Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Alla Pergola di Firenze applausi convinti e commenti entusiasti hanno accolto la prima di Una giornata particolare, trasposizione teatrale del capolavoro cinematografico di Ettore Scola. Non si tratta di un risultato scontato. Chiunque ha in mente le scene del film del 1977 con le brillanti interpretazioni di Sophia Loren e Marcello Mastroianni; il paragone sorge spontaneo. Eppure la regista Nora Venturini è riuscita, insieme a tutto il cast, a mettere in scena una commedia perfetta. [1]
Perfette le interpretazioni di Valeria Solarino, nei panni di Antonietta, e Giulio Scarpati, in quelli di Gabriele. Si tratta di due personaggi deboli e indifesi, schiacciati e vinti da un ingranaggio troppo più grande di loro, quello della Storia. Antonietta è costretta a inginocchiarsi per calzare gli stivali al marito-padrone, Gabriele è obbligato ad andare in giro con un certificato medico che neghi la sua omosessualità. La prima è “ignorante”, il secondo “deviato”. Ma non è colpa loro. Eppure entrambi accettano la loro condizione: per paura, certo, ma anche e soprattutto per non sentirsi troppo soli ed emarginati. Tentano disperatamente di adeguarsi al pensiero dominante: Antonietta costruisce un album di motti e foto celebrative del regime, Gabriele esce con un’amica che finge di essere la sua fidanzata. Poi l’incontro. Proprio in quella giornata particolare, in cui tutti festeggiano l’incontro a Roma tra Mussolini e Hitler, i due protagonisti gettano la maschera perché hanno finalmente trovato chi li ama per come sono.
La scenografia è curata ma necessariamente minimale: l’intera vicenda si svolge all’interno del palazzo dove vivono Antonietta e Gabriele. Un’unità di luogo che, insieme a quello di tempo, cattura massimamente l’attenzione e l’entusiasmo del pubblico. Importanti, nella rappresentazione teatrale tanto quanto nel film, le scene sul balcone. Qui, tra frivoli giochi e urla di dolore, i due protagonisti si scoprono per quello che sono, due reietti di una società che non li vuole. Durante lo spettacolo vengono anche proiettati due brevi video dell’istituto Luce che raccontano le celebrazioni di quel 6 maggio 1938.
Proprio quando Antonietta e Gabriele sembrano aver dimenticato tutte le paure e le frustrazioni, arrivando a consumare un rapporto d’amore, la parata finisce e i due fanno ritorno alla opprimente realtà: lei costretta ad abbandonare il libro regalatole per soddisfare il marito e lui condotto al confino in Sardegna, sempre per il suo orientamento sessuale.
Un’ora e mezzo insieme divertente ed emozionante che ha coinvolto anche il pubblico più esigente di un teatro gremito. Repliche alla Pergola fino a sabato 4 marzo (ore 20.45) e domenica 5 marzo (ore 15.45).
[1] Per la presentazione dello spettacolo cfr. http://www.totalita.it/articolo.asp?articolo=8696&categoria=1&sezione=8&rubrica=8
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