Editoriale

Assoluzione di Berlusconi? Come è potuto accadere in un paese così? Ipotesi fantasiose

Un favore fatto dai giudici a Renzi o una messa in guardia perché non proceda alla riforma della giustizia? LO scopriremo solo vivendo

Simonetta  Bartolini

di Simonetta  Bartolini

’assoluzione di Silvio Berlusconi in un paese normale sarebbe un’ovvietà sulla quale non spendere altra riflessione che quella relativa ad un sistema, fatto di tre gradi di giudizio, che permette ai giudici di prima istanza di emettere sentenze che definire sconcertanti rispetto al diritto è un eufemismo.

Ma l’Italia non è un paese normale, lo sappiamo, e dunque l’assoluzione di Berlusconi apre la porta ad una serie di riflessioni sugli scenari prossimi futuri, e sul rapporto fra la magistratura e il potere politico.

Ci piacerebbe molto pensare che i giudici dell’appello sul caso Ruby abbiano semplicemente applicato le norme del diritto. Ci piacerebbe pensare che, da servitori della legge in nome della giustizia, abbiano voluto mandare un segnale che qualche volta il sistema funziona. Ci piacerebbe avere di nuovo fiducia nella giustizia e in chi la amministra, e sapere che esiste un potere che ci tutela oltre ogni interesse di parte, oltre ogni personalismo, oltre ogni convinzione personale, ma sulla base di fatti inoppugnabili che portano ad un verdetto giusto secondo quanto predisposto dalle leggi.

Ci piacerebbe, ma in questo paese non ce lo possiamo permettere, non possiamo credere alle favole, soprattutto quando in ballo c’è Silvio Berlusconi.

E infatti i primi commenti che si leggono sono caratterizzati dall’affermazione: qualcosa è cambiato. Sì, ma cosa?

Il Divo Giulio (Andreotti) diceva che a pensar male si fa peccato ma il più delle volte ci si indovina, e allora ipotizziamo un pensiero malevolo augurandoci che sia solo fantasia.

È in corso una trattativa sulle riforme che vede coinvolta Forza Italia, Pd, e di rincorsa parrebbe anche M5S. Lasciando da parte legge elettorale e Senato, uno degli argomenti caldi sui quali Renzi si è pericolosamente esposto riguarda la magistratura: quadri, pensionamenti, emolumenti e finanche responsabilità civile in giudizio.

Ai magistrati non piace che si vadano a toccare i privilegi acquisiti, lo abbiamo scritto varie volte e ormai è la stragrande maggioranza degli italiani a pensarlo, e questo a loro piace ancora meno perché sanno che, se il Premier agisce pensando ai desiderata dell’elettorato, per loro sono guai seri.

Ecco dunque che a Renzi arriva un avvertimento, se non lasci le cose come stanno rimettiamo in pista Berlusconi che, per quanto decotto, è ancora l’unico che può costituire un serio ostacolo alla stabile conquista del potere; ricordiamoci che il capo dell’esecutivo non è neppure eletto in Parlamento! E lui sa che lo sbandierato 40%, nelle urne politiche verrebbe grandemente ridimensionato anche dai risultati, che presto si faranno sentire, di una politica dove l’annuncio ottimistico non coincide con i risultati, anzi.

C’è da temere che, se Renzi abbandonerà i propositi di riforma della giustizia nel senso da tutti auspicato, la Cassazione ribalti nuovamente il verdetto rimettendo il Cav. in una posizione di difficile agibilità politica.

Un’altra ipotesi sulla quale riflettere è che i giudici di secondo grado abbiano invece voluto fare un favore a Renzi, ormai definito il berluschino di sinistra, stretto da una parte da M5S dall’altra dalla fronda interna al partito che si vede messa all’angolo da una politica più simile a quella dell’odiato nemico Berlusconi. Restituire a Renzi una vera opposizione incarnata nel nemico storico, della sinistra dura e pura, potrebbe  alleggerire la pressione sul premier  (il vecchio divide et impera che in questo caso andrebbe inteso come moltiplicazione dei nemici per toglier forza al più agguerrito).

Lo scopriremo presto.

Infine c’è un’altra questione, quella del processo che coinvolge avvocati e testimoni del primo grado del caso Ruby, accusati tutti di falsa testimonianza e induzione al falso sull’assunto che essendo Berlusconi colpevole e come tale condannato a 7 anni, chi aveva testimoniato a suo favore era stato comprato per mentire e dunque sicuramente mentiva.

Che succede adesso? In un paese normale il suddetto processo dovrebbe essere immediatamente annullato perché cade il teorema accusatorio sul quale era stato istruito, essendo Berlusconi riconosciuto innocente perché il fatto non sussiste (la concussione ) e il sesso con una minorenne non è reato perseguibile secondo la legislazione vigente all’epoca nei quali i fatti erano stati contestati.

Ma in questo caso chi paga i costi di un procedimento sconclusionato? Perché per agire contro i testimoni non si è atteso che ci fosse una condanna in terzo grado che avrebbe quanto meno sostenuto il teorema accusatorio per quanto aberrante?

E ancora, se la sentenza di secondo grado dice che un reato non sussiste e l’altro non esiste come è possibile che tutto non sia stato archiviato prima di arrivare a tutto questo dispendio di denari, energie, ecc.

E torniamo alla responsabilità dei giudici. E ci troviamo di nuovo in un cul de sac, e ancora ci chiediamo, da poveri cittadini che niente sanno di diritto e che si limitano ad applicare un po’ di sano buon senso, perché in Italia accade quel che accade? Chi sono i responsabili?

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da fraran il 19/07/2014 16:52:34

    E' vergognoso che sia stato assolto. Sembra che tutte le testimonianze raccolte negli anni siano state dimenticate o perse. Mi sembra di vivere nel 'La fattoria degli animali' di George Orwell quando alla fine un unico comandamento era rimasto scritto da sette iniziali: «Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri». Viva la giustizia o c'è anche qu i lo zampino di Renzi. Vediamo cosa dicono i giornali all'estero.

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