Sprechi in TV

Famiglia Cristiana contro Celentano

Il settimanale cattolico dimentica le responsabilità di chi ha accettato di corrispondere compensi da capogiro

di Steve Remington

Famiglia Cristiana contro Celentano

Sicuramente fa parte del copione. Però fa sempre un certo effetto vedere l’house organ di quell’italietta bigotta e un po’retrò, quale è Famiglia Cristiana, bacchettare le pecorelle smarrite o gli ex figli, forse prediletti, forse no, che sbagliano. E sicuramente Adriano Cementano sbaglia, ma non è certo il settimanale dei Paolini  che può tracciare il confine fra il bene e il male. Soprattutto quando entra in un campo minato qual è quello della beneficenza.

Rapido riassunto per chi si fosse perso le puntate  precedenti. Il Molleggiato, per la sua sceneggiata sanremese – perché tale è e sarà – intascherà dalla Rai 750 mila euro. Visto il livello raggiunto dalla polemica sull’entità del compenso, preteso per andare sul palco dell’Ariston a dire una serie di cazzate in libertà, Celentano ha deciso di devolvere in beneficenza l’intera cifra. Salvo le spese, come sempre. 

Ebbene a Famiglia Cristiana la cosa non piace affatto. “Ci sono più motivi di fastidio che di compiacimento”, sostiene l’editorialista Franca Zambonini alla quale Famiglia Cristiana di questa settimana affida il commento sulla decisione di Celentano di dare in beneficenza il cachet per la sua partecipazione al Festival di Sanremo. “In tempi di sacrifici richiesti, stangate in arrivo per le famiglie, disoccupazione drammatica, pensioni a rischio e tutta l’incertezza che accompagna ogni crisi”, scrive l’editorialista, “scandalizzano i compensi che la Rai è pronta a versare. Non c’è dubbio che Adriano sia un artista amato e ammirato. Ma perché deve essere pagato per l’esibizione di una sera quanto un ricercatore precario non si sogna di guadagnare in dieci anni?”.

Parole sante, peccato non averle sentite quanto il governo Berlusconi smontava l’università come fosse una casetta del Lego e togliesse alla scuola pubblica risorse strategiche per darle alle private. Peccato, peccato davvero.

Ma c’è anche il resto.”È vero che un cantante del suo calibro attira, oltre agli ascolti, i soldi della pubblicità. Ma è anche vero che un ritorno alla sobrietà di altri tempi sarebbe stato opportuno per quella Rai che, da più di un mese, ci richiama all’obbligo di versare il canone come indispensabile finanziamento per un servizio pubblico che, però, si mostra sempre più scadente”. “Altra ragione di fastidio sta in quella esibita donazione ai poveri. Celentano, con mossa a sorpresa, ha deciso che verserà il suo cachet parte a Emergency e parte ai “poveri”. Per individuarli, ha chiesto l’aiuto dei sindaci di sette città: Verona, Milano, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Cagliari. Non si capisce quale sia il criterio di questa scelta”. Zambonini conclude: “Ci si aspetta ora che Celentano utilizzi una parentesi tra i suoi celebri silenzi per farci capire dal palco di Sanremo qual è la sua idea di beneficenza. La solidarietà non sceglie i poveri come si fa con i provini di un reality dotato di un montepremi. La generosità richiede silenzio, non aspetta né lodi né promozione di immagine”.

Ecco sull’ultima parte siamo perfettamente d’accordo, la sottoscriviamo in pieno, ma come principio generale non come singolo caso. Peccato che la stessa chiarezza non venga usata nei confronti del direttore generale della Rai, Lorenza Lei. I soldi “pelosi” erogati a Celentano, li tira fuori lei, non lui. E Celentano, in fondo, dopo il prelievo al Bancomat Rai può anche fare ciò che vuole…. O no? 

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da fangel05 il 18/02/2012 00:40:50

    La generosità non andrebbe esibita ma richiederebbe silenzio...sottoscrivo in pieno!

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