I LIBRI DI TOTALITÀ

Rassegna mensile di novità librarie : Maggio 2014

di Mario  Bozzi Sentieri

Rassegna mensile di novità librarie : Maggio 2014

POLITICA

Luigi Iannone, Sull’inutilità della Destra (Solfanelli, pagg. 104, Euro 10,00)

La crisi contemporanea se da una parte indica l’esito storico di un processo planetario, dall’altra ci rivela l’inettitudine e la mediocrità delle classi dirigenti di Destra e di Sinistra. Entrambe arrese al monoteismo del mercato, quindi fintamente dicotomiche e perciò categorie inservibili.

Ma se la Sinistra è totalmente ripiegata sulla difesa dei diritti civili, la Destra è riuscita a fare di peggio. Non solo ha messo definitivamente da parte l’idea che la competizione economica vada associata a forme istituzionalizzate di solidarietà (per esempio con l’economia sociale di mercato) e che la centralità della politica e la difesa della sovranità nazionale siano campi di azione irrinunciabili. 

Ma grazie ad un’orda di parvenu catapultati in ruoli e responsabilità molto più grandi delle loro reali capacità culturali e politiche, è stata in grado di bruciare in poche legislature entusiasmi e illusioni di varie generazioni di italiani. Questo è quanto accaduto nel recente passato ma è anche l’orizzonte che si sta dischiudendo davanti a noi.

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Andrea Camaiora, Il brutto anatroccolo. Moderati: senza identità non c’è futuro (Lindau, pagg. 322, Euro 19,00)

I moderati sono affetti dalla sindrome del brutto anatroccolo. Si vedono rappresentati da anni come incolti, gretti, rozzi e, a lungo andare, si sono convinti di esserlo. Ma non è così. Riscoprendo la loro identità, i moderati potranno trovare un passato e un futuro da cigno.

Lo dimostra questo libro che ci propone un viaggio – a tratti sorprendente – tra Sturzo e Reagan, De Gasperi e Thatcher, Moro, Craxi, Cossiga e Andreotti, Berlusconi e Renzi, Montanelli e Tobagi, Falcone e Borsellino, Benedetto XVI e Francesco, coniugando le note di Battiato, Baglioni e Vasco Rossi con Il Signore degli Anelli, Star Wars, Harry Potter, Le avventure di Pinocchio e La Storia infinita, offrendo un’interpretazione non scontata della recente storia d’Italia.

La sfida del rilancio del centro-destra, la riscossa dei moderati a sinistra, la crisi italiana, gli errori della società e dei partiti, le prospettive di rigenerazione del sistema politico sono affrontate dall’autore con il contributo esclusivo di protagonisti del mondo della politica, dell’economia, del sindacato, della cultura e dell’informazione.Tra questi: Luigi Amicone, Giorgio Benvenuto, Luigi Bisignani, Raffaele Bonanni, Massimo Bordin, Rocco Buttiglione, Pierferdinando Casini, Fabrizio Cicchitto, Stefania Craxi, Cosimo Ferri, Raffaele Fitto, Dario Franceschini, Alessandro Gnocchi, Mario Mantovani, Claudio Scajola, Federico Vecchioni.

EUROPA

Danilo Quinto, L’Europa tra Sodoma e Gomorra -   Un viaggio nel continente senza Dio (Arkadia, pagg. 176, Euro 15,00)

