Dinner jacket

L'abito di società. Dallo smoking al frac passando per il tight

di LORD BRUMMELL

Smoking, frac, tight hanno toccato un secolo e mezzo fa il loro punto più alto, ma ancor oggi non intendono minimamente lasciare niente a quella caratteristica sfuggente che contrassegna il turbinio della moda.

Irremovibili status symbol, per alcuni un po’ gelidi, per altri un tantino malinconici nel loro persistente rifiuto di svecchiamento, parevano destinati a certa estinzione con i movimenti reazionari degli anni ’60 e ’70.

Macché, niente fu meno azzeccato di questo, poiché eccoli qui vivi e molto vegeti.

Le code del Tight si rivedono con frequenza ritmata in alcuni matrimoni e continuano a fare la loro passerella nella cornice bizzarra, tipicamente british, dell’ippica ad alti livelli.

Il frac continua a essere riservato a pochi e in circostanze molto particolari: durante la premiazione del Nobel, negli alti convegni diplomatici, dai direttori d’orchestra e via dicendo.

Mentre lo smoking è da anni diventato un capo utilizzato anche dai giovani, che lo conoscono con il nome americano di tuxedo o dinner jacket  all’inglese.

Seduce tutti, dall’imbiancato quarantenne allo studente liceale che segue la moda; dalle ragazze amanti del look maschile alle signore cinquantenni.

    

Riesce a rendere affascinante chiunque lo indossi: il signore più brevilineo o quello ammantato da non volute ridondanze.

E dietro a queste inusuali giacche a falde, ammiccanti papillons, camicie dal colletto di un tempo che fu, c’è una storia di società, di potere, di tradizione e stile, con una serie di personaggi più o meno celeberrimi, come Lord Brummel, straordinario profeta del luminoso british style, Griswold Lorillard stravagante dandy che tagliò le code ai suoi blazer da sera, per giungere a un’epoca mitizzata con i vari Puccini, D’Annunzio e Toscanini.

E se questi capi l’indossavano loro…