Maggio Musicale Fiorentino

Momento russo al Teatro del Maggio: parte il ciclo Cajkovskij e Stravinskij

Primi appuntamenti con i due grandi musicisti russi, con la direzione di Vladimir Ashkenazy che sostituisce Zubin Mehta. E il teatro si ...rifà il trucco!

di Domenico Del Nero

Momento russo al Teatro del Maggio: parte il ciclo Cajkovskij e Stravinskij

Parte il ciclo Cajkovskij e Stravinskij della Stagione 2017/18 del Maggio  Musicale Fiorentino: un affresco russo, con una serie di appuntamenti di grande interesse in un teatro che offre alcune “piccole”, ma significative sorprese: sulla facciata del teatro campeggia ora nuova fiammante la scritta Maggio Musicale Fiorentino. Non solo, ma anche il foyer si veste a nuovo: proprio ieri sera, con il primo concerto del ciclo, si  è inaugurato il nuovo bar/punto di ristoro del teatro: nuova gestione di Gerist Ricevimenti, nuove decorazioni arredo e bancone, nuove stoviglie, più tavolini e sedie per il pubblico, proposte di menu rinnovate e ampliate.

Nella serata di ieri (ore 20) è andato in scena il primo concerto del ciclo, con il celebre pianista e direttore d’orchestra Vladimir Ashkenazy sul podio in sostituzione di Zubin Mehta, purtroppo ancora malato. il programma comprendeva lo Scherzo à la russe per orchestra di Stravinskij,  un omaggio a Cajkovskij autore di una composizione similare: lo Scherzo appartiene alla ristretta cerchia delle “musiche per film” inutilizzate del catalogo di  Stravinskij, che non era affatto un amante del genere.  Poi  il suo Concerto in re maggiore per violino e orchestra con Guy Braunstein come solista: non è uno dei lavori più noti, ma lo stesso autore lo apprezzava non poco. Si tratta di una composizione della maniera neoclassica del grande compositore. Ultimo brano la quarta sinfonia di Cajkowsky.

Domenica 8 alle ore 16,3o secondo appuntamento, tutto all’insegna del grande compositore tardoromantico, con due composizioni molto amate dal pubblico, sempre con Ashkenazy alla direzione dell’orchestra del Maggio. Nella prima parte il Concerto in re maggiore op. 35 per violino e orchestra, con Julian Rachlin come solista: è una delle tre sole composizioni per violino e orchestra del musicista e senz’altro la più nota. Strutturato in tre tempi (Allegro moderato / Canzonetta: Andante / Finale: Allegro vivacissimo ) fu composto nel 1878 durante un soggiorno sul lago di Ginevra, in compagnia di un violinista amico e allievo del compositore, Josif I. Kotek. Il concerto fu presentato per la prima volta a Vienna nel dicembre 1881, ma con esito poco felice: Eduard Hanslick parlò, per l’ultimo movimento, addirittura di “puzzo di acquavite scadente di un'orgia russa.” Oggi si tratta di un “pezzo obbligato” della letteratura concertistica per violino e orchestra, in cui l’invenzione melodica tipica del musicista si accompagna a una serie di straordinarie possibilità virtuosistiche per il solista.

La sinfonia n. 5 ( Andante. Allegro con anima / Andante cantabile con alcuna licenza. Moderato con anima. / Valse: Allegro moderato / Finale: Andante maestoso. Allegro vivace.) fu eseguita per la prima volta a S. Pietroburgo il 5 novembre 1888, dopo una rapida gestazione tra il maggio e l’agosto di quell’anno, al termine di un periodo di stasi creativa. Si tratta per certi aspetti della sua sinfonia migliore, superiore per certi aspetti alla celeberrima Patetica. “ Voglio ora lavorare accanitamente; sento in me un impulso fortissimo di dimostrare non soltanto agli altri, ma anche a me stesso che la mia capacità di comporre non si è esaurita (….) non so se le ho già scritto che lavoro a una sinfonia”

Così scriveva il musicista, il 10 giugno del 1888, all’amica e mecenate Nadezda von Meck.  La prima esecuzione non fu un grande successo e questo provocò una ulteriore crisi depressiva al suo autore, ma i successi degli anni 1889 – 90 durante una tournée europea lo confortarono non poco. 

Ancora una volta, come già nella quarta, al centro dell’opera c’è un tema del destino, vera idea fissa che ne costituisce il nucleo centrale , anzi, in questa sinfonia il tema fondamentale riappare in tutti e quattro i tempi, costituendo l’elemento propulsore di tutto il lavoro: si tratta del tema esposto  dal clarinetto  all’inizio dell'Andante introduttivo e che vuole esprimere, secondo Cajkovskij, “una completa rassegnazione di fronte al destino”

 

 

 

8 APRILE 2018 ORE 16.30

 

Pëtr Il’ič Čajkovskij

Concerto in re maggiore op. 35 per violino e orchestra

Allegro moderato / Canzonetta: Andante / Finale: Allegro vivacissimo

 

Sinfonia n. 5 in mi minore op. 64

Andante. Allegro con anima / Andante cantabile con alcuna licenza.

Moderato con anima. / Valse: Allegro moderato / Finale: Andante maestoso.

Allegro vivace.

 

Direttore Vladimir Ashkenazy

Violino Julian Rachlin

Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

 

 

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    2 commenti per questo articolo

  • Inserito da tattutemailia il 14/09/2020 15:14:22

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