Quali sono le origini dell’Europa e chi sono i suoi padri fondatori? Che cosa s’intende per Europa Giudaico-Cristiana e quali sono le cause della decadenza europea? Quali sono i fondamenti dell’illuminismo e della cultura razionalista e quali conseguenze ha avuto la rivoluzione del ’68 sulla crisi dell’Occidente? Come nasce e che cos’è il relativismo e qual è la sua forza pervasiva e di dominio sull’essere umano? Quali sono le sue conseguenze antropologiche? Come si è sviluppata la cultura del disincanto totale, come l’ha chiamata Benedetto XVI? Si tratta di una crisi economica, come si afferma da più parti o di una crisi di principi? Rispetto alla crisi dell’Occidente, quale ruolo può giocare l’Islam? Che differenza c’è tra il Dio dell’Islam e quello dei cattolici?
Attraverso un’esposizione agile, semplice e di taglio divulgativo, questo libro intende rispondere a queste e a molte altre domande, che interrogano la coscienza dell’uomo contemporaneo. È in gioco, con la frantumazione dell’Europa cristiana, il concetto stesso di persona umana, così com’è stato conosciuto da millenni a questa parte. Il rischio è quello di distruggere un’identità, che se non s’interviene, sarà soppiantata da altre culture, estranee alla storia dell’Europa.

MONDO

Alain De Benoist, La Fine della Sovranità - Come la dittatura del denaro toglie il potere ai popoli

(Arianna Editrice, pagg. 128,  Euro 9,80)

La crisi attuale è caratterizzata dalla completa estraneità della finanza di mercato rispetto all’economia reale, dato che ha causato un indebitamento generalizzato, che ha ormai raggiunto livelli inediti.

La prima conseguenza “naturale” è stata affidare il potere politico ai rappresentanti di Goldman Sachs e di Lehman Brothers, le più grandi potenze finanziarie mondiali, ma inutilmente, poiché la creazione di capitale-denaro fittizio non è più in grado di risolvere il problema.

Ecco quindi che l’Unione europea estrae dal cilindro due nuove “soluzioni”: il Meccanismo europeo di stabilità (MES) e il Trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance (TSCG) che equivalgono in sostanza a un totale esproprio di ciò che rimaneva della sovranità degli Stati.

I parlamenti nazionali, subalterni e complici, si vedono sottrarre il potere di decidere le entrate e le uscite dello Stato, ruolo ormai trasferito alla Commissione europea.

In questo modo l’intera Europa viene posta sotto la tutela di una nuova autorità, priva di qualsiasi legittimità democratica, che assegna il potere ai mercati finanziari rendendoli completamente liberi di imporre ai popoli il proprio.

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Giuseppe Brienza, Roberto Cavallo, Omar Ebrahime, Mandela, l'apartheid e il nuovo Sudafrica. Ombre e luci su una storia tutta da scrivere  (D’Ettoris, pagg. 140, Euro 12,90)

La storia "ancora da scrivere" del Sudafrica di Nelson Mandela e del suo partito, l'African National Congress(ANC), rappresenta una ulteriore dimostrazione di quella decolonizzazione che, come scrive Rino Cammilleri nella Prefazione «fu solo l'inizio dei problemi dell'Africa lasciata a se stessa». Dopo una sintetica storia del Sudafrica contemporaneo, il libro documenta le poco conosciute implicazioni di Mandela e dell'ANC con il comunismo nazionale ed internazionale, le ombre che hanno accompagnato la fine dell'apartheid (dal dilagare della criminalità e dell'Aids alle scelte abortiste ed omosessualiste del nuovo Sudafrica) e, infine, la collocazione geopolitica di un Paese che s'interroga sul suo destino dopo la morte, avvenuta il 5 dicembre 2013, del padre della sua emancipazione.

ECONOMIA

Clifford Hugh Douglas, Come le banche soffocano l’economia – Monopolio finanziario e impoverimento dei popoli (Mimesis, pagg. 142, Euro 14,00)

Ingegnere scozzese ed economista eterodosso, Clifford Hugh  Douglas dopo la Prima guerra mondiale elaborò la dottrina economica del Credito Sociale, che affascinò intellettuali e artisti come Ezra Pound e T.S. Eliot, Charlie Chaplin e Frank Lloyd Wright, George Orwell e Aldous Huxley. Secondo Douglas, il sistema bancario di una nazione non deve essere gestito da enti di profitto privato, come oggi sono tutte le banche, comprese quelle centrali, ma deve essere indirizzato ad aumentare il benessere di una nazione, migliorando il tenore di vita dei suoi cittadini.

