Editoriale

Tante chiacchiere e intanto il mondo brucia. 10 considerazioni (in)utili

Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur, mentre a roma discutono Sagunto viene espugnata, la storia non insegna mai niente?

Gianfranco de Turris

di Gianfranco de Turris

i e chi è senza armi. Ma chi ha armi combatta – non c’è un Dio

che combatta per coloro che non sono in
armi. Legge vuole che la vittoria in guerra
sia ai valorosi: non a chi prega”.
Plotino (203-270),Enneadi 

“La lezione americana sui gay: con più libertà si rafforza anche la lotta al terrore”.

Laura Quartapelle, PD,  già candidata alla Farnesina (Huffington Post,28 giugno 2015)

Di fronte agli ultimi attentati coordinati in Europa, in Africa e in Medio Oriente, soprattutto di fronte a quello contro il consolato italiano al Cairo che ci riguarda direttamente, compiuti  dagli estremisti islamici, esplicitamente  o meno collegati all’Isis, alcune inutili considerazioni:

1.Dobbiamo convincerci che questo tipo di attentati non li si  può del tutto contrastare e impedire perché messi in atto da singoli non sempre con precedenti, e quindi non sorvegliati. Non si possono difendere peraltro i luoghi pubblici e/ strategici, tutti e sempre.

2. Bisogna renderci conto che questa, che è una vera  guerra, non  è soltanto interna all’Islam (sunniti contro scii e tutti gli altri credi religiosi), quindi confinata nel Medio Oriente o in Africa, ma per la ideologia/strategia esplicita del Califfato sta debordando in Europa, e nessuno può chiamarsi fuori. Nello stesso tempo, però, non deve considerarsi una guerra dell’Islam genericamente inteso contro l’Occidente, ma della sola parte fanatizzata ed estremista. E viceversa.

3.Dobbiasmo renderci conto che quella dell’Isis è una guerra su due fronti: una guerra psicologica vieppiù aggressiva (i filmati delle esecuzioni sono sempre più truculenti e sofisticati), che serve per terrorizzare e demoralizzare non solo la gente comune, ma anche i politici e forse pure i militari con lespressione d una crudeltà senza limiti, e su questo piano è stata già perduta perché l’Occidente non ha messo in campo nulla per contrastarla, neppure i suoi hacker. Il secondo fronte è quello concreto, pratico, militare.

4. Bisogna renderci conto, sotto questo aspetto, che i fanatizzati religiosi, ieri come oggi, non possono esser e fermati con il convincimento, con la dissuasione, con offerte “democratiche”. Le guerre di religione in Europa furono apocalittiche e senza pietà per nessuno, specie da parte delle sette millenaristiche, proprio come è oggi l’Isis. Tutto dimenticato, ma oggi è lo stesso solo che il suo epicentro è in Medio oriente,.

5. Bisogna convincerci che questi estremisti islamici non hanno alcuna pausa della morte anche atroce (gli attacchi suicidi anche a uso solo militare sono enormemente aumentati), mentre noi occidentali ed europei in particolare abbiano paura della morte. Loro si sentono dei “martiri” votati alla causa del loro dio, noi affatto. Pur se secondo il nostro punto di vista sono aberranti, i “valori” degli jihadisti sono più forti e convincenti dei nostri, altrimenti non si spiegherebbe il regolare afflusso dei “combattenti stranieri” verso l’Isis, non solo islamici residenti in Occidente e di seconda e terza generazione, ma anche di europei non convertiti. Uomini e donne. Nessuno ha cercato una vera spiegazione al fenomeno scavando al fondo di tutto questo. Forse perché si è avuto paura di farlo.

6. Bisogna convincerci che di conseguenza mentre in Occidente si hanno mille scrupoli su come e in che nodo e quando reagire, gli uomini del Califfato o che ad esso  si ispirano non si fanno il minimo scrupolo proprio di nulla. Loro agiscono, e si vede, i nostri politici ci pensano su. Eppure si tratta di una questione di vita o di morte. Letteralmente.

