«Cambia rotta, girati in fretta, se tieni alla vita qui non restar, dacci retta»

Il Paese della Malvagità -PRIMA PARTE-

Si narra fosse un paese della Toscana, abitato solo da depravati, sodomiti, prostitute, alcolizzati e meretrici che facevano giurar amore eterno

di Il Raccontafavole

Il Paese della Malvagità  -PRIMA PARTE-

Tanti anni fa, ma non troppi, c’era un luogo chiamato il Paese della malvagità, al cui ingresso era posto, in bella mostra, un enorme telo bianco su cui c’erano scritte queste parole:

Affacciati in questo mondo di avarizia e potere dove in un secondo tutto volge a cadere.

Siamo la speranza di un mondo senza pace, lottiamo con armi potenti ogni spirar di libertà, ma innanzi a noi la natura tace.
Cambia rotta, girati in fretta, se tieni alla vita qui non restar, dacci retta.

Sei entri ti guadagnerai la guerra nella terra del male, ti oscurerai la mente in un precipizio abissale.
Vivendo nella terra del nulla, mai più niente otterrai, una morte tranquilla tuttalpiù.
Non c'è nessuno che speri di cambiar siffatto andazzo, sarebbe un tonto o peggio…un pazzo!
La strada, oltre questa avvertenza, è piena di dolore, morte ed orrore, quivi non esiste amore, ma sol maldicenza.

Il futuro è passato, il presente è tradimento, facciamo di tutto per abbatter colui che si rende contento.  

Noi lottiamo l’amore e osanniamo il terrore.

Siamo la speranza di un mondo senza pace, lottiamo con armi potenti ogni spirar di libertà, ma innanzi a noi la natura tace”.

Si narra fosse un paese della Toscana, abitato solo da depravati, sodomiti, prostitute, alcolizzati e meretrici che facevano giurar amore eterno.

Quando qualche sventurato entrava in detto luogo, era accolto con tutti gli onori, gli veniva dato da mangiare, da bere, da fornicare e era persino invitato a corte a lavorare.

Poi, però, quand’egli o ella, si mostravano degni di tanto lavoro, l’invidia della gente del luogo, dei malnati, si faceva puntualmente sempre più grande, giorno dopo giorno, e lo sventurato veniva prima criticato, poi calunniato indi denunciato alle forze corrotte dell’ordine.

Il Palazzo reale era così formato:

Il grande capo depravato; un vecchiaccio che amava guardare le schiave spogliarsi e accoppiarsi con gli animali e che adorava la pedofilia.

La moglie del grande capo, l’alcolizzata, con varie attività motorie involontarie a schema fisso a carico di alcuni muscoli del corpo, quali faccia, mani e gamba destra. Ella si occupava delle maldicenze di corte.

La figlia del grande capo e della moglie del grande capo, una prostituta completamente rifatta, grazie a pozioni magiche ottenute da una strega della foresta del male, succuba al marito impotente, dai denti violacei, l’alito pestilenziale, vigliacco e traditore.

Tal megera era famosa per le corna che giornalmente metteva al consorte, sessualmente incapace: una volta con lo schiavo negro, un’altra con il nano di corte, un’altra ancora con il suo maestro di giavellotto.

Una mattina di autunno inoltrato passava davanti al Palazzo corrotto di Giustizia, con sguardo fiero, un elegante signore ben agghindato che teneva al suo fianco per le briglie il cavallo, orfano di un ferro.

Stava cercando un fabbro poiché aveva molta fretta di tornarsene dalla sua amata.

Uno sgherro del grande capo depravato lo notò e gli fece presente la cosa, cosicché il grande capo depravato volle quello straniero al suo cospetto, con una scusa o un’altra.

Due scagnozzi allora lo avvicinarono e gli chiesero di seguirli fin dentro il Palazzo. Il giovane rispose con secco no, dicendo che non aveva tempo da perdere.

Ma, poi sopraggiunse la figlia del grande capo che con tono alquanto svenevole lo pregò di seguirla.

L’uomo, anche perché molto stanco e affamato, accettò e dopo dieci muniti fu condotto di fronte al vecchio capo.

Puntualizzazione

Nel Paese della malvagità esisteva, come accennato molto più sopra, la tipologia delle meretrici che facevano giurar amore eterno.

Era una subdola categoria di cortigiane che trasformandosi in docili signore tutte chiesa, casa e figli, circuivano lo sventurato di turno, ammantandolo di affetto, di dolci parole, sesso sfrenato sin dalle prime volte e, poi, gli facevano giurare amore eterno.

Il tonto, sebbene non ne fosse innamorato, veniva quasi ammaliato da tanto candore e finiva col giurare.

Ma, durante questa relazione, il gonzo non riusciva a capire quanto fosse malvagia la donna che gli prometteva solennemente amore eterno.

Infatti, spesso e volentieri, mentre era nella di lei dimora, venivano disturbati da urla e grida dei figli di tal signora , i quali, certuni completamente invasi cerebralmente dagli oppiacei, chiedevano alla madre che cosa stesse facendo ed ella, candidamente, lasciandosi scivolare dalla bocca il membro del compagno, rispondeva: “Sto pregando mio caro, sto pregando affinché tu possa trovare la donna della tua vita. Ma ora ti prego lasciami osannare il Signore”, e riprendeva da dove aveva lasciato.

Molti di quest’uomini venivano da vere e proprie tragedie umane e, perciò, erano facili all’abboccamento più totale.

La meretrice portava via ogni cosa, denaro, vestiti, ma soprattutto il rispetto di loro stessi.

Ella regalava disegni di se stessa a seno nudo o con le gambe divaricate nell’atto subliminale.

Si faceva vedere ognove in compagnia dell’amico, così da fargli credere che fosse un rapporto serio, senza segreti, ma poi, improvvisamente, la baiadera scompariva, si dileguava lasciando lo scemo con un palmo di naso.

E la bagascia ritornava dai figli drogati e scellerati.

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    4 commenti per questo articolo

  • Inserito da Costanza il 01/07/2014 14:24:40

    Ho letto altre tre tue fiabe Max, sono bellissime, perchè non ne fai un libro? Sono originalissime e tanta inventiva e fantasia, dammi retta. Costanza

  • Inserito da Costanza il 01/07/2014 14:16:12

    Caro Massimo, scrivo come un Dio. Che racconto esilarante, sembra tratto da storie vere, vissute, un quadro della società d'oggi...dove non esiste niente che non si chiami arroganza, cattiveria, vigliaccheria, e arrivismo sfrenato. Aspetto con ansia tua seconda parte. Costanza

  • Inserito da bea il 01/07/2014 13:00:58

    Stupenda! Raccontafavole in full action... Al mio parere non è solo una favola, è una parabola della vita, delle società di oggi, concentrata sulle persone con carattere malvagio che incontriamo dappertutto, ne è pieno il mondo. E dovrebbero essere rinchiuse isolate nei posti come questo. Aspettando la seconda parte..

  • Inserito da pieraantonella il 01/07/2014 12:13:11

    la descrizione è abbastanza reale direi,a grandi linee rispecchia la situazione attuale del nostro mondo attuale .. purtroppo

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