Secondo l’autore  alla base di ogni problema economico ci c’è  un contrasto tra credito reale e credito finanziario: il credito reale nasce dalla produzione e dai consumi, e si basa sulla comunità di cittadini che lavorano e vivono insieme; il credito finanziario, ossia la disponibilità di potere d’acquisto fornito dalle banche, è nato in ausilio del credito reale ma è diventato il vero protagonista della scena economica mondiale. Monopolizza la distribuzione delle ricchezze reali e non serve più a ripartire il benessere fra tutta la popolazione, bensì ad arricchire smisuratamente una piccola minoranza di sfruttatori.

TEMPI MODERNI

John Colapinto, Bruce, Brenda e David. Il ragazzo che fu cresciuto come una ragazza (Edizioni San Paolo, pagg. 352, Euro 19,90)

La storia vera di David Reimer, nato maschio con il nome di Bruce, e diventato Brenda all’età di due anni quando, dopo una circoncisione sbagliata, i medici propongono ai genitori di reindirizzarlo verso un’esistenza da femmina, attraverso la chirurgia, i farmaci e l’educazione. Un libro inchiesta sulla tormentata esistenza del ragazzo, il cui caso clinico - presentato per decenni come un successo della scienza - sta alla base delle scelte di “reindirizzamento” di un numero incalcolabile di persone. Brenda, ben lontana dal sentirsi femmina, si ribellerà a questa scelta prendendo il nome di David e morirà suicida nel 2004. Un libro frutto di un’accurata indagine giornalistica, che mette in luce da un lato il dramma umano del protagonista, dall’altro l’assurda superficialità di alcune teorie psichiatriche.

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Massimo Introvigne, Sì alla famiglia ! Manifesto per un’istituzione in pericolo (Sugarco, pagg. 192, Euro 15,00)

La sfida è mondiale. Potenti lobby internazionali, talora legate alle Nazioni Unite, usano strumentalmente la tragedia dei preti pedofili per «ordinare » alla Chiesa di cambiare la sua dottrina in tema di famiglia e omosessualità. In Italia una legge liberticida sull’omofobia e le proposte insistite e arroganti di riconoscere le unioni civili – in prospettiva, il «matrimonio » – fra persone dello stesso sesso, concedendo loro anche di adottare. bambini, hanno portato nelle piazze un grande popolo della famiglia. Introvigne ha promosso prima a Torino, poi in tutta Italia i comitati “Sì alla famiglia”, che riuniscono associazioni contrarie al «matrimonio» omosessuale e all’ideologia di genere. Si tratta in gran parte – anche se non mancano altre presenze – di cattolici, che vogliono essere fedeli al Magistero della Chiesa, di cui la seconda parte di questo volume elenca i testi fondamentali.

STORIA

Maria Teresa Milicia, Lombroso e il brigante – Storia di un cranio conteso (Salerno Editrice, pagg. 168, Euro 12,00)

In una grigia mattina di dicembre del 1870 Cesare Lombroso esaminò il cranio di Giuseppe Villella, originario di Motta Santa Lucia in Calabria e morto a Pavia, dove era detenuto. Il giovane scienziato si convinse di aver fatto una scoperta sensazionale: nacque cosí l’antropologia criminale, destinata a riscuotere un enorme e controverso successo internazionale. Ladro o brigante, per un secolo e mezzo Villella non fu che un reperto scientifico, il «totem dell’antropologia criminale». Nel 2009, l’inaugurazione del nuovo allestimento del Museo «Cesare Lombroso» di Torino, ha provocato la sorprendente resurrezione mediatica del brigante. Oggi è un personaggio mitico, il totem della lotta contro il razzismo antimeridionale, simbolo del riscatto delle popolazioni native del regno delle Due Sicilie. L’antropologa nativa Maria Teresa Milicia ricostruisce la scarna esistenza del “brigante” su solide basi documentali e propone un’inedita analisi del razzismo attribuito a Lombroso.

