I LIBRI DI TOTALITà

Rassegna mensile di novità librarie: Giugno 2015

di Mario  Bozzi Sentieri

Rassegna mensile di novità librarie: Giugno 2015

Antonio Rapisarda, All'armi siam leghisti. Come e perché Matteo Salvini ha conquistato la Destra (Aliberti Wingsbert House, pagg. 237, Euro 16,00)   

 

Sono sovranisti e identitari. Con una mano occupano gli spazi virtuali, agendo sui social media, e con l'altra preparano la colla per i manifesti. Il mito delle patrie, il risveglio dell'Europa e la riconquista della proprietà della moneta, gli elementi centrali di questa nuova "comunità" politica. Matteo Salvini ne è il leader e la stampa mainstream l'ha già etichettata generazione nero-verde, ossia l'incontro di una Lega in evoluzione con i centri sociali non conformi e con la destra sociale. Fatta di studiosi, sindacalisti, riviste, associazioni, artisti, è una rete europea in forte crescita e pienamente in sintonia con il popolo degli invisibili. L'Unione europea, l'immigrazione incontrollata e le politiche d'austerità hanno fatto incontrare i protagonisti di questa destra inedita. Erano più simili di quanto si credesse. Ci voleva "l'altro" Matteo per farli incontrare.

 

ITALIA

Autori vari, Questa è la sinistra italiana (Eclettica, pagg. 248, Euro 15,00)

 

Quali sono i lati oscuri della sinistra italiana? Chi sono veramente i leader che per cinquant'anni hanno occupato la scena politica nazionale, ergendosi a portatori supremi di moralità? Chi muove i fili della sinistra moderna? "Questa è la sinistra italiana" attraversa la storia del nostro paese dal dopoguerra ad oggi, portando alla luce gli aspetti più inquietanti di una fazione politica che è riuscita a mantenere un'immagine positiva agli occhi dell'opinione pubblica. Da Togliatti a Pertini, passando per Berlinguer e De Benedetti, il libro ripercorre alcuni episodi che hanno segnato la storia d'Italia.                                                                 

MONDO

Nelli Goreslavskaya,  Putin, storia di un leader (Pagine -I libri del Borghese, pagg. 243, Euro 16,00)

 

Il libro approfondisce la figura e la storia di Putin in questa biografia tratteggiata criticamente. Contributo rilevante, ricostruisce il percorso di Putin nella sua interezza, dall'infanzia a Leningrado in una casa popolare con bagno e cucina condivisi tra più famiglie, fino alla conquista del potere a Mosca, passando per la sua severa esperienza come agente del KGB nella Germania comunista e i primi incarichi politici nella città natale. E' anche il racconto di una progressiva consapevolezza di poter diventare e di essere un leader; una consapevolezza conquistata sul campo, con un innato senso del dovere e una grandissima ambizione che lo hanno portato infine alla guida carismatica di

una grande potenza mondiale. Putin è inviso ai pensatori occidentali perché portatore di un modello alternativo a quello del "pensiero unico", perché ha operato scelte contrarie a quelle discutibili della UE in Ucraina. Ma in un contesto agitato e precario come l'attuale soltanto guardando a Putin come interlocutore/alleato l'Europa potrebbe riuscire ad affrontare con successo la crisi che la attanaglia.

 

ECONOMIA

 

Sandro Catani, Gerontocrazia – Il sistema economico che paralizza l’Italia (Garzanti, pagg. 180, Euro 14,90)

 

400 persone occupano le poltrone che contano del potere economico italiano: le principali banche e assicurazioni, le imprese quotate alla Borsa di Milano, le aziende pubbliche, i vertici del sistema cooperativo, i grandi studi legali, le società di consulenza strategica. Hanno alcune caratteristiche in comune: sono maschi, detengono molti incarichi, i loro guadagni continuano a essere elevati mentre la gran parte degli italiani si impoverisce, e la loro età media è prossima ai 70 anni. Ancor più della vituperata classe politica o burocratico-amministrativa, essi rappresentano un sistema bloccato che accompagna il declino dell'Italia. In forza di una lunga esperienza nel mondo dell'economia e della finanza, Sandro Catani svela il funzionamento della comunità italiana degli affari e le ragioni strutturali dei nostri ritardi, descrivendo un mondo gerontocratico in cui le relazioni contano più del merito, il ricambio generazionale procede lentamente e solo per cooptazione, e il nepotismo rappresenta una pratica comune e accettata.

                                                                     

 

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Nicholas Wapshott, Keynes o Hayek. Lo scontro che ha definito l'economia moderna (Feltrinelli, pagg. 332, Euro 12,00)

 

John Maynard Keynes e Friedrich von Hayek si ritrovarono su fronti opposti in una contrapposizione che si fece sempre più netta e che diede luogo al maggiore scontro in campo economico della storia contemporanea. Al centro della contesa si impose la questione se spettasse ai governi e allo stato intervenire nel mercato e in economia, o meno. Tutti e due poterono osservare l'espansione e la recessione del ciclo economico dell'epoca, ma giunsero a conclusioni molto differenti in proposito. Hayek era convinto che il fatto di alterare l'"equilibrio" del libero mercato avrebbe provocato una selvaggia inflazione. Keynes credeva invece che per contrastare la disoccupazione di massa e favorire la crescita alla fine di un ciclo servisse la spesa pubblica. Sarebbero stati in disaccordo per il resto delle loro vite e per vent'anni si confrontarono per lettera, con sapienti articoli e interventi accademici, in accalorate conversazioni private e infine tramite i ferventi discepoli: da John Kenneth Galbraith a Milton Friedman. Dalla Grande depressione alla seconda guerra mondiale e dal dopoguerra al presente, Nicholas Wapshott, nel suo stile narrativo e con grande capacità di rendere comprensibili complesse questioni economico-finanziarie, riporta in vita gli animati dibattiti tra questi due giganti del ventesimo secolo, la cui eredità condiziona tuttora il dibattito politico.

 

 PENSIERO FORTE

 

Roger Scruton, La tradizione e il sacro (Vita e Pensiero, pagg. 100, Euro 10,00)

 

Molto del pensiero europeo contemporaneo sembra incapace di accettare la propria eredità culturale, ripudiando come superati o ormai irrilevanti valori un tempo condivisi e sposando un atteggiamento ignavo per cui, nel nuovo ordine globale, ogni valore è uguale all'altro. Contro questo spirito di appiattimento e di negazione si batte Roger Scruton, pensatore inglese che volentieri si esprime anche al di fuori del mondo accademico, con interventi e articoli su giornali che uniscono alla lucidità dell'argomentare uno stile vivace e personale. I saggi raccolti in questo libro ne sono un riuscito esempio. Smascherando le polemiche antireligiose dei 'nuovi atei', infilati nel vicolo cieco dell'idolatria della scienza, Scruton ci riporta alla consapevolezza che la ragione non basta, che ci appartiene anche l'esperienza di un mistero che ci dà senso là dove si fermano le risposte scientifiche. Questa esperienza, che si manifesta più chiaramente nell'incontro con la bellezza e il sacro, si incarna, per noi, anche nella cultura europea, nei valori che sono la nostra eredità: il concetto di cittadinanza e di laicità della legge; la nazionalità come condivisione; la capacità di autocritica che permette la tolleranza; e infine il cristianesimo che tutto questo fonda.

                                                          

TEMPI MODERNI

Fabrizio Fratuse e Paolo Cioni, Ideologia del godimento. Pornografia e potere nella società delle immagini  (Circolo Proudhon, pagg. 130,  Euro 13,00)

 “Sex” è la parola più digitata nei motori di ricerca virtuali. L’industria pornografica incassa 57 miliardi di dollari l’anno. I contenuti porno sul web sono più di 372 milioni per oltre 4,2 milioni di siti hard consultabili. La pubblicità, la letteratura, l’intrattenimento televisivo sono saturi di immagini, video, foto e materiale a sfondo sessuale. Un mondo simulato, ideale, carnale ma spassionato, che si frantuma con la realtà del quotidiano, che esorta gli individui a rinchiudersi nell’intimità della pornografia, alla ricerca del godimento. “Godi!” è l’imperativo, la norma imposta ai cittadini del “porno-brodo globale”, la nuova ideologia gestita e coordinata da un’industria specializzata e capillare, che estende il suo dominio indiscriminatamente su giovani e adulti di entrambi i sessi. Eppure, mentre l’atto sessuale diventa una merce accessibile ovunque, il mondo perde la sua potenza erotica, il desiderio di vita, il fine riproduttivo. Quali sono le conseguenze? Quali sono i danni di questa nuova ideologia del godimento? Diviso in due parti, questo saggio analizza in un primo momento, tramite l'indagine di Fabrizio Fratus, i problemi causati dall'ascesa della pornografia: perversione dei rapporti uomo-donna; danni a livello socio-adattivo e comunitario; perdita di contatto con la realtà; auto-esclusione; alterazioni demografiche. Nella seconda parte Paolo Cioni, in modo scientifico ma al tempo stesso divulgativo, ci conduce nelle retrovie psichiatriche e neuronali della questione, sollevando la contraddizione tra natura umana e ricerca compulsiva del piacere con il merito di sottolineare i danni a livello celebrale ma anche sociale e affettivo della sessualità liberalizzata.

 

                                                                     

PSICOLOGIA

 

Paola Versari, Dalla “Bella vita” a una “Vita bella” – Colmare i vuoti di senso alla scuola di Viktor E. Frankl (Ares, pagg. 280, Euro 16,00)

 

Paola Versari, psicologa e psicoterapeuta, sviluppa in queste pagine un’analisi dei falsi miti del nostro tempo, che fluttua tra esaltazioni dell’individualismo e derive nel relativismo. Si addentra così nella realtà, ora nel mondo luccicante dello spettacolo, della tv e della moda, avvicinandone i protagonisti, ora nelle strade e nella vita della sua città, Roma. Nell’incontro diretto anche con la gente più comune, l’Autrice svela amorevolmente di ciascuno il vuoto interiore, che si cela sotto le maschere beffardamente sorridenti che la moderna società del l’apparire e del progresso si sforza ancora di imporre. Ma una volta scoperchiate le desolanti profondità dell’Io, l’Autrice si dà cura di offrire una risposta alla crisi contemporanea, che prima di essere economica, politica, sociale... è in radice crisi spirituale, umana, antropologica. Lo fa riproponendo il metodo della Logoterapia e mostrando la vita stessa del suo inventore, lo psicologo austriaco Viktor E. Frankl, noto in tutto il mondo per essere riuscito a superare positivamente la tragedia del campo di concentramento nazista, da cui scampò trovandosi solo, avendo perso tutti i famigliari a lui più cari.

 

STORIA

James Hannam, La genesi della scienza. Come il Medioevo cristiano ha posto le basi della scienza moderna  (D'Ettoris, pagg. 496, Euro 26,90) 

 

Sebbene deplorato da eminenti storici di professione, l'uso dell'aggettivo «medievale» come sinonimo di «retrogrado», «superato» o «caratterizzato dalla superstizione e dall'ignoranza» è ancora corrente. Eppure – dimostra James Hannam – senza i traguardi raggiunti dagli studiosi medievali non ci sarebbe stato né un Galileo, né un Newton, né, più in generale, la scienza moderna.
Di questa, La genesi della scienza rintraccia le radici proprio nel Medioevo, sfatando molti miti duri a morire: non è vero che i medievali pensavano che la Terra fosse piatta, né che bisognò attendere Colombo per «dimostrare» che fosse sferica; nessuno è finito al rogo per le sue opinioni scientifiche; Copernico non visse nel timore di subire persecuzioni, né alcun Papa ha mai scomunicato comete o provato a bandire la dissezione umana e il numero zero.
Al contrario, risalgono al Medioevo tutta una serie di sorprendenti scoperte e invenzioni in ambito scientifico e tecnologico: sia gli occhiali che gli orologi meccanici, per esempio, sono comparsi nell'Europa del secolo XIII. Nella stessa area geografica, inoltre, idee e strumenti provenienti dall'Estremo Oriente come la bussola, la polvere da sparo e la stampa furono perfezionati e utilizzati in ambiti prima di allora e altrove impensabili. Consapevole di sfidare un luogo comune, l'autore spiega come la mentalità e le istituzioni germogliate dal cristianesimo abbiano favorito, piuttosto

che ostacolato, molti progressi scientifici. Con lo stile del narratore brillante – ma l'ampiezza dell'apparato bibliografico è decisamente accademico –, James Hannam conduce il lettore non specialista alla scoperta delle geniali personalità di Giovanni Buridano, Nicola d'Oresme e Thomas Bradwardine, ridefinendo anche i profili di personaggi più familiari come san Tommaso d'Aquino e Galileo Galilei.

