L' attendente di Vassago

Fiaba di cimiteri, anime fuoriuscite e...

Clive prese il contenitore, -spaventosamente decorato con facce mostruose, aberranti corpi mutilati e ricoperto...

di Il Raccontafavole

Fiaba di cimiteri, anime fuoriuscite e...


Il caldo pomeriggio era stato asfissiante a tal punto che il bar -della vecchia e polverosa città di Escarrillo- mai aveva dovuto ospitare così tanti avventori all’interno del suo salone;  tutti gli uomini erano lì, rintanati al fresco con i loro boccali di freddissima birra appoggiati sui tavoli. Un pianoforte alquanto stonato e malridotto cercava di animare la giornata, resa delirante e monotona dal caldo opprimente, ma nessuno realmente lo ascoltava. 

L’importante era sorseggiare quel liquido fresco e schiumoso, il resto contava poco.

L’unica cosa da fare era continuare a godere dell'effimera sensazione di freschezza che proveniva da quelle birre ben gelate e la compagnia degli amici di tutta una vita, che in quel momento potevano essere solo lì, al fresco. 
La notte stava arrivando fra risate, scherzi e canzoni tipiche del luogo.

Alle 11 di sera, la maggior parte dei parrocchiani aveva lasciato, ovviamente, il locale per far ritorno alle proprie abitazioni. 

In un angolo del bar era rimasto, però, Clive Morrison, un giovane grassottello che era stato accompagnato fin da piccolo, da suo padre, al bar affinché "potesse diventare un uomo vero, uno che sapesse reggere l’alcol”. Clive, ormai invecchiato prematuramente dall'abuso spropositato di ogni tipo di alcolici, purtroppo mendicava un bicchiere di tequila, poiché -come sempre- non possedeva un centesimo per potersi pagare la bevuta. I pochi soldi che aveva preso da sua madre, non erano sufficienti per i suoi lunghi giri da bohemien.



Nel bar, intanto, la musica aveva smesso di suonare e il barista desideroso di dare una ripulita alla sala, occasionalmente, guardava Morrison come ad invitarlo ad andarsene.

Tuttavia, il giovane rimaneva statico sulla sua posizione, tenendo il bicchiere di tequila offertogli dal barman di fronte agli occhi, completamente assorto in contemplazione, quasi volesse eludere quella sua realtà così pietosa. 

Clay, il barista, intimò al ragazzo di andarsene perché stava chiudendo il locale.

Gli disse di finire la tequila e dopo via, fuori di lì. Clive non si mosse di un millimetro, ancora attaccato al suo mondo immaginario. 
Il silenzio della stanza venne interrotto dalla presenza di un uomo maturo. Indossava un elegante abito nero, e si appoggiava a un bastone di radica dal manico d'oro; la sua faccia era l'immagine della bellezza maschile, e nell’insieme sembrava un nobile cavaliere d’altri tempi! 

Senza voltarsi, si portò con passo solenne, al tavolo sotto la finestra che dava sulla strada principale, alla fine della quale di si trovava il cimitero di Escarrillo dove in quella notte, - stranamente - le croci delle tombe brillavano intensamente alla luce di una magnifica luna piena.

Il barista, si avvicinò con rispetto verso quel pezzo d’uomo chiedendogli, quasi con soggezione, di cosa abbisognasse. Questo comportamento vide Clive reagire in maniera indignata verso il gestore, rimproverandogli di non aver mostrato alcuna fretta di chiudere verso il nuovo arrivato e urlandogli contro male parole.

“ Brutto pezzo di merda di un barista cialtrone… come ti permetti di discriminarmi così. E’ o non è l’ora di chiudere? E chiudi, quindi… come mai hai cambiato idea? Esigo che andiamo tutti fuori, marsch!!” Queste, le ultime parole del giovane.

L'elegante uomo, allora, girò il suo sguardo verso Clive e con un segno della sua mano, elegantemente inguantata, gli indicò che si avvicinasse al tavolo.

Il giovane che non aveva ancora finito il suo bicchiere di tequila, si approssimò inciampando sui suoi passi, e senza ulteriori precisazioni, si sedette al tavolo, non per mancanza di rispetto, ma solo perché non riusciva a reggersi in piedi. 

Il cantiniere reagì rapidamente prendendolo per il braccio destro e cercando di tirarlo via dalla sedia, ma il bellissimo uomo con lo sguardo bloccò il ragazzo e il barista Clay, e con voce cavernosa - come proveniente dall’ oltretomba - disse:  “portami due bottiglie della tua migliore tequila”.

 

In pochi secondi le tequilas furono sul tavolo dell’elegante avventore.

Clive, subito, prese la sua bottiglia e l’accarezzò come fosse un piccolo cucciolo di cane, l'abbracciò per lunghi secondi, mentre l’uomo versò il contenuto nel bicchiere, mantenendo un machiavellico sorriso davanti a quel degradante spettacolo. 

L’avvenente signore bevve solo un sorso di liquore, ed alzandosi chiese al giovane alcolizzato se voleva spostarsi in altro luogo che gli piaceva. 

Clive rispose che quello era l’unico ritrovo della zona, però allo stesso tempo si alzò e lo seguì senza voltarsi indietro.

Attraversarono la strada principale in direzione del cimitero. 

Mentre si avvicinavano al camposanto, udirono una gran frastuono che subito incuriosì il giovane, così da voler scoprire, senza esitazioni, donde provenisse e non si fermò finché non fu di fronte all'entrata sud del cimitero. Si trovarono davanti ad una massiccia porta di legno a due ante, con la finitura di una bara. 

Il maturo signore, indicando la porta, consigliò a Clive, completamente sconcertato, di avvicinarvisi. 
Non appena la porta si aprì un rumore assordante e luci abbaglianti multicolor travolsero il ragazzo che fece un passo indietro dalla paura , ma allo stesso tempo si accorse di essere al centro di una grande sala da ballo, dove gli ospiti si contorcevano freneticamente e tutto sembrava incredibilmente piacevole! 

Clive Morrison si sentì immediatamente nel proprio ambiente.

Molto rilassato, bevve un sorso da uno scaffale, assaggiando alcuni deliziosi snack, che stava divorando con disperazione, in un primo momento, e, subito dopo, con la massima calma. 
Il paffuto giovane, allora, si sedette accanto al raffinato signore che l’aveva preceduto contornandosi di quattro bellissime ragazze.

Clive, con una bottiglia di tequila in mano, venne preso nella morsa piacevole di caldi abbracci, sensuali effusioni e erotici sfioramenti. 

“ Ti stai divertendo?” chiese l’uomo. 

“ Non sono mai stato più felice in vita mia!” rispose in fretta il ragazzo. 

L’affascinante signore, senza muovere le labbra, ebbe a dire “Sono contento, perché stasera sei il mio ospite d'onore, in modo da poter chiedere e fare tutto quello che vuoi”. 

Strabuzzando gli occhi, il ragazzo, mandò un urlo di gioia e ringraziò più volte.

Il misterioso dandy per dimostrarsi ancor più generoso concesse, in aggiunta, a Clive, di esprimere un desiderio, quello che più gli stava a cuore.

Il grassottello rimase scioccato, poiché la sua voce interiore lo stava avvertendo di un possibile pericolo imminente, perché tutti sanno che nessuno dà niente senza chiedere nulla in cambio, per cui il giovane con voce balbettante domandò all’uomo cosa volesse a sua volta.

“Solo un favore! È tutto quello che ti chiedo, se lo fai, esaudirò il tuo più grande e pregiato desiderio”, volle puntualizzare il maturo signore.


Clive si grattò la testa, perché tutto gli mancava! 

