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Se la nonna si chiama Rachele ed è stata la moglie di Mussolini, tutto si fa più complicato

Si intitola, Donna Rachele mia nonna. La moglie di Benito Mussolini, uscito per la Minerva edizioni

di Vincenzo Pacifici

Se la nonna si chiama Rachele ed è stata la moglie di Mussolini, tutto si fa più complicato

Nella mia ultraquarantennale attività di recensore, raramente mi è capitato di leggere e di riflettere su un lavoro, Donna Rachele mia nonna. La moglie di Benito Mussolini, edito in veste elegante quanto sobria dalla Minerva Soluzioni Editoriali, Bologna, così complesso e così articolato e nello stesso tempo costruito su sentimenti semplici ma profondi, nei nostri anni sempre più introvabili, su prove della vita tanto gravi, su relazioni umane in gradi  di conservarsi integre ed ispiratrici anche dopo il saluto estremo.

   Tra le carte dell’Archivio Centrale dello Stato esistono relazioni del questore di Roma, Saverio Polito, riguardanti Rachele Guidi, volgari al limite dell’oscenità. Esse dimostrano come il vecchio funzionario, allineato ed ossequiente durante il regime, sia divenuto – non è davvero il suo un caso isolato –ad una donna, cui era ed è impossibile attribuire semplici ombre di responsabilità.

   Non è solamente l’affetto ma è l’onestà espositiva che porta Edda Negri Mussolini ad individuare il suoi “beni più preziosi” ”la dignità, prima di tutto, che non si compra, perché un prezzo non ce l’ha. Come l’onore. Come l’onestà. Come la forza. Come gli affetti”.

   In una pagina utile quanto focale sul metodo seguito, la coautrice, Emma Moriconi, da lodare per la scorrevolezza della forma e la limpidezza dell’esposizione, segnala di avere con Edda Negri Mussolini “peregrinato tra le scartoffie , negli archivi di Stato, alla ricerca di informazioni sui fatti da raccontare”.

   La rivisitazione, dunque, non guarda e non riguarda con comprensibile partecipazione soltanto la madre della Negri, la coraggiosa Anna Maria, e la venerata nonna Rachele, ma anche gli uomini, a partire da nonno Benito, e passare agli zii Vittorio, Bruno e Romano e alla zia Edda, di cui ha assunto il nome.

   Il volume è arricchito da una misurata introduzione di Gennaro Malgieri, capace di centrare la ratio del libro nella “sintesi di un’educazione sentimentale, per quanto straordinaria, innestata in una foresta di passioni che non possono lasciare indifferente nessuno”, di individuarne i contorni cruciali ed i passaggi nodali.

   Il lavoro conferma anche come l’argomento Mussolini sia ben lontano dall’essere esaurito, a differenza da ciò che è avvenuto per tanti personaggi della vita pubblica dell’Italia democratica di ieri, caduti nel più avvilente oblio e magari omaggiati  con costose quanto inutili raccolte dei discorsi parlamentari, e – ne siamo fermamente persuasi, visti il loro livello più che scadente e la loro pochezza – di oggi. In questi giorni, infatti, è presentato il volume Mussolini socialista, a cura di Emilio Gentile e Spencer M. Di Scala.

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