Pomeriggi alla Versiliana

Salvini: Genova non sarà una seconda Viareggio. Bagno di folla per il ministro dell’interno nella villa di D’Annunzio.

Il prossimo obiettivo? Firenze. E l'entusiasmo si scatena...

di Domenico Del Nero

Salvini: Genova non sarà una seconda Viareggio. Bagno di folla per il ministro dell’interno nella villa di D’Annunzio.

Il clima non è di certo quello mistico e raccolto dellaPioggia nel Pineto, ma qualcosa di speciale c’è. Nel parco della villa che fu di d’Annunzio affluiscono non appena si aprono i cancelli centinaia di persone, i posti a sedere diventano presto un miraggio ma questo non scoraggia chi  che ieri, sabato 18 agosto, è venuto ad ascoltare il vicepremier e ministro dell’interno alla Versiliana: non solo villeggianti che hanno rinunciato a qualche ora di relax, ma anche gente dai paesi vicini, dalla Toscana, anche da lontano. Cosa ne penserebbe il Vate? Il suo rapporto con le masse è sempre stato abbastanza ambiguo; se da un lato ostentava aristocratico disprezzo, dall’altro ne ricercava però il consenso e ci fu un momento in cui pensò a se stesso come possibile guida politica dell’Italia.

Ma  Matteo Salvini è lontanissimo da pose e atteggiamenti di tipo dannunziano.  Il suo contatto con la gente è immediato, spontaneo; qualcuno dice “di pancia”, ma in realtà non ci sono dubbi che il leader della Lega abbia saputo ritrovare un qualcosa che quasi nessun politico di oggi ha più: la capacità di entrare in sintonia con la gente, di capirne le ansie e gli interrogativi di questi anni difficilissimi e tentare – soprattutto – di dare una risposta.  Dopo anni  di imbonitori e di incantatori di serpenti che si sono poi rivelati squallide e miserabili chimere (non certo come quelle di D’Annunzio) la semplicità e l’immediatezza di Salvini riescono veramente e entusiasmare, anche perché il leader fa leva su valori – la dignità, l’appartenenza, il rispetto del lavoro e del coraggio imprenditoriale, il senso di comunità, la famiglia – che da troppo tempo sono stati del tutto sviliti e oltraggiati, con esiti tra l’altro del tutto disastrosi ad ogni livello.

E quindi anche sabato scorso la gente, persone di ogni tipo e di ogni livello sociale, hanno accolto Salvini con un vero e proprio abbraccio. E il ministro dell’interno, intervistato sul parco della Versiliana da Augusto Minzolini, ha parlato a 360 gradi, toccando alcuni tra i tempi più scottanti senza remore e senza peli sulla lingua.  A partire dalla tragedia di Genova: “Genova non sarà un’altra Viareggio, per chi ha colpe tolleranza zero. L’impegno è che ci sia giustizia, che non ci siano altri episodi come quelli di Viareggio dove dopo nove anni non ci sono ancora i colpevoli in galera e che chi sbaglia paghi. In questo caso Autostrade ha sbagliato, faremo di tutto perché non commettano altri errori, perché paghino non solo economicamente ma anche penalmente”.

Oltre a questo, il discorso corre sulle pensioni – con la legge Fornero nel mirino, e qui il ministro dell’interno ripete più volte l’obiettivo del governo di smantellarla – la difesa dei cittadini contro una fiscalità esosa  che colpisce alla cieca e che ha soffocato e distrutto numerose piccole e medie imprese e schiacciato quello spirito imprenditoriale che è una delle caratteristiche più notevoli degli italiani, l'immigrazione, il rapporto con gli alleati di governo. “ Come dissi l’anno scorso quando venni qui in Versiliana, obiettivi della lega e di questo governo sono smontare pezzo per pezzo la legge Fornero che è una delle più dannose che siano state fatte .” E sulle durata del governo il ministro è preciso e categorico: “Abbiamo firmato un contratto di governo davanti a sessata milioni di italiani e ci siamo impegnati a raggiungere determinati obiettivi. Non mi farò dettare i tempi dalla politica o dalle opportunità di partito, se avessi voluto  fare solo gli interessi della Lega avrei potuto tornare a elezioni e raddoppiare deputati e senatori” ricorda Salvini.

E naturalmente il ministro non dimentica di essere in Toscana: “Abbiamo visto con grandissima soddisfazione dopo cinquanta anni voltare pagina a Pisa e a Siena … la prossima sarà Firenze!” e qui scoppia un vero e proprio boato di entusiasmo da parte del pubblico, che prosegue quando Salvini immagina Renzi e il presidente della regione toscana Rossi entrambi “pensionati” sulla stessa spiaggia. Ma anche con il centrodestra Salvini si esprime con la massima chiarezza: in alcuni comuni e regioni del nord l’alleanza regge e bene, ma ci sono situazioni francamente poco comprensibili – il vicepremier ricorda a questo riguardo l’opposizione alla presidenza Rai di Marcello Foa. Da qui il discorso passa anche alla cultura e alla scuola; oltre a ricordare che non solo ponti e autostrade, ma anche tanti edifici scolastici vanno messi in sicurezza (e il governo si sta attrezzando per questo) sarebbe bene che a scuola si raccontasse tutta la storia, non solo crimini e orrori di una certa parte. Si deve poter parlare anche delle Foibe senza essere subito tacciati di “Fascisti”. 

Non usa toni particolarmente duri ma nemmeno arrendevoli: sulle trattative in corso  per le prossime amministrative in alcune regioni come l’Abruzzo, Salvini parla chiaro: i “tavolini” per le trattative vanno avanti da troppo tempo, se non si conclude la Lega farà da sola.

Le domande e le risposte si susseguono in tono cordiale e informale, punteggiate dall’entusiasmo e dagli applausi della gente.  E infine una sorpresa: oltre alla presenza di Massimo Boldi,  Salvini ha incontrato anche Andrea Bocelli che ha avuto per lui parole di simpatia e incoraggiamento. Pare che ci sia scappato pure un invito a cena, chissà se si scateneranno anche su questo i soliti indignati a comando ….

 

 

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    2 commenti per questo articolo

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    L'enfasi di questo articolo di Domenico Del Nero sinceramente non lo condivido. Capisco che sia di moda salire sul carro dei vincitori o presunti tali, ma anche per Salvini vale la regola che sinora abbiamo avuto solo annunci e dichiarazioni. Ci vogliono i fatti. Va bene che si inseguono i sondaggi , ma sarebbe ora di parlare di meno e fare fatti. Altrimenti si ritorna al periodo renziano.

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