 

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Alessandro Aramu, Anna Mazzone, Gian Micalessin,  Il genocidio armeno. 100 anni di silenzio. Lo straordinario racconto degli ultimi sopravvissuti (Arkadia, pagg. 180, Euro 15,00)

La notte del 24 aprile 1915 iniziava l'orrendo sterminio del popolo armeno nei territori dell'Impero ottomano. In un solo mese, più di mille intellettuali (giornalisti, scrittori, poeti, politici) furono deportati verso l'interno dell'Anatolia e massacrati. A costoro si unirono altre centinaia di migliaia di persone uccise con ferocia inaudita. Alla fine gli armeni cristiani "martirizzati" furono circa un milione e mezzo. A distanza di cento anni da quel genocidio parlano da Yerevan gli ultimi sopravvissuti di una tragedia che ancora oggi la Turchia si rifiuta di riconoscere. Oltre alle eccezionali e uniche testimonianze, il libro descrive il terrificante passato facendo i dovuti parallelismi con quanto accade ora in Medio Oriente, in cui il governo di Ankara, ancora oggi, persegue una politica brutale e finanzia movimenti come l'Isis.

 

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Roberto Floreani, I futuristi e la Grande Guerra (Campanotto, pagg. 187, Euro 16,00)

Il saggio, dedicato alla memoria del prozio Leonardo Floreani, combattente sul fronte della Grande Guerra, nella prima parte analizza in modo dettagliato le ragioni interne e internazionali che portarono all'entrata in guerra dell'Italia. La seconda parte, ricchissima di annedoti e testimonianze dirette di Marinetti e Boccioni, è interamente dedicata all'esperienza bellica vissuta, sui differenti fronti, dai Futuristi, fin dalla loro partenza come volontari nel Battaglione Lombardo Volontari Ciclisti automobilisti.. La terza parte è un'ampia selezione riservata agli intellettuali che combatterono al fronte lasciandoci le loro preziose memorie: da Ungaretti a Gadda, da Campigli a Soffici, da Céline a Junger a Hemingway.
                                                         

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Francesco Carlesi, Rivoluzione sociale – “Critica fascista” e il corporativismo (A.G.A., pagg. 364, Euro 20,00)

Tra le due guerre il corporativismo costituì per molti intellettuali italiani la "nuova scienza economica" capace di porsi oltre le teorie economiche comuniste e liberali. Il quindicinale "Critica fascista",  diretto da Giuseppe Bottai, fu il palcoscenico privilegiato dai dibattiti su tutti i temi sociali dell'epoca: il ruolo del sindacato, la costruzione dell'edificio corporativo,lo studio economico dei paesi esteri, il Convegno di Ferrara, il rapporto con la Rivoluzione Francese e l'anticapitalismo tra i principali. Sergio Panunzio, Camillo Pellizzi, Ugo Spirito, Berto Ricci: solo un piccolo esempio dei molti protagonisti di questo profondo momento di riflessione economica, insuperato dall'Unità ai giorni nostri.

 

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Philip Ball, Al servizio del Reich  - Come la fisica vendette l'anima a Hitler (Einaudi, pagg. 292, Euro 32,00)

Quali furono i rapporti tra scienziati e regime nazista? Alcuni si schierarono senza riserve, con l'intento di dar vita a una "fisica ariana", depurata da ogni "idea giudea". Molti altri invece, scelsero il compromesso pur di continuare a lavorare. Tra questi vi furono Max Planck (il pioniere della teoria dei quanti), l'olandese Peter Debeye (che arrivò a dirigere il più importante istituto di ricerca del Reich prima di partire per gli USA nel 1940) e Werner Heisenberg (padre del principio di indeterminazione). Alla fine della guerra, molti scienziati tedeschi sostennero di essere sempre stati apolitici o, persino, di essersi attivamente opposti al regime: Debeye affermò di essere fuggito in America per proteggere la sua ricerca dalle interferenze naziste, mentre Heisenberg - fra gli altri - dichiarò di aver deliberatamente rallentato la fabbricazione della bomba atomica. A partire da queste tre biografie emblematiche, Philip Ball ci consegna la storia della fisica ai tempi del nazismo, tra scienza, equilibri internazionali e dilemma etico.

