L'anima e la sua ombra

Era una città che si affacciava pigra e lenta, in attesa, curiosa

...il cadavere non era ancora in stato di decomposizione...

di Il Raccontafavole

Era una città che si affacciava pigra e lenta, in attesa, curiosa

L’anima e la sua ombra.

L'uomo vagava sotto una pioggerella costante e totalmente ignaro del mondo che lo circondava. 

Vi era completa oscurità, solo occasionalmente un lampo illuminava le pozzanghere e segnava il contorno degli alberi che ondeggiavano al ritmo lamentoso del vento. 

La notte sembra piena di fantasmi e di chissà quali altre entità nascoste.

In lontananza lampeggiava la luce di una stella, poi di un'altra, poi un'altra ancora e via via di più, quasi sembravano volersi unire tra di loro come un filo di luce nel buio dell’oscurità notturna infinita. 

Era una città che si affacciava pigra e lenta, in attesa, curiosa. 

La pioggia continuava a cadere in modo sgradevole, vuota, senza voglia di scendere. 

La linea di luci si distendeva sempre di più, annunciando maggiormente la vicinanza del paese che sembrava avvolto in un manto di nuvole nere.

L’uomo camminava come un automa, era sconcertato; non percepiva niente del suo corpo, né il freddo né il caldo, né sentiva il vento e il terreno fangoso sotto i piedi, come se stesse levitando su entrambi i lati. 

Quando arrivò al primo lampione illuminato poté vedere il proprio corpo. 

Mentre si guardava tremava incessantemente, era a piedi nudi, con indosso una lunga tunica bianca strappata e completamente coperta di fango. 

Era tutto inutile, quanto più si osservava tanto meno si riconosceva. - Per Dio!!

-Per l'amor di Dio! - Mormorò, - chi sono, dove sono? Forse ho perso la mia memoria o ho avuto un incidente ... 

Giunto nel centro della città, popolata di mille colori e luci, venne avvicinato da due donne che chiacchieravano allegramente sotto ai loro ombrelli. 

Egli si avvicinò e gli chiese il nome del posto, ma esse non risposero, neppure lo degnarono di uno sguardo continuando per la loro strada. 

Pensò che forse le aveva spaventate a causa della sua presenza da sporco straccione. 

Poco ebbe a provare anche con un uomo dalla parte opposta della strada, ma il tentativo venne inspiegabilmente ignorato. 

Confuso si avvicinò ad un negozio di abiti e cercò di guardare in uno specchio posizionato tra due manichini, ma… esso non rifletteva alcuna immagine! Benché, invece, lo facesse con tutto l'ambiente della strada... ma non con lui!

Si fermò un attimo cercando di capire la situazione, ma la testa era pesante e non riusciva a decifrare i tantissimi pensieri che gli stavano balenando nella mente. 

Terrorizzato iniziò a correre, a saltare, a levitare ...

Non sapeva quanto lontano o per quanto tempo lo avesse fatto, ma non si sentiva minimamente stanco. 

Finalmente si fermò in una piazza, si sedette su una panchina sotto un lampione, stranamente calmo.  

Decise di pensare e ragionare su ciò che stava accadendo o sarebbe impazzito, se già non lo era! 

Allora si riempì di domande senza risposte: “chi sono, da dove vengo, sono uno spirito o forse come dicono alcuni spiritisti, un'anima che ha lasciato il suo corpo terreno ma che non lo sa ancora e vaga rifiutandosi di morire definitivamente?”


Mentre pensava intensamente, abbassò lo sguardo per osservare i suoi stracci e tutto intorno al corpo. Solo allora si rese conto che non creava alcuna ombra, come invece l’edicola lì vicina e gli altri oggetti accanto a sé; lui no! 

Si avvicinò al lampione e cominciò a roteare e a muovere le braccia come annaspasse, ma niente, non una sola ombra, sembrava che la luce del lampione l'oltrepassasse ignorando il suo corpo inzuppato.

Rimase un  attimo perplesso con la mente completamente vuota, forse per sfuggire al questa terribile situazione. 

La pioggia che iniziò a cadere incessante lo riportò nuovamente a quella triste realtà.
Sullo specchio luminoso della strada deserta vide avvicinarsi rapidamente una macchia nera, ma ancora non abbastanza vicina da definirne la forma. Improvvisamente essa si fermò e sembrò accorgersi di lui. 

Lo studiò un momento come se cercasse di riconoscerlo, poi cominciò ad avvicinarsi.

Per un attimo il terrore lo paralizzò quando intuì che era la propria ombra che lo stava squadrando. Tentò di fuggire, ma era troppo tardi, la macchia schizzò sopra di lui, l'avvose come un manto nero e lo strinse in un abbraccio interminabile tra corpo ed anima, materia e spirito, luci ed ombre... 

Il giorno dopo, sull'unico giornale della città, apparve in prima pagina la notizia " … sdraiato sulla piazza, ieri sera, è stato rinvenuto il corpo di frate Bernardino che morì e fu tumulato più di due mesi fa nel cimitero locale. La polizia ha trovato la sua tomba aperta e ciò che più ha attirato l’attenzione degli inquirenti è che, nonostante il tempo trascorso, il cadavere non era ancora in stato di decomposizione...”

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    4 commenti per questo articolo

  • Inserito da Loredana il 16/03/2012 17:58:44

    ...bello!

  • Inserito da vanessa-LO il 16/03/2012 17:58:05

    Che bravo, il frate morto non ce lo facevo davvero

  • Inserito da gina il 16/03/2012 17:55:45

    Massimo è vermamente notevole

  • Inserito da antonia il 16/03/2012 17:53:54

    Bellissimo racconto

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