MAGGIO MUSICALE FIORENTINO

La rondine vola alto e trionfa sul palcoscenico fiorentino

L'opera di Puccini, rappresentata per la prima volta nel capoluogo toscano in occasione del suo centenario, ha sedotto e convinto, grazie anche al bellissimo allestimento.

di Domenico Del Nero

La rondine vola alto e trionfa sul palcoscenico fiorentino

Opera minore?  Sicuramente il Maggio Musicale, rappresentando la Rondine di Giacomo Puccini in occasione del Centenario della prima di Montecarlo, ha dato un validissimo contribuito a demolire uno sciocco pregiudizio: proprio nel senso letterale del termine, perché viene il sospetto che chi così la definisce la conosca poco o niente. E’ sicuramente un Puccini diverso dal solito, più “intimo”, che da vita a una icenda apparentemente “frivola” , soprattutto se paragonata a Tosca o Butterfly; ma non si deve dimenticare che il maestro è alla ricerca di nuove vie, in una fase di sperimentazione che partita con la Fanciulla del West (1910) arriverà, dopo il Trittico, a Turandot.

Ma la Rondine, con la presenza quasi ossessiva del valzer, con la bellissima scena della danza e del coro del secondo atto, ci riporta anche agli ultimi bagliori della Belle Epoque, che tramontò bruscamente  con le maledette revolverate di Sarajevo. “ Non so quanto Puccini volesse chiudere gli occhi sulla realtà dell’Europa del 1914, ma quando comincia a stendere i primi schizzi per la Rondine stanno per affondare nei rumori di guerra” scrive Danis Krief, regista  della bellissima edizione fiorentina, continuando con un paragone tutt’altro che azzardato: Richard Strauss e il Cavaliere della Rosa, che solo pochi anni prima, alla vigilia della fine della vecchia Europa, aveva rievocato lo spirito della Vienna di Maria Teresa.  [i]

L’opera è andata in scena per quattro rappresentazioni, dal 17 al 25 ottobre (data a cui si riferisce la presente recensione) con uno straordinario successo di pubblico e di critica: tutto esaurito alla prima e teatro comunque gremito anche alle repliche. Un pubblico interessato, attento ed entusiasta  che ha apprezzato giustamente non solo l’opera ma anche un teatro che mostra una decisa volontà di tornare ai suoi livelli migliori.

La regia, un nuovo allestimento di Denis Krief che ha curato anche le scene, le luci e i costumi ci presenta una ambientazione molto  vicina a noi nel tempo (si direbbe anni novanta) anche se, più che di rivisitazione, è esatto parlare di “attualizzazione” nel senso positivo del termine:  “ Attraverso queste lunghe conversazioni che sembrano inutili, Puccini ci descrive un mondo di persone oziose, nullafacenti (…) un mondo alla Bel Amì di Maupassant. (…)  Un po’ un mondo di oggi, di figli di buona famiglia che hanno tutto senza fare nulla e si annoiano, correndo da un posto all’altro”, dichiara il regista. Ed ecco che nel primo atto troviamo un loft nel mezzo del palco, dove gli amici chiacchierano con nonchalance: una “conversazione in musica”,  novità assoluta nell’opera italiana (ancora una volta Richard Strauss!) resa perfettamente sia sul piano musicale che registico. Nel secondo atto  il loft cede il passo al Cafè Bullier, la cui struttura può ricordare i cocktail bar e le discoteche: sullo sfondo, una veduta di Parigi che ci ricorda che comunque la Ville Lumiere è sempre di scena, mentre nel terzo atto una casetta sullo sfondo del mare di Nizza ci mostra il nido di una coppia destinata ben presto a sciogliersi in una tragedia senza sangue e senza morte (almeno, non fisica) ma pur sempre con profondo dolore. Uno sfondo che grazie anche al gioco di luci, dei costumi, dei movimenti scenici degli attori e del coro, ha saputo creare un atmosfera incantevole e avvincente. Una regia dunque che va oltre il concetto di “tradizionale” e “rivisitata” perché coglie perfettamente lo spirito del dramma Pucciniano, proiettandolo nei nostri tempi senza scosse di assestamento.

L’orchestra e il coro del Maggio Musicale Fiorentino hanno davvero brillato (come di consueto, ma se possibile con un po’ di smalto in più) grazie alla direzione di Valerio Galli, che a settembre aveva già offerto una ottima prova di sé nella Tosca. In quest’opera però è apparso davvero in stato di grazia: una lettura in perfetta sintonia con la regia, dal gusto squisitamente novecentesco: una scansione vivace e dinamica ma che tende a sottolineare ogni dettaglio, dalle atmosfere “da conversazione” del primo atto ai momenti più leggeri in cui la partitura sembra  ammiccare all’operetta, ai bellissimi momenti corali del secondo atto sino alle atmosfere più intime, tra il lirico e il drammatico. Una  intepretazione  davvero entusiasmante che rende giustizia ai vividi colori di questa partitura. Il coro qui è solo nel secondo atto, ma ha offerto una prestazione davvero “da brivido” soprattutto  nella scena del brindisi e del ballo ( intonato da Ruggero con Bevo al tuo fresco sorriso), scena giustamente salutata da una innovazione.

Non certo ultimo, il cast canoro ha contribuito al successo di uno spettacolo davvero memorabile. La Magda della soprano Ekaterina Bakanova è stata davvero seducente e affascinante (anche grazie al  fascino dei  costumi): bellissimo il timbro della voce, che brilla soprattutto nel registro medio –acuto, e particolarmente nel terzo atto efficace nella coloratura e nelle sfumature. Una interpretazione di classe, asciutta, senza divismi e con grande partecipazione e intensità

In confronto, il Ruggero di Matteo Desole è apparso forse un po’ più impacciato (è anche il ruolo, del resto); dal punto di vista vocale è stato comunque convincente, con un canto sicuro e discreto negli acuti, anche se il fraseggio poteva in qualche tratto essere migliore.

L’altro tenore, Matteo Mezzaro (nel ruolo del poeta Prunier)  ha dato un’ottima prestazione sia scenica che vocale, soprattutto nel fraseggio e nei colori, con un timbro più scuro rispetto a quello del protagonista dando luogo a un gradevole contrasto.  Brillante e spiritosa la Lisette di Hasmik Torosyan (soprano leggero): dotata di sensualità e di verve, la sua voce sfoggia un registro acuto brillante assolutamente adeguato alla parte.  Elegante e raffinato il Rambaldo di Stefano Antonucci


[i] Per la presentazione dello spettacolo cfr. http://www.totalita.it/articolo.asp?articolo=8887&categoria=1&sezione=8&rubrica=

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