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Gloria Nemec, Un paese perfetto – Storia e memoria di una comunità in esilio: Grisignana d’Istria. 1930-1960 (Leg, pagg. 354, Euro 18,59)

Nella dolorosa diaspora vissuta dai giuliano-dalmati, la vicenda della comunità rurale di Grisignana d’Istria è emblematica del processo di sradicamento sociale e culturale sofferto dal mondo contadino di quello che fu l’estremo lembo nord-orientale d’Italia. Testimoni di un quarto di secolo segnato dalla guerra e spezzato dall’esodo, coloro che si percepirono più oggetti che soggetti dei grandi processi storici, riacquistano qui dignità di protagonisti: documentando una memoria popolare non altrimenti documentabile ci regalano pagine memorabili e commoventi. L’Autrice tesse con maestria l’intreccio delle vite e dei discorsi – da lei raccolti, trascritti, elaborati, confrontati tra loro e con altra documentazione – che riguardano la comunità dagli anni ’30 al definitivo inserimento nella realtà triestina del dopoguerra, seguendo la raffigurazione di una civiltà contadina sino alla sua definitiva scomparsa. Il rovesciamento di prospettive che comportò il passaggio all’amministrazione militare jugoslava è qui leggibile nei termini di una vera e propria crisi dell’identità collettiva, elaborata da una miriade di costrutti narrativi – quasi una tradizione orale – che ripropongono intatta l’esperienza dello spaesamento e della paura, come preambolo di quella disperazione che precedette l’esodo.

 

STORIA DELLE DESTRE

 

Nicola Genga, Il Front National da Jean-Marie a Marine Le Pen - La destra nazional-populista in Francia (Rubbettino, pagg. 202, Euro 18,00)

 

Che cosa ci dice il Front national della Francia di oggi? E come collocare il “fenomeno Le Pen” nel panorama delle democrazie contemporanee? Fondato nel 1972, il FN è dagli anni’80 un attore politico di rilievo. Di recente, alcuni eventi hanno inciso sul suo riposizionamento: la presidenza Sarkozy, che ha radicalizzato il discorso della destra neogollista; la staffetta tra Jean-Marie e Marine Le Pen al congresso di Tours del 2011; le vittorie di François Hollande e dei socialisti nelle elezioni 2012; le europee 2014, che hanno visto il FN primeggiare in Francia. L’oggetto di studio viene qui inquadrato come caso di nazional-populismo ed esperienza ideologicamente radicata “a destra”, allo scopo di analizzarne l’evoluzione e ipotizzare futuri sviluppi.

 

PERSONAGGI

Marco Rizzo, Storia segreta di Che Guevara. L'uomo al di là del mito (Newton Compton, pagg. 334, Euro 9,90)

Ernesto Guevara de la Serna, detto "il Che", è stato un avventuriero, un medico, un filosofo, un rivoluzionario, un ministro, ma anche un simbolo, un'icona, un riferimento politico per generazioni in tutto il mondo. E persino un logo, sfruttato su magliette, poster, manifesti, accendini e innumerevoli altri gadget. Questo libro tenta di sintetizzare, con chiarezza e completezza, la sua breve ma intensa vita. Le vicissitudini straordinarie di un uomo da scoprire si susseguono con un ritmo tra l'avventuroso e il romantico, in un volume che si propone come strumento per conoscere le tante sfaccettature del Che e l'eredità "pop" e politica della sua figura. Non solo perché Guevara è un personaggio sempre attuale - basti pensare al successo dei film di Steven Soderbergh e de "I diari della motocicletta" - ma soprattutto perché la sua parabola va ricollocata nel solco della Storia, a maggior ragione oggi, nell'ottica della recentissima apertura epocale tra Cuba e USA dopo più di cinquant'anni di embargo, con conseguenze geopolitiche ancora in via di definizione. "Storia segreta di Che Guevara" vuole quindi raccontare più di un volto su una bandiera: vuole raccontare un uomo, con tutti i suoi volti, e la sua incredibile vita.

 

EPISTOLARI

 

Emil Cioran, Ineffabile nostalgia – Lettere al fratello 1931-1985 (Archinto, pagg. 176, Euro 18,00)

I destini dei fratelli Cioran, uniti in gioventù dalla passione intellettuale e dal fervore politico, si separano sul finire degli anni Trenta. La guerra mondiale e la cortina di ferro che taglia l’Europa in due blocchi contrapposti, li costringeranno a quarant’anni d’esilio forzato. L’uno, Emil, meteco a Parigi, nel cuore di quel «paradiso desolante» che è diventato ai suoi occhi l’Occidente; l’altro, Aurel, prigioniero in patria, in una Romania ormai simile a un grigio inferno «che non è più di nessuno». I due fratelli affidano alla sorte incerta e vulnerabile della missiva il desiderio di sentirsi uniti, nonostante la Storia stessa cospiri contro di loro. Dalle lettere ad Aurel emerge un altro Cioran, per certi versi inedito. Benché animato da un orrore gnostico per la procreazione, di fronte alle sofferenze dei congiunti il «persuasor di morte» cambia registro, rivelandosi di volta in volta provvidenziale medico dell’anima, consulente familiare e scrupoloso … farmacista. Sot­to il segno della malinconia – eredità a un tempo familiare e culturale – Cio­ran si riconcilia col fondo romeno della sua anima ed è colto da un’«inef­fabile nostalgia» per i luoghi incontaminati dell’infanzia, metafora del suo sradicamento metafisico.

 

LETTERATURA

 

Silvano Console, Mon cher ami - Gabriele d'Annunzio e l'esilio francese. 1910-1915 (Solfanelli, pagg. 216, Euro 16,00)

 

Gabriele d'Annunzio ebbe una personalità complessa e controversa, difficile da comprendere in un giudizio sommario, come quello di Benedetto Croce, che ne compendiava l'esistenza in "vita delle cacce, delle corse, dei salotti, l'amore dello sport e lo sport dell'amore". Più significativo è il titolo dell'opera francese di Marinetti: "Les dieux s'en vont, D'Annunzio reste". E fu il periodo francese (quello del cosiddetto esilio ad Arcachon) che esaltò molti aspetti, artistici eumani, dello scrittore europeo.

Nel testo si trattano le imprese letterarie e teatrali d'oltralpe (in particolare "Le Martyre de Saint Sébastien", quattromila versi in francese arcaico), e quindi la sfida linguistica di "uno scrittore d'ottima tempra paesana che si compiacque d'essere chiamato dai raccoglitori di resina delle Lande solitarie l'Italien" e "mon cher ami" dal grande Claude Debussy. Ma, per averne un ritratto completo, si analizzano anche gli aspetti più vari e curiosi della sua esistenza "inimitabile": raffinato amatore, dandy profumato, amante dei cavalli e dei cani (lo "chenil de Pinasse" giunse ad ospitare ben 39 levrieri!), uomo sportivo, abile pubblicitario che gestiva innanzitutto la sua

immagine, bricoleur, arredatore, superstizioso, ecc.
    

SCIENZA

 

Giuseppe Sermonti, Il Tao della biologia. Saggio sulla comparsa dell’uomo (Lindau, pagg. 144, Euro 16,50)

 

