IL CAPOLAVORO IMMORTALE DI MOLIÈRE ALLA PERGOLA

Il Tartufo: «Una commedia strutturata a suspense»

Un giallo della coscienza, punteggiato da delitti contro la logica e la dignità, che, nel divenire di scene caratterizzate da grande comicità, costruisce con implacabile determinazione un sorprendente lieto fine

di Niccolò Andreotti

Il Tartufo: «Una commedia strutturata a suspense»

Il Tartufo di Molière - la cui prima rappresentazione risale al 1669 - non è solo una delle opere più importanti dell`autore francese, ma costituisce una metafora del rapporto tra il potere e la libertà dell`artista. A tal proposito la commedia solleva infatti molti interrogativi: fu scritta per allietare la corte durante le feste organizzate dal re Sole o costituisce una critica sottile - ma nel contempo feroce - della società dell`epoca?

 Il Tartufo,storia del falso devoto raccattato sui gradini di una chiesa da un ricco borghese e da questo portato a insediarsi da padrone nella sua famiglia, è una commedia travolgente che, come ricordava già Voltaire, fu giudicata a suo tempo opera scandalosa per essere poi ben presto interpretata come una lezione di morale.L’autore, attraverso la perversità del protagonista Tartufo, intese colpire l'ipocrisia e il moralismo fanatico ostentato da molti personaggi influenti a corte, coinvolgendo anche le pratiche religiose ed i fedeli. Questa satira, ovviamente, suscitò critiche e polemiche e ne fu vietata la rappresentazione: bisognò attendere il 1669 per avere il consenso del re e riproporre al pubblico la commedia. Il nome tartuffe, nel francese antico, indicava sia il tubero sia la persona disonesta, e il protagonista della vicenda, figlio di povera gente, è appunto un disonesto, un mascalzone che, non avendo i mezzi per elevarsi, si avvale dell'ipocrisia per raggiungere i suoi scopi. Come dice lo stesso autore: «avendo pochi mezzi e molta ambizione, senza alcuno dei doni necessari per soddisfarla onestamente, risoluto tuttavia a saziarla a qualunque prezzo, sceglie la via dell'ipocrisia» (Lettre sur la comédie de l'Imposteur).

Dopo il successo della passata stagione con I ragazzi irresistibili di Neil Simon la coppia comica Eros Pagni, nel ruolo del nobile Orgon, e Tullio Solenghi, in quello di Tartufo, affronta il capolavoro di Molière, nella nuova versione italiana di Valerio Magrelli, che rispetta l’omogeneità del metro originale del testo in alessandrini (versi francesi di dodici sillabe) a rime baciate. Per il regista Marco Sciaccaluga non si tratta di distinguere il bene dal male, il vero dal falso, ma solo di sapere come andranno le cose, dopo che Orgon ha scelto di guarire dai suoi sensi di colpa, portandosi a casa un pericoloso avventuriero. Eros Pagni presenta con eleganza stilistica ed espressiva un Orgon umano, finemente ingenuo, fino alla scoperta della verità, che sente con drammatica disperazione attraverso intensi e delicati momenti di tristezza quasi indifesa.

«Orgon vive un rapporto famigliare abbastanza gretto, povero di valori, altrimenti questa sorta di innamoramento per Tartufo non sarebbe mai potuto nascere», ragiona Eros Pagni, «se Orgon si mette alle dipendenze di Tartufo, significa che lui non è in possesso di quell’amore e di quell’affetto che dovrebbero contraddistinguere uno sposo e un padre di famiglia. L’ambiente in cui vive è privo di valori e di sostanza, dunque il terreno appare fertile a un individuo come Tartufo. Comunque Orgon è un personaggio tutto da scoprire e all’epoca veniva interpretato dallo stesso Molière».

Scrive sempre Mario Sciaccaluga nelle note di regia: «Il Tartufo è una commedia strutturata a suspense: il pubblico, come quasi tutti i personaggi, sa chi è l’assassino; ma, attraverso il comico, siamo tutti costretti a vivere nell’angoscia perché proprio colui che ha il potere in quella casa non se ne accorge, portando così la famiglia alla rovina. Non c’è dialettica interna in questa commedia: c’è solo ciò che vi accade, la determinazione con cui Molière porta una situazione sino alle estreme conseguenze. Ma è proprio questo che insieme ci fa ridere e ci fa paura. Anche in Il Tartufo a Molière riesce l’impresa grandiosa di rendere comica e interessante la stupidità umana.»

Chi sarà a soccombere fra Tartufo, perfetta incarnazione della malvagità, e Orgon, consumato dalla sudditanza psicologica? Solo l’intervento del re costrinse Molière a cambiare il finale e la storia è diventata quella che conosciamo, con la sconfitta di Tartufo…

 

LA STORIA:

Tartufo è un mendicante molto devoto che Orgon, un ricco nobile parigino, ha ospitato nella sua casa. Il suo affetto per il Tartufo è tale che lo promette come sposo alla figlia Marianna, che tuttavia è già fidanzata con Valerio. Tartufo, però, è segretamente innamorato della moglie di Orgon, Elmira, e a lei si dichiara. La donna, respingendolo, promette di non dire niente al marito a patto che Tartufo rifiuti di sposare Marianna…

 

LE DATE:

Martedì 7 aprile, ore 20.45

Mercoledì 8 aprile, ore 20.45

Giovedì 9 aprile, ore 20.45

Venerdì 10 aprile, ore 20.45

Sabato 11 aprile, ore 20.45

Domenica 12 aprile, ore 15.45

Lunedì 13 aprile, ore 20.45

Martedì 14 aprile, ore 20.45

Mercoledì 15 aprile, ore 20.45

Giovedì 16 aprile, ore 20.45

Venerdì 17 aprile, ore 20.45

 

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