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Piero Vassallo, Giuseppe Bottai (Solfanelli, pagg. 56, Euro 6,00)

In un’epoca segnata dal decadimento  della politica moderna e dalla inarrestabile trionfo della finanza,  la riforma corporativa dello Stato, elaborata nella Normale di Pisa, offre un termine di paragone utile agli studiosi seriamente impegnati nella ricerca di una via d’uscita dall’angoscioso/soffocante tunnel mondialista. Di qui la proposta di riabilitare il pensiero di Giuseppe Bottai, il geniale politologo, che aveva svelato le ragioni del primato del cattolicesimo nell’esperienza fascista.

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Hiroo Onoda, Dietro le linee. Io, solo, per trent’anni in guerra   (Edizioni di Ar, Sannô-kai, pagg. 264, con 49 illustrazioni e 12 disegni,  Euro 25,00. Edizione in 100 esemplari)

Nel 1945, nell’isola filippina di Lubang, il nipponico Hinoo Onoda, tenente dell’esercito imperiale, riceve dal suo comandante, il maggiore Yoshimi Tanigushi, una consegna: di rimanere a Lubang, compiendo azioni di guerriglia contro i soldati americani dopo il loro sbarco nell’isola, di resistere a ogni costo, perseverando in attesa di nuovi ordini, senza prestar fede a qualsiasi ingannevole invito alla resa. A 23 ani, egli comincia così la propria “guerriglia dei trent’anni” nella giungla di Lubang. Essa termina nel marzo 1974, allorché, recatosi di proposito nell’isola, il maggiore Yoshimi Tanigushi solleva dalla consegna il tenente Hiroo Onoda.

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Rossana Mondoni e Luciano Garibaldi, Foibe: un conto aperto – Il testamento di Licia Cossetto (Solfanelli, pagg. 56, Euro 6,00)

Licia Cossetto, sorella di Norma, la prima martire delle foibe, è stata trascinata nella tragedia che ha coinvolto anche suo padre e molti altri familiari, diventando portavoce e testimone di quella storia del confine orientale che, alla fine della Seconda guerra mondiale, ha coinvolto Istriani, Fiumani, Dalmati, strappandoli dalle loro terre solo perché volevano rimanere italiani e non erano disposti ad accettare il regime comunista del maresciallo Tito.
Della storia delle sue genti, Licia rimase testimone coerente e fedele fino alla fine, condusse con coraggio molte battaglie per far emergere la verità dei fatti contro chi tendeva e tende a confondere e sminuire gli eventi storici. Donna molto forte e saggia, sapeva ricordare senza odiare anche se non temeva di chiamare con il loro nome gli assassini.

TRADIZIONE CATTOLICA

Dietrich von Hildebrand, Il cavallo di Troia nella città di Dio  (Effedieffe, pagg. 336, Euro 15,90)

Dietrich von Hildebrand – definito da Papa Pio XII: «Il Dottore della Chiesa del ventesimo secolo» – con questo testo fondamentale scritto nei primi anni di post-Concilio, volle portarsi al di là dall’antitesi fra «conservatorismo» e «progressismo» nel cattolicesimo; una sua essenziale preoccupazione fu di mettere in evidenza le idee di base legate alla Rivelazione cristiana, abbandonando le quali non si ha più alcun diritto di dirsi ancora cattolici perché ci si espone al pericolo della «secolarizzazione», della negazione di tutto quel che è veramente sovrannaturale. In una polemica a più vasto raggio vengono affrontati anche problemi generali della visione del mondo e vengono denunciati vari miti del nostro tempo. Però l’interesse principale viene portato soprattutto sui problemi riguardanti la religione nei suoi aspetti non di teologia speculativa bensì di vita morale, di devozionalità vissuta in funzione di Cristo.
Lo spirito che permea questo testo è l’invito al recupero dell’oggettività: secondo l’autore, l’eliminazione del bene e del male a favore di un atteggiamento «scientificamente» neutro è il cancro dei nostri tempi. L’errore è credere che la vitalità implichi sempre un mutamento e che la religione debba trasformarsi se vuol mantenersi viva. Il mutamento spirituale e corporeo – connaturale all’uomo perché legato alla sua esistenza nel tempo – non deve necessariamente condurre al mutamento delle proprie convinzioni. La verità – specie quella sovrannaturale – non cambia, né cambiano i valori, i quali richiedono da noi una costante, ferma adesione.

