Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
ECONOMIA
Mario Giordano, Non vale una lira – Euro, sprechi, follie: così l’Europa ci affama (Mondadori, pagg. 176, Euro 17,00)
"Perché bisogna uscire dall'euro", "perché il sogno europeo è già finito" e "perché questa Europa non ci piace": intorno a questi tre argomenti-cardine si sviluppa il ragionamento di Marco Giordano, che illustra storture e paradossi dei meccanismi burocratici targati UE e buchi vistosi nella rete delle convenienze degli Stