Al cinema con Michele

’17 ragazze’, il film censurato sulle adolescenti

Delle giovani francesi scelgono di restate incinte tutte insieme, sognando di vivere una maternità...

di Michele  Cucuzza

’17 ragazze’, il film censurato sulle adolescenti

Dopo ‘Quasi amici’, ecco un altro film francese che ci afferra e ci stupisce:  ’17 ragazze’, ideato e diretto, in questo caso,  da due sorelle esordienti,  Delphine e Mouriel Coulin.

La locandina del film

 Qui , però, c’è  poco da sorridere o da compiacersi: anche questa è una storia vera, anche se americana, del 2008, e  racconta di  17  minorenni, allieve dello stesso liceo ( trasferito   in un paese della Francia atlantica)  che decidono, contemporaneamente, di rimanere incinte, incuranti del partner-padre e della brusca svolta che – inevitabilmente – imprimeranno alle loro adolescenze e  alle loro vite . Spiace dirlo ma, mai come in questo caso, la poesia e la dolcezza della maternità, il progetto di una nuova vita, il cambiamento interno-esterno di un’esistenza, come quella della madre, che da singola diventa – per sempre – duplice è così lontana dalla gioia, dall’emozione felice, dalla speranza. Perché le ragazze protagoniste del film, ovviamente  acerbe,  e per questo tutte straordinariamente credibili, decidono di diventare madri non per cominciare a percorrere  una nuova vita indipendente, con il compagno che amano, non per creare una nuova famiglia,  ma per protesta, per sancire in maniera  irreversibile che la loro non sarà l’esistenza ‘ di merda.com’  dei genitori,  fatta di  turni notturni, lavoro massacrante alternato alla disoccupazione, missioni militari all’estero (per i maschi), marginalità, assenza di senso.  E, soprattutto,  paura, del domani, del futuro, di tutto ciò che affascina e intriga un adolescente, il cambiamento,  la possibilità, il nuovo. Ecco perché le ragazze protagoniste del film, identiche alle nostre figlie, imperscrutabili nelle loro malinconie, nelle loro lunghe pause di inattività ad occhi sbarrati, sdraiate sul letto, tra poster, foto alle pareti, telefonini e pelouche, quando sono silenziosamente e inevitabilmente intente a interrogarsi sul futuro e sul mondo e poi – invece - scatenate a ballare, fumare, bere, strafarsi al suono della house music delle loro feste, sacre per chi le frequenta  e inaccessibili agli adulti, attuano questa protesta così incosciente e senza appello, rivolta verso noi adulti, verso i loro genitori:  il vostro mondo ci fa schifo e lo cambiamo, adesso, senza ideologie né battaglie a lunghe scadenza, costruendo ‘qui e ora’ il futuro come dovrà essere, come vogliamo che sia, a prescindere da voi. Al diavolo i vostri tabu’,  gli stereotipi, i conformismi e pure il fatto che a fare figli – ormai -  non ci si pensa prima di aver fatto carriera, possibilmente oltre i 35. Noi con i nostri bambini avremo  già cambiato il vostro modo di vivere.  ‘I sogni di un adolescente non si possono fermare’, dice giustamente la voce fuori campo di Camille, protagonista del film:  inevitabile, ripensare a tutte le diverse forme che – negli anni – hanno assunto le proteste giovanili, fino a questa, inedita, inquietante quanto  tenera, e  immaginarne immediatamente  l’inevitabile  naufragio. ‘E se poi non cambierà nulla?’ è il  dubbio di una delle adolescenti incinte.  Ci lascia con l’amaro in bocca ’17 ragazze’  e con una domanda dalla difficile risposta: se è vero che i sogni degli adolescenti sono inarrestabili, qual è diventato il nostro ruolo, di  noi genitori, fratelli maggiori, parenti,  insegnanti?  Come riuscire a essere individuati  come interlocutori autentici che non si chiudono in se stessi, anche in momenti  in cui tutto ‘là fuori’ è così difficile, rischioso, incerto?  Come assomigliare, se non in tutto almeno in parte,  alla figure esemplari di cui i nostri ragazzi hanno tanto bisogno?  P.S. Grazie al cielo, è subito rientrata la paradossale idea di qualcuno di vietare ai minori  il film.

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