammitti improntati a un medioevo per l’appunto “surreale”, come quello della Straniera (Alaide) che richiama ora la sensualità ora la stregoneria; i personaggi sono ben caratterizzati ( un po’ statico forse Arturo, il tenore), ben calibrata la presenza del coro. Ottimo anche il gioco di luci di Daniele Ciprì.

Fabio Luisi affronta la partitura belliniana con la consueta, alta professionalità. La Straniera, anche nella strumentazione (che di solito non è il punto forte di Bellini) presenta una caratterizzazione romantica, con impennate, slanci e momenti di tensione che sembrano presagire Verdi. Luisi calibra in modo perfetto vigore e dolcezza, come nei bellissimi passaggi dei corni che introducono il coro dei cacciatori del primo atto (campo ai veltri) evidenziando sia i passaggi più impetuosi che le sfumature più intimistiche, quali l’accompagnamento all’aria di Isoletta nel secondo atto. L’orchestra lo seconda al meglio e la sintonia con il palcoscenico è senza intoppi.

Come in ogni opera “romantica” che si rispetti il coro ha ovviamente un ruolo non secondario e il coro del Maggio ha confermato ancora una volta il suo livello davvero straordinario, sia a livello di esecuzione canora (un commento ora vibrante ora dolente, sempre perfettamente intonato) che sul piano scenico. Insieme all’orchestra, è sicuramente una eccellenza di cui il teatro del Maggio può andare fiero.

Anche il cast vocale presenta un livello davvero notevole, a partire dalla protagonista, la soprano georgiana Salome Jicia: dotata di un bel timbro scuro, sicura nel declamato e nelle colorature, imponente negli acuti, la giovane cantante (recente “scoperta” del Rossini Opera Festival) ha dato vita un personaggio umanissimo e dolente, credibile anche sul piano della recitazione. Particolarmente calorosi – e meritati – gli applausi per lei a fine spettacolo.

E anche l’altro personaggio femminile, la Isoletta del mezzosoprano Laura Verrecchia, non ha sicuramente sfigurato. Molto espressiva nei recitativi e dotati di un buon fraseggio, la Verrecchia ha affrontato con grande abilità il recitativo e aria del secondo atto (Né alcun ritorna … ah, se non m’ami più), espressiva nel recitativo, con buona presenza scenica, con un centro sicuro e padronanza del registro acuto.

Il tenore Dario Schmunck  nel ruolo di Arturo è risultato a tratti un po’ “sfocato” e non sempre sicuro nel fraseggio e negli acuti, ma nel complesso la presta zione è stata più che dignitosa. Il Valdeburgodi Serban Vasile  è stato molto valido  nell’interpretazione di un personaggio “difficile”, in quanto esula del tutto dal solito baritono “antagonista” del tenore nella passione amorosa: nel tentativo di conciliare i doveri di amico e di fratello, dà vita a un carattere forte e saggio nello stesso tempo, che cerca inutilmente di strappare Arturo a una passione senza speranza. Dotato di un bel timbro scuro e di una buona estensione, ha retto molto bene la parte anche sul piano vocale. Buone anche le parti minori, entusiastici gli applausi e il consenso del pubblico. Assolutamente da non perdere l’ultima replica di domenica 19 (ore 15,30). Un’opera che conferma il buon andamento di un festival che offre spettacoli di qualità con frequenza quasi quotidiana: stasera alle 20 è in scena un concerto con l’orchestra del Maggio diretta da Wolfram Christ, in programma Con brio di Jörg Widmann, l’ottava di Beethoven e la terza di Schubert.

 

 



[i] La recensione si riferisce allo spettacolo di giovedì 16 maggio. Per la presentazione do entrambi gli spettacoli cfr. http://www.totalita.it/articolo.asp?articolo=9152&categoria=1&sezione=8&rubrica=8  

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