CLASSICI

Julius Evola, Il cammino del cinabro (Edizioni Mediterranee, pagg. 439, Euro 32,50)

Questo libro, che inizialmente avrebbe dovuto chiamarsi Il sentiero del cinabro e che poi l’autore mutò in bozze ne Il cammino del cinabro, con evidenti riferimenti simbolici ed ermetici, venne completato entro la metà del 1962 e pubblicato dall’editore Vanni Scheiwiller nel marzo 1963, con lo scopo di rispondere alle polemiche suscitate dall’intellighenzia italiana all’uscita di Cavalcare la tigre nel novembre 1961, in quanto si riteneva intollerabile che fosse stato pubblicato un saggio di un autore ancora messo all’indice.Julius Evola lo aveva scritto per farlo pubblicare dopo la sua morte, ma prevalse la richiesta del giovane editore milanese.

Non si tratta di un’opera autobiografica, precisa il filosofo, ma di una “guida attraverso i miei libri”, anche se trattando, più che di vicende e fatti personali, di idee e di quei valori tradizionali che hanno caratterizzato tutta la sua vita, ben gli si adatta la definizione di “autobiografia spirituale”.

In quanto tale Il cammino del cinabro ha una importanza fondamentale ed è determinante non soltanto per ben comprendere il percorso delle tesi e della “visione del mondo” che mossero Julius Evola, ma soprattutto per constatare come ci sia un filo conduttore e una coerenza di fondo che legano tutte le sue opere e le posizioni che in esse vengono trasmesse.

 Una nuova edizione, che esce nel cinquantesimo della prima, arricchita da un vastissimo apparato di circa seicento note, da una ricca bibliografia orientativa per approfondire gli argomenti via via trattati e, soprattutto, da un’importante appendice di documenti, in alcuni casi del tutto inediti o poco noti.

ARCHITETTURA

Enrico Pietrogrande (a cura di), Trentaquattro case del fascio – Settant’anni dopo (Marsilio, pagg. 400, Euro 34,00)

La presenza del partito nazionale fascista nel territorio si concretizza nella rete di case del fascio la cui edificazione è promossa dalle federazioni provinciali. L'operato della federazione di Padova è approfondito in questo volume nella specifica realtà dei centotré (al tempo centoquattro) paesi e cittadine dell'area del Brenta, del Cittadellese, del territorio di Camposampiero, della Saccisica, del Conselvano, del Monselicese, del territorio di Este e di Montagnana, dell'area dei Colli Euganei, e nel contesto dei dodici quartieri in cui dal 1936 è suddivisa la città di Padova. Ancora oggi l'immagine degli abitati è spesso segnata dai manufatti edilizi che, tra gli anni venti e trenta, i programmi dei federali e i progetti degli architetti e degli ingegneri hanno contribuito a erigere nelle piazze dei borghi. Trentaquattro sono gli edifici già sedi del partito nazionale fascista ancora rintracciabili nel territorio padovano. Il consolidamento delle strutture del partito fascista nei singoli contesti viene qui posto in relazione con la presenza nelle piazze delle architetture dello Stato e della Chiesa, mentre un successivo confronto tra l'assetto dei centri abitati negli anni del fascismo e le modificazioni succedutesi nel periodo postbellico introduce a considerazioni riguardanti la scala urbana e lo stato attuale. Come i casi superstiti testimoniano, le case del fascio insistevano su luoghi cardine della trama edilizia urbana. La ricerca è stata svolta per ambiti territoriali specifici entro un quadro di riferimento unitario, raccogliendo memorie dai testimoni del tempo e individuando materiale iconografico in molti casi inedito.

