Editoriale

Nell'Italia delle corporazioni tutelate contro gli utenti, W Uber e abbasso i Taxi

Il ministro Lupi promette provvedimenti contro la concorrenza al monopolio delle auto bianche che strozzano i clienti e offrono servizi vergognosi

Simonetta  Bartolini

di Simonetta  Bartolini

ell'Italia delle corporazioni (che tutti negano, ma alle quali tutti appartengono in un modo o in un altro) è impossibile pensare ad una politica liberista in senso equo, e non è neppure possibile applicare un modello di organizzazione e tutela delle categorie perché immediatamente esso si trasforma in tutela di odiosi privilegi in barba alla situazione contingente.

Prendiamo il caso dei tassisti scesi in piazza a Milano (ma presto accadrà anche a Roma) contro la concorrenza di un'applicazione internazionale, Uber, tramite la quale si può trovare una macchina con autista che ti porti dove vuoi senza sottostare alla dittatura delle compagnie di taxi. Il principio vincente di Uber non è solo quello di rappresentare un'alternativa alle auto bianche tradizionali e quindi di poter trovare una macchina quando i numeri delle compagnie ti rispondono che nessuna auto è disponibile in quel momento, e tu perdi il treno o l'aereo o arrivi tardi ad un appuntamento; il principio vincente di Uber è il preventivo che puoi chiedere inserendo nella maschera di ricerca il percorso che devi fare.

Non rischiare di pagare cifre stratosferiche per percorsi cittadini entro i 10 km è un diritto che ciascun utente dovrebbe rivendicare, ma stante il monopolio delle auto bianche alle quali sono state concesse applicazioni di tariffe deliranti, tali per cui in momenti di crisi come quello che stiamo vivendo, a loro viene comunque garantito il margine di guadagno che è negato ad un insegnante o ad un impiegato (insomma a tutti coloro che da oltre quattro anni hanno lo stipendio bloccato con una perdita secca del 10% del loro potere di acquisto) ma anche ad un operario, ad un libero professionista, che deve fare i conti con la minore circolazione di denaro e dunque con guadagni che ultimamente si sono ridotti e non di poco.

Come tutti sanno i taxi applicano una tariffa che tiene conto del chilometraggio e del tempo, a Roma il rapporto chilometri/ tempo è stato "adeguato" due o tre anni fa (grazie ad Alemanno!) privilegiando il fattore tempo. Quindi anche se il percorso è brevissimo, se stai tanto tempo in taxi, paghi una cifra assurda.

Avviene così che un poveretto chiama un taxi con largo anticipo per andare alla stazione a prendere un treno, il centralino della compagnia gli dice che non ci sono macchine in zona e di riprovare più tardi! (Già tanto il treno ti aspetta!) alla fine, rivolgendosi alle due o tre compagnie presenti sul territorio romano, riesce a trovare una macchina, gli danno un tempo di attesa di 6 minuti, ma il taxi arriva dopo 10, ovviamente gravato della tariffa tempo/kilometrica; carica il passeggero, ma c'è traffico, inoltre il povero passeggero ha trovato un tassista gentiluomo che se avvista qualcuno che forse ha intenzione di attraversare la strada comincia a rallentare e si ferma. Non accelera se il semaforo è verde ma lascia tranquillamente arrivare il giallo e aspetta la fase successiva. Non supera quello che se ne va lentamente... E via dicendo. (Il risultato sono 26,80 € per un tragitto inferiore a 10km)

Ma può accadere che il taxi si ritrovi dietro un camion della spazzatura che vuota i cassonetti, in una strada che non permette il sorpasso. Come tutti sanno queste operazioni accadono ad ogni ora del giorno e quindi il "pericolo" è sempre in agguato, può accadere qualunque intoppo imprevisto e imprevedibile, ma il risultato è sempre e solo uno il "rischio" tempo è a carico dell'utente che vedrà aumentare a dismisura l'importo da pagare e non arriverà in tempo dove deve.

Stessa cosa accade se il tassista non conosce la strada, il tempo aumenta, aumenta il kilometraggio e il tassametro segna cifre assurde, il cliente ancora una volta paga e non ha tutela.

Per ovviare a questa situazione basterebbe liberalizzare il servizio, introdurre cioè il principio della libera concorrenza che l'applicazione Uber in qualche modo pratica e pare anche con grande soddisfazione dei clienti (leggete le recensioni alla app dove gli utenti si dichiarano entusiasti soprattutto di potersi sottrarre alla dittatura delle auto bianche). Basterebbe che le licenze fossero gratuite e illimitate, che una macchina potesse girare anche tutto il giorno magari con persone diverse (naturalmente autorizzate).