E mentre pensava a cosa chiedere di così importante, nello stesso tempo cercava di intuire cosa gli avrebbe chiesto, più tardi, il generoso gentleman.

Svuotata l’ultima bottiglia di tequila e tirato un gran sospiro, finalmente chiese: “Che devo fare, signore? ”.

Il dandy, a questo punto, incavallò le gambe, si accomodò i baffi, e iniziò a parlare con voce cupa:

“Ho preso rifugio in questo angolo del cimitero, dove ancora oggi, nessun mortale era mai venuto, tuttavia, devo confessarti che mi disturba assai dover camminare su un suolo sacro; poi devo anche dirti che con un semplice gesto, è apparso dal nulla un contenitore misterioso. Tutto quello di cui necessito è che irrighi con quel liquido di questo vaso ognuna delle tombe”.

Clive prese il contenitore, -spaventosamente decorato con facce mostruose, aberranti corpi mutilati e ricoperto di strani simboli sconosciuti-, tra le mani che tremavano come sentissero la ruvida consistenza presente all’interno. Improvvisamente, un brivido raggelante gli invase la schiena, scoprendo che quel fluido sembrava avere vita propria, perché si muoveva da un lato all’altro del vaso, come volendo scappare dalla sua infame prigione.

Il giovane controllando la profondità del contenitore si affrettò a protestare, perché quel lavoro sembrava non volere terminare mai.

“Non ti preoccupare amico, il contenuto di questa brocca non terminerà Mai! È eterno come il male”, rispose pur non aprendo bocca.

Gli occhi di Clive brillarono con tale intensità che il dandy misterioso, - prima che il giovane pronunciasse una sola parola - lo costrinse con un famigerato patto diabolico.

“Dovrai spruzzare tutte le tombe del pantheon prima che il gallo canti! Perché se fallisci, la tua  anima mi apparterrà per tutta l'eternità!” recitò Vassago, il meraviglioso uomo maturo, potente principe degli Inferiche dirigeva più di ventisei legioni infernali.
Il giovane, di scatto, si alzò spinto come da un raggio di luce, per precipitarsi verso l'uscita, mentre pensava fra sé e sé, mi rimangono ancora varie ore prima dell'alba.

Meditò che quanto richiesto fosse un compito molto semplice, il cimitero era piccolo, quindi se avesse corso tra le tombe, facendone due per volta, avrebbe cosparso quel liquido malevolo su ognuna di esse rispettando in pieno il tempo a disposizione. Così fece.

Clive, ormai vero emissario del diavolo, si agganciò la sua bottiglia di tequila alla cintura ed abbracciando la brocca satanica, incominciò a spruzzare le tombe con l'infernale liquido che alla luce della luna aveva acquisito il colore del sangue, imbrattandosi a sua volta di quel colore vermiglio, ma ciò non ebbe a fermarlo dal suo diabolico compito. Non appena spruzzate un paio di tombe, venne distratto da un lieve lamento che andò man mano crescendo ogni volta che bagnava più sepolcri, fino a che non poté più ignorare quel gemito, e fu obbligato

a fermarsi. 

Un grido di terrore venne smorzato nella sua gola, mentre i capelli divennero irti come aghi, quando si girò per vedere da dove provenivano quei lamenti agghiaccianti. Il volto diventò bianco come la cera nello scoprire che dalle tombe impregnate di quel satanico fluido emergevano i corpi scarni di bambini, donne ed uomini che perdendo la santità dei loro  rifugi, uscivano cercando la luce smarrita, insieme ad altrettante entità che tentavano di fermare il violatore del sonno eterno e che, in un sforzo disperato, si afferravano ai piedi di Clive che immediatamente uscì da quel recinto di morti correndo velocemente.

Ma ebbe la meglio la sua sfrenata ambizione di riuscire a esaudire il suo desiderio, poiché  tornò a ricominciare il suo tetro e ripugnante compito.

Fuori gli abitanti del paese, ascoltavano atterriti i lamenti e le strazianti grida provenienti dal camposanto. Molti di loro, immediatamente, si rinchiusero nelle proprie case a doppia mandata, perché sembrava che i demoni dell'inferno si fossero radunati tutti la, cosicché senza più la protezione della loro fede, tutti si inginocchiarono ed incominciarono un'interminabile preghiera al creatore affinché li proteggesse da tanto diabolica notte. Le invocazioni erano così forti, che le anime dei defunti, acquisirono una potenza quasi triplicata per continuare a combattere contro l’emissario del diavolo. 
Con più di metà tombe scoperchiate, erano già innumerevoli gli scheletrici corpi che continuavano ad afferrarsi al violatore, a tal punto che ciò che avrebbe potuto fare in un paio di ore, gli era stato trasformato in un compito interminabile.

Il tempo era inesorabile, consumava le ore, i minuti e i secondi in maniera vorticosa in quella notte diabolica. La faccia di Clive era scomposta dal grande sforzo e dal terrore che si trovava di fronte, ma tutto venne a mutare quando si accorse che gli mancavano solo tre tombe. Con uno sforzo sovrumano si liberò come poté, dei molti corpi che lo trattenevano, mentre guardava con orrore il gallo che era saltato sul tetto. Sapendo che era solo una questione di secondi aveva preso, in un ultimo sforzo, la brocca per spruzzare direttamente da fermo le tombe rimanenti, ma proprio quando stava per ultimare il suo lavoro, si sentì come afferrare strettamente alle gambe e crollò miseramente, lasciando un solo sepolcro senza spruzzo. Il giovane, subito appresso, sentì come il gallo , dopo una paio di battiti d’ala emettesse il suo singolare canto. 

Il ragazzo, allora, lasciò uscire dalle profondità del suo essere il più agghiacciante grido di paura: aveva perso la scommessa con il diavolo! 

Improvvisamente, tutto si trasformò in un innaturale silenzio.

Non si muoveva una sola foglia, Clive tentò di alzarsi, ma solamente per vedere come i defunti, con la luce dell'alba, ritornavano ai loro sepolcri.

Il giovane si guardò intorno con gli occhi spalancati, e quando tutto sembrava tornato alla normalità, la terra cominciò a tremare per aprirsi sotto i piedi del ragazzo, che venne risucchiato lentamente, incapace di emettere un solo gemito, fino a quando finalmente scomparve nella fredda e cupa terra. 

Pochi minuti dopo, i paesani si avvicinarono alle porte del pantheon senza però entrare. Tuttavia, da lì si vedeva il corpo di Clive Morrison, che era prostrato su una lapide, il suo volto sfigurato sembrava fosse stato consumato dai ratti; inoltre, notarono che manteneva le gambe e parte del corpo intrappolati in una ricrescita di erba, che fu la causa della sua caduta la notte precedente.

Clive mostrava una raccapricciante smorfia di terrore, forse perché prima di morire riuscì a leggere l’epitaffio dell’ultima tomba non spruzzata:

Qui giace Clive Morrison,

morto all’età di 24 anni,

un giovane già pronto

al grande ed eterno sonno.

Anche oggi, secondo alcuni obsoleti racconti di paese, certune persone, in alcune notti di luna piena, vedono un’ombra deambulare tra le tombe del vecchio cimitero, forse, dicono, sia l'anima di Clive che sta ancora tentando di aggiudicarsi la scommessa con Vassago, il diavolo.

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    3 commenti per questo articolo

  • Inserito da antinèè il 17/03/2012 18:26:34

    Da urlo, bravissimo

  • Inserito da vanni_deluca il 17/03/2012 18:20:30

    Spettacolare!

  • Inserito da s.moro il 17/03/2012 18:16:54

    Mi sorprendi ogni volta di più... veramente da brividi

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