«È l’uomo che deriva dalla scimmia o la scimmia che deriva dall’uomo?» Il dilemma non ha senso, se è vero che una specie che ha già imboccato una strada non può uscirne. L’idea dell’origine di una specie per aggiunte terminali ai caratteri di un’altra è ormai superata. Le specie sorelle sembrano piuttosto irradiarsi da un nodo comune disegnando quelle che sono state chiamate «esplosioni o radiazioni evolutive». Il problema è semmai chi, tra uomo e scimpanzé, si è più distaccato dal nodo, dalla forma primaria della sua famiglia. Per Darwin questo peregrino è l’uomo, e sul nodo è rimasta, immutata, un’arcaica scimmia. Invece l’uomo è la forma primaria, archetipica, conservatrice. Rispetto ai suoi congeneri ha conservato lo schema anatomico tipico, la base molecolare del proprio ordine di appartenenza. Egli è il Peter Pan dei Primati, «il bambino che non voleva crescere». È il primo, non l’ultimo. Nei termini del Tao, l’uomo è Yin, nero, tenero, femminile. La scimmia è Yang, bianca, dura, maschile. Uomo e scimmia sono due modalità dell’essere, opposte e complementari: ognuna contiene in sé la potenza inespressa dell’altra. L’uomo, solenne, è il sole della savana, la scimmia, festosa, istintiva, è la luna nel bosco. L’uomo ha avuto infusa un’anima che lo destina alla luce o al peccato; la scimmia, con il suo istinto innocente, subisce le catene dell’uomo.
L’opera di Sermonti raccoglie e combina risultati scientifici, aneddoti, parabole, favole e variazioni filosofiche. Il protagonista è la scimmia, il modello è l’uomo, l’eroe è il bambino.

 

 

LUOGHI

 

Lucetta Scaraffia, Andare per monasteri (Il Mulino, pagg. 152, Euro 12,00)

 

Lungo la penisola, monasteri medievali, costruiti come fortezze, hanno difeso civiltà, accolto pellegrini, celebrato la grandezza di dinastie aristocratiche. Ci sono poi monasteri rinascimentali e barocchi, e anche edifici nuovi che testimoniano della recente rinascita monastica. Da Novalesa a Camaldoli, da La Verna a Subiaco e Praglia, da Rosano a Campello, a Grottaferrata: l'itinerario si snoda fra luoghi storici e luoghi recenti del monachesimo italiano, tutti animati da una vita spirituale autentica. Un richiamo forte, una atmosfera di raccoglimento e una promessa di elevazione interiore, capaci, come a Bose, di attrarre anche persone che non si riconoscono nella fede. Ancora oggi i monasteri – come secoli fa – ci regalano l’esperienza del silenzio, che sanno trasmettere anche solo con la conformazione degli spazi, con la scansione della giornata che si svolge secondo ritmi millenari.

                                                                     

CINEMA

 

Attilio Cucchi, Dalla Potemkin ai trattori. Il cinema sovietico commentato da Brasillach -  Con DVD (Effepi, pagg. 150, Euro 15,00)

 

In appendice all'edizione 1943 della sua "Histoire du cinéma", Brasillach scriveva che la propaganda di tipo marxista porta in sé un veleno che le è proprio. In realtà lo scrittore aveva sempre seguito con attenzione il cinema sovietico, cogliendone i pregi e i difetti e comunque non esorcizzandolo in sé per la sua natura propagandistica. In diversi capitoli della sua opera, qui riuniti in modo artificioso ma rispettoso delle linee filologiche dell'opera stessa, analizza la produzione realizzata in Russia dall'ottobre 1917, tenendo ben presente che questa nuova arte è un'arma moderna.

 

IN MOSTRA

 

Germano Celant (a cura di), Cucine&Ultracorpi  (Electa, pagg. 814, Euro 45,00)

 

Il titolo dell’ottava edizione del Triennale Design Museum s’ispira, al libro di fantascienza di Jack Finnet” L’Invasione degli ultracorpi”, in cui gli alieni divengono “cospiratori”  capaci di insinuarsi tra gli abitanti della terra. Analogamente, “Cucine&Ultracorpi” vuole raccontare la lenta e inesorabile trasformazione degli utensili da cucina in invasori, tracciando l’evoluzione in Italia degli ultracorpi, quali cucine ed elettrodomestici, dalla prima emergenza documentabile fino a oggi. Il libro è composto da 14 saggi redatti da critici, studiosi e specialisti, che sviluppano i temi affrontati nell’edizione del museo da diverse prospettive disciplinari, e da un dizionario illustrato degli elettrodomestici di circa 60 lemmi. All’interno del dizionario sono inclusi “approfondimenti” appositamente commissionati su temi rilevanti per la storia del design o “fenomenologie” delineate da letterati, giornalisti o designer che propongono personali visioni e interpretazioni. 

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