Dall'altra parte dell'Atlantico

Papa Francesco atteso all'Avana, i timori delle comunità di dissidenti che il regime non sia cambiato

Nonostante la recente riapertura dell'ambasciata americana chi non è d'accordo con il regime teme (a ragione visti i recenti arresti) le reazione del potere ancora comunista

di Giovanni F.  Accolla

Papa Francesco atteso all'Avana, i timori delle comunità di dissidenti che il regime non sia cambiato

Da Miami, il nostro corrispondente.

Mentre si approssima la visita di papa Francesco a Cuba - in programma dal 19 al 23 settembre - al clima dei preparativi di cui molto si parla tanto sui quotidiani dell’Isola che sui giornali di Miami, dove la comunità cubana segue con interesse l’evoluzione dei rapporti politici tra i governi di Havana e Washinton; nell’isola si aggiunge la crescente preoccupazione dei molti gruppi di dissidenti più o meno organizzati.

Berta Soler, leader de “Las damas de blanco” (una organizzazione femminile che da anni lotta per i diritti e la democrazia a Cuba), ha denunciato in queste ultime settimane un’altra ondata di arresti ed ha espresso la preoccupazione che il governo di Castro usi la stessa strategia repressiva adottata nel 2012 in occasione della visita di Benedetto XVI: ovvero, l’arresto di quanti più dissidenti e attuando una sorta di "blackout" telefonico e dei social media affinché dall’Isola in quei giorni non si possa comunicare il dissenso.

In un’intervista al quotidiano “Il Diario de Cuba” e attraverso diversi messaggi lanciati dal suo indirizzo tramite Facebook e Twitter, la Soler ha ricordato quando “la polizia all’epoca cominciò ad arrestare gli attivisti per i diritti umani, al fine di evitare la loro partecipazione alle due messe che il Santo Padre ai tempi celebrò a Santiago de Cuba e L'Avana."

Con l’hashtag #TodosMarchamos il popolo dei dissidenti, a dire il vero, si sta facendo sentire ed è sceso in piazza per diciannove domeniche consecutive, anche se ogni domenica si sono susseguiti puntuali decine di arresti. Anche quest’ultima domenica, è stata l’occasione per ulteriori sessanta fermi da parte della polizia, tra cui diverse donne in marcia dopo aver partecipato alla messa celebrata presso la chiesa di santa Rita a L'Avana.

Papa Francesco durante il suo soggiorno a Cuba celebrerà una messa a Plaza de la Revolución, dove capeggia il volto di un altro argentino molto famoso, Ernesto Che Guevara, e le immagini di questo strano confronto umano fuori dal tempo daranno il senso della grandezza dell’evento segnando senz’altro le vite di molti cubani 

Decine di migliaia di essi parteciperanno alle tre funzioni in programma  (oltre a L'Avana, Holguin e El Cobre) durante la visita del Papa e  - da quanto si apprende -  sono attesi circa mille pellegrini provenienti dall'estero, tra cui 150 dall'Arcidiocesi di Miami.

Spetta a Rolando Suárez, responsabile della Conferenza dei Vescovi Cattolici di Cuba, coordinare la logistica per i pellegrini provenienti dall’estero e di organizzare gli autobus e altri mezzi di trasporto per i cubani provenienti da un po’ tutto il Paese.

La Chiesa di Cuba ha calcolato che oltre trentamila fedeli giungeranno da Sancti Spíritus e da a Pinar del Rio e saranno presenti a L'Avana quasi ventimila tra suore, sacerdoti e seminaristi. Per la messa di Holguín si prevede la partecipazione di altrettanti fedeli provenienti da Ciego de Ávila e da Guantanamo, senza contare i residenti della città capoluogo  della provincia.

A El Cobre, una vecchia città mineraria di rame, la messa sarà celebrata nella basilica minore del santuario nazionale di nostra Signora della carità del Cobre, patrona di Cuba. Alcune migliaia di persone  troveranno posto a sedere all'interno della basilica e per altre migliaia si sta preparando uno spazio per assistere senza disagi dall’esterno.

Prima di lasciare Cuba, alla volta di Washington, dove incontrerà alla casa Bianca il presidente Barack Obama, Francesco ha in programma un confronto con trenta persone provenienti da ciascuna delle province di Cuba presso la Cattedrale di Santiago di nostra Signora Assunta. Ritorno a Roma - previsto per il 27 settembre -  non prima di aver preso parte ad una altrettanto storica sessione congiunta del Congresso a New York e a Philadelphia.

Chissà quali impressioni riceverà Francesco dalla sua permanenza a Cuba  - si chiedono in molti tra gli esuli che risiedono qui a Miami - e chissà quali consigli egli saprà dare al presidente degli Stati Uniti per far sì che al nuovo corso della politica e della diplomazia segua anche quello per la nascita di maggiori diritti per la popolazione.

“Perché se è vero che la storia non si può fermare - ci dice un esule cubano, già professore del Politecnico a L’Avana che a Miami ha trovato fortuna riparando impianti di aria condizionata - è altrettanto vero che essa non si può cancellare con un colpo di spugna” Anzi di ”esponja” ha detto, perché l’inglese tra i cubani a Miami è ancora - nonostante tutto -  come la democrazia per quelli rimasti in patria, un optional.

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