I tassisti si sono sempre opposti alle liberalizzazioni, bloccando le città, talvolta anche per diversi giorni consecutivi e costringendo così gli amministratori a cedere all'odioso ricatto, argomentando che loro offrono un servizio qualificato! Perciò devono essere pochi e selezionati.

Balla colossale, chi abita in una grande città sa benissimo che è facile, facilissimo, praticamente all'ordine del giorno, trovare un tassista che non conosce il percorso o finge di non conoscerlo, o sbaglia itinerario, o cerca di fregarti facendoti pagare extra aboliti da anni, come il bagaglio, che non ti caricano se vai  in una destinazione che sta fuori dai loro giri di fine corsa, se hai un cane in borsa (non un alano al guinzaglio), che arrotondano per eccesso prendendosi una mancia non dovuta; che in estate non hanno aria condizionata o non l'accendono perché a loro dà fastidio (alla faccia del servizio pubblico e qualificato!), che tengono la radio accesa a volumi insopportabili. Che insomma trattano il cliente come un ospite in casa propria senza doveri di ospitalità, di cortesia, e di servizio, ma con l'onere di un prezzo esorbitante.

Certo, se poi si vanno a guardare le regole vedremo che la normativa è più rigorosa, ma non essendoci modo di farla applicare e sopratutto non essendo disponibile per il cliente...è come se non ci fosse , è la classica foglia di fico usata nelle trattative per ottenere le tutele, senza poi offrirne come da contratto di servizio.

Allora viva Uber, e il ministro Lupi si svegli, non si può continuare a difendere i privilegi delle corporazioni a danno dei cittadini, mai, ma in tempi di crisi è addirittura criminale!

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    4 commenti per questo articolo

  • Inserito da Enrica il 30/05/2014 20:00:37

    La signora direttora dovrebbe riprendere in mano l'ABC del giornalismo, ovvero informarsi prima di scrivere sciocchezze e far passare il proprio pensiero per una verità assoluta. Rinuncio a contestare l'astiosa descrizione de "I tassisti" (certo, quelli che provano a marciarci esistono, ma sono una minoranza che la signora direttora avrebbe potuto a suo tempo denunciare al Comune, dato che i tassisti sono prontamente identificabili). La signora è carente proprio di informazioni. Sia sulla normativa, sia sui principi (Taxi = servizio PUBBLICO Uber = servizio PRIVATO)sia, soprattutto, sul funzionamento e la tariffazione di Uber, che è a detta stessa di Uber più elevata rispetto a quelle dei taxi e che comunque fa preventivi in base a tempo e chilometraggio con costi più alti di quelli delle tariffe comunali di Milano. Essendo privato, in questo momento può operare facendo sconti, ma una volta scardinato il servizio di trasporto PUBBLICO individuale, come dimostrano le esperienze straniere, Uber applica dichiaratamente il SURGE PRICING. La signora direttora è una giornalista, quindi non le dovrò certo insegnare io come si effettua una ricerca sul web per capire meglio la situazione. Per inciso, l'unica mia amica che ha noleggiato un Uber qui a Milano ha dovuto spiegare la strada all'autista, che stava andando da tutt'altra parte. Sì, perché non era di Milano, quindi non aveva mai fatto l'esame che comprova lo conoscenza delle strade della città. La saluto, signora direttora. Invitandola a informarsi meglio prima di intingere la penna nel calamaio.

  • Inserito da maurizio il 30/05/2014 14:35:22

    Mi sa che Simonetta ha qualche parente disoccupato. Questo è il ragionamento di chi compra dai cinesi e poi si lamenta che l'industria italiana è in deficit.

  • Inserito da vince il 30/05/2014 11:49:12

    Quello che non quadra e' un semplice sillogismo: se prendendo un taxi si spende un cifra delirante e se uber e' piu caro di un taxi (del 30% almeno), per ammissione del sou stesso managment nonche' della sua stessa pubblicita'..allora la cifra che si spende con uber e' ancora piu delirante....o no?..forse perche' il tassamentro virtuale di uber va a minuto e non a chilometro..quindi quando sono bloccato nel traffico ( e quindi perdo l'areao comunque al pari di un taxi) perdo tempo e..soldi!..

  • Inserito da Stefano Magatti il 29/05/2014 14:35:17

    Mi fate ridere, i liberisti che vogliono consegnare un settore ad una multinazionale che in poco tempo prenderebbe il monopolio.

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