7. Bisogna renderci conto che ci si sta avviando ad un confronto globale ancorché asimmetrico con l’Islam estremista e ferocemente fanatizzato (nel suo complesso e con i “cani sciolti” incontrollabili), quindi non limitato al Medio Oriente, quindi non un conflitto locale tra fazioni islamiche o fra jihadisti e altre religioni (cristiani di diverse confessioni, curdi, yazidi ecc.).

8. Bisogna ammettere che tutto ciò è nato soprattutto a causa dell’idiozia e del cinismo degli Stati Uniti di Bush e della Francia di Sarkozy. I primi, dopo aver scatenato una guerra basata su false prove ormai acclarate, per aver  deposto e fatto impiccare Saddam Huseein in Iraq, unico che poteva controllare la situazione locale anche se certamente non con metodi “democratici”; la seconda per aver attaccato, con la scusa della “primavera araba”, la Libia dove Gheddafi aveva lo stesso compito. Non che Gheddafi non meritasse la morte atroce che ha avuto, questo sì, considerato come trattava l’Italia e come Berlusconi si comportò con lui in modo vergognoso, servile e indegno quale nostro rappresentante. E nessuno che contesti ai due Paesi la sciocca presunzione di voler imporre  una “democrazia” basata sui cosiddetti “valori occidentali” in quelle nazioni, e il cinismo mascherato di puntare al controllo del loro petrolio. Obiettivi peraltro entrambi falliti.

9. Bisogna rendersi conto che l’unico modo per eliminare il Califfato (che non è per nulla apprezzato e gradito dalle popolazioni locali e avallato dalle più importanti autorità religiose musulmane) è aiutare e raggiungere accordi con i suoi nemici, vale a dire almeno Siria, Iran e Russia, nonostante che non siano Paesi ”democratici” e che Israele per un canto, Obama e l’Unione Europea dall’altro vi si oppongano; nonché appoggiare con ogni mezzo i curdi, nonostante che la Turchia – Paese NATO! - invece faccia di tutto per boicottarli ritenendo così di disinnescare un suo problema interno. Se non ci sarà una alleanza informale per forza maggiore il problema si incancrenirà.

10. Bisogna infine rendersi conto che l’unico modo è una guerra-guerra terrestre essendo i bombardamenti aerei del tutto  inutili - vale a dire mandare, come ritengono gli esperti,  almeno 50miula uomini sul campo, mettendo in conto sia il costo della operazione sia le perdite in vite umane, per eliminare sul suo proprio terreno un regime di sadici assassini iconoclasti, senza avere pietà. Checché ne possano pensare certi  intellettuali e certi politici occidentali. La guerra terroristica portata nelle nazioni europee dai “lupi solitari” che operano in none dell’Isis, o semplicemente ispirandosi ad esso, lo dovrebbe imporre se non vogliamo vivere in un incubo perenne.

L’Occidente è a una svolta, e non servono soltanto misure di polizia interna, peraltro impossibili da attuare in modo totale e rigoroso. Invece si continua a discutere e a temporeggiare per una sindrome deleteria che attanaglia le classi dirigenti: il “politicamente corretto”, il “buonismo”, il condizionamento delle accuse di “islamofobia”, gli pseudo sensi di colpa, la demagogia di intellettuali, politici, magistrati e religiosi. Cosa si aspetta, un altro tragico 11 settembre in qualche capitale europea? Che succeda qualche strage sanguinosa in Italia?

Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur, commentò amaramente Tito Livio parlando dell’assedio di Annibale alla città spagnola che poi conquistò e rase al suolo mentre in Italia non era stata presa ancora alcuna decisione, dando così inizio alla seconda guerra punica.

Ma, a quanto pare, la storia non insegna proprio nulla agli immemori e ignoranti occidentali degli anni Duemila.

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