Calunnie e Doppiopetto blu

Il sogno di tornare alla vita normale

Provava un dolore immenso, indescrivibile, nel trovarsi prigioniero nella propria cittadina... (Cap.22)

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Il sogno di tornare alla vita normale

Il desiderio di Peter, già dai primi giorni di forzata clausura domiciliare, era quello di tornare a una vita normale. Una vita lontana dai Roughoaks, dalle invidie, dai tradimenti, una vita senza i ripetuti controlli delle forze dell’ordine. Una vita in cui regnasse l’armonia. Una vita in cui gli fosse concesso di uscire a comprare il giornale: il suo sogno era di andare dall’edicolante e parlare di sport, di politica, di attualità spicciola.

Poteva vagare con la mente e spostarsi in altri paesi che non erano il suo, in posti lontani ed esotici, però l’aspirazione, al momento, irrealizzabile era di andare da Manfred l’edicolante, a cento metri da casa sua. Peter, però, non aveva quel diritto che tutti ritengono indiscusso.

Parlando con i suoi familiari, perché era solo con loro che poteva, aveva spiegato questo suo desiderio, al momento, impossibile. Aveva raccontato che, dalla sua finestra, scorgeva in lontananza l’edicola che tante volte lo vide protagonista di accanite discussioni di sport e politica, di scherzi tra amici e di grandi abbuffate di gelato e che questo ogni volta creava in lui un magone così grosso da strozzarlo, quasi.

Perfino nei sogni aveva presente la sua edicola, con Manfred che spesso lo rimproverava di arrivare troppo presto, che i giornali ancora non erano stati scaricati dal furgone e che faceva meglio a tornare più tardi.

E, sempre nel sogno, però consapevole ora della sua situazione, aveva pensato al modo di raggiungere Manfred senza essere visto. Il cuore gli batteva a mille quando si era visto nei panni di donna, mentre lasciava la casa per raggiungere l’edicola. In sottofondo una musica sacrale accompagnava le sue azioni oniriche.

Un posto di blocco, appena fatti venti metri, gli aveva intimato l’alt e Peter non riuscendo a contenere la paura aveva iniziato a pregare a voce alta quasi a dimostrazione che recitare una preghiera fosse l’unico lasciapassare ammissibile. Uno dei vigilanti era l’agente Bovaro che guardatolo con ritrosia gli ordinò…

-Peter, Peter sveglia!!- urlò la moglie, e ancora una volta l’ incubo fu interrotto lasciando però nella sua mente quella strana e inspiegabile musica sacrale.

Ogni mattina Cummings, appena alzato, era solito affacciarsi alla finestra e annusare quella che lui definiva la libertà nell’aria e la bellezza della natura. Afferrava un binocolo e guardava dall’altra parte della strada: un pino in lontananza, una discosta boscaglia, gli alberi stracolmi di uccellini, uomini che facevano footing, un furgone della Fedex fermo di fronte ad un negozio. E piangeva, voleva parlar loro, gridargli di liberarlo, ma non sapeva a chi indirizzare le sue parole. Lo sconforto lo assaliva e l’unico rifugio era la lettura e la preghiera.

Provava un dolore immenso, indescrivibile, nel trovarsi prigioniero nella propria cittadina; soffriva quando certune persone si giravano verso la sua abitazione indicando col dito il luogo dove era rinchiuso il criminale Peter. Soffriva perché sapeva di non esserlo.

La gente aveva letto sul giornale la notizia dell’arresto di Cummings, e da quelle pagine era uscito fuori un Peter Cummings paragonabile ai più pericolosi delinquenti americani.

La polizia di Hoboken qualche giorno prima aveva organizzato una conferenza stampa invitando tutti i media, dai quotidiani locali a quelli nazionali, dalle tv di Hoboken a quelle della grande mela, facendosi importante e ritenendosi artefice di un arresto eccellente, una realtà da evidenziare su tutti i mezzi di comunicazione: l’ arresto di un incensurato, conosciuto nel suo ambiente come persona integerrima. Questo fu il loro grande smash vincente, peccato che la pallina della verità avesse battuto fuori dalla linea.

Peter era stato pubblicamente accusato di estorsione, stalking, truffa, furto e ancora altro, ma di minore importanza.

Era stato definito un furbastro che aveva esercitato la sua professione di manager rubando soldi ai Roughoaks, sempre vestito come un lord e a bordo di potenti, rombanti auto.

L’impatto della famiglia Cummings con le testate dei giornali era stata scioccante. Leggere del loro Peter come di un criminale incallito li aveva fatti, dapprima, trasalire dal dolore e, dopo, dalla rabbia funesta, placata dai buoni consigli dell’ avvocato Bourke che aveva suggerito loro di muoversi con raziocinio senza farsi prendere da una giustificabile ma controproducente collera, mista a sdegno.

Il padre aveva avuto un collasso vedendo la notizia alla Hoboken Television e era stato trasportato d’urgenza al pronto soccorso. Madre, figlio e moglie si erano strinti ancora di più accanto a lui e unitamente a Mrs. Bourke avevano stabilito un’ efficace linea di difesa.

La notte, prima di addormentarsi, Peter aveva pensato insistentemente ai luoghi visitati quando era ancora un adolescente e il suo ricordo spesso si era soffermato ad un piccolo paese di nome Applewood, nella contea di Jefferson in Colorado. Un gruppo sparuto di case adagiate, come in un quadro, su una ridente collinetta.

Lì si rivide con Sabrine, la sua prima ragazzina, che lo aveva colpito al cuore e questi intensi attimi di nostalgia vennero a conforto in un periodo così buio. E quasi sfogliando un album di foto erano riapparse immagini sfocate di un caldo sole, di un torrente che attraversava una fitta selva, di grilli che cantavano, di passeggiate mano nella mano tra i vigneti, la limonata fredda acquistata ad un banco in strada… e pensava se mai avrebbe rivisto tutto questo.

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    4 commenti per questo articolo

  • Inserito da ashleycox il 05/02/2012 21:06:29

    Momenti particolari in cui la casa diviene il tuo più profondo e drammatico incubo. Un raggio di sole, una farfalla, la pioggia diventano irraggiungibili. E tu vivi con una sola compagna, la solitudine.

  • Inserito da cracra il 04/02/2012 21:34:55

    Bella storia,quando il prossimo capitolo?

  • Inserito da Donnadicuori il 04/02/2012 13:03:04

    Commovente, solo tu puoi scrivere così!

  • Inserito da seiko il 04/02/2012 12:58:00

    Bello, veramente entusiasmante.

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