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Torna a settembre...la noia del deja vu: Renzi gioca, i migranti invadono l'Europa, i più forti interpretano le regole e noi le subiamo

di Vincenzo Pacifici

Torna a settembre...la noia del deja vu: Renzi gioca, i migranti invadono l'Europa, i più forti interpretano le regole  e noi le subiamo

Con il ritorno all’attività, al termine della pausa estiva, il fastidio e la noia verso la politica e le mosse del “presidente del Consiglio” non si sono attenuati anzi crescono quotidianamente. Forte del gruppo di potere, che lo guida e lo assiste anche nella più trascurabile delle iniziative, il “leader” ha esultato per una ripresa dell’occupazione e del pil ma l’entusiasmo è stato annullato dalla confindustria con parole lapidarie: “il merito è soltanto di dollaro, petrolio e Bce”. Anche se il catto-comunista Del Rio, con la prepotenza tipica della sua fazione, ha escluso che non si possa togliere la Tasi, l’Unione Europea ha bocciato i tagli sulla casa .

   Da Palazzo Chigi si è intervenuti in maniera prepotente sulla Meloni, ingiungendole di usare toni diversi e del tutto accondiscendenti e allineati sul tema degli immigrati. La leader di FdI ha replicato con una nota puntuale e (finalmente) degna e all’altezza della sua parte politica.

  Intanto sondaggi “freschi” confermano, in caso di applicazione dell’”Italicum”, l’improbabilità di Berlusconi di accedere al ballottaggio anche per l’atteggiamento sempre più servile verso Renzi dell’ NCD.  

   Sostenendo l’utopia universalistica, del tutto “liberal”, della globalizzazione, attraverso cui realizzare l’”obsolescenza” delle frontiere, Sabino Cassese in un editoriale sul “Corriere”, ha espresso il suo sconcerto, notando il “peggioramento” realizzato nel momento in cui “si fanno diventare elastiche le linee di demarcazione, quali quelle tra Regno Unito e Francia, come il Canada, “che, d’accordo con le autorità straniere, svolge pre-ispezioni in porti e aeroporti stranieri nei quali si imbarcano passeggeri diretti in Canada”. Stati Uniti e Australia, poi, “sono andati oltre, arretrando (sulla carta) di cento miglia i limiti territoriali per facilitare l’espulsione rapida di immigrati, che vengono trattati, quindi, su suolo americano e australiano, come se fossero presi sulla frontiera, con decisioni non sottoposte a controllo giurisdizionali”.

   Cassese, per confutare e denunziare questo orientamento diffuso e non isolato in nazioni maestre di quel senso democratico, completamente sconosciuto al governo al potere in Italia, riesuma, scandalizzato, la “tradizione, risalente al 1789, secondo la quale sono garantiti i diritti “dell’uomo e del cittadino” e la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, risalente al 1948. Sono principii non eterni e non indiscutibili per le nazioni, che restano insopprimibili di fronte al fallimento e all’inconcludenza, come purtroppo sperimentiamo in primo luogo con l’ONU, delle “migliaia di organizzazioni internazionali esistenti”.

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