BUON VIVERE

Alessandro Marzo Magno, Il genio del gusto - Come il mangiare italiano ha conquistato il mondo (Garzanti, pagg. 352, Euro 19,50)

Il cibo italiano per eccellenza? La pizza, verrebbe da dire, oppure la pasta. Leggendo Il genio del gusto dovremo forse ricrederci, e scoprire come la nostra cucina sia stata in grado di accogliere lavorazioni e ingredienti da tutto il mondo per reinventarli e farli propri, costruendo attorno al cibo una cultura originale e una identità collettiva. Si svelano così le origini sorprendenti dei grandi protagonisti della gastronomia italiana: veniamo a sapere che la pasta ha origini arabe, che la pizza era preparata già dagli antichi greci, e che quando facciamo colazione al bar con caffè e croissant assaporiamo una bevanda turca accompagnata a un dolcetto che simboleggia la bandiera ottomana. Perché la cucina è sempre contaminazione, e migliora viaggiando e incontrando il diverso. La grandezza del genio italiano è stata – ed è ancora – nel reinterpretare l'esotico, mescolarlo col casalingo e poi diffonderlo in tutto il mondo: la forchetta arriva a Venezia da Bisanzio ma è dall'Italia che si diffonde per il resto d'Europa; i bufali giungono in Campania e nel Lazio dall'Asia e poi la mozzarella conquista tutti i continenti; il barolo diventa il vino dei re e la produzione di prosecco si sta avvicinando a quella dello champagne. Ma Alessandro Marzo Magno racconta anche storie di innovazione e coraggio imprenditoriale tutte italiane: il carpaccio, inventato nel 1963 da Giuseppe Cipriani fondatore dell'Harry's Bar a Venezia; la macchinetta per il caffè espresso, nata dall'inventiva di un fonditore di alluminio che osservava la moglie fare il bucato; e la Nutella, il cui primo barattolo uscì dalle linee della Ferrero, ad Alba, il 20 aprile 1964, esattamente cinquant'anni fa. Il genio del gusto descrive così in che modo il mangiare italiano è riuscito a conquistare il mondo, imponendosi ovunque come sinonimo di qualità, di benessere e di autenticità

IMMAGINI

Dario Cimorelli, Anna Villari, Manifesti - Pubblicità e moda italiana 1890-1950 (Silvana, pagg. 240, Euro 39,00)

La pubblicità e la moda italiana viste attraverso i  manifesti d’epoca: dalle sognanti e misteriose dame fin de siècle proposte da Aleardo Terzi nei manifesti dei Magazzini Mele di Napoli, alle sottili, diafane “donne-crisi” degli anni venti, fino alla vigorosa, sportiva e dinamica donna moderna, quale tratteggiata da Gino Boccasile o da Marcello Dudovich nelle pubblicità degli anni trenta per La Rinascente.
Se agli inizi del Novecento le lotte femminili per la conquista di maggiore indipendenza incidono sulla lunghezza delle gonne, sul taglio dei capelli, sui gesti, sul linguaggio del corpo, alla fine degli anni trenta, nuove regole e nuovi vincoli di “decoro” influenzano la moda, che diventa così lo specchio nel quale si riflettono rapidissimi cambiamenti sociali ed economici, umori, tendenze, capricci, sogni.
Negli anni in cui viene riconosciuto alla pubblicità il ruolo di nuovo mezzo di informazione e propaganda, i manifesti e le pagine delle riviste diventano terreno privilegiato sul quale i migliori artisti, illustratori e figurinisti del periodo mettono la loro creatività al servizio di un genere solo apparentemente frivolo, sperimentando differenti approcci comunicativi e grafici e aggiornando continuamente il loro stile sulle tendenze figurative del momento.
Il volume, accanto ai più famosi manifesti storici, presenta un’ampia raccolta di materiale inedito, frutto di un’approfondita ricerca archivistica.

Descrizione: http://www.totalita.it/gallery/min_Ape%201lettrice.jpg                   

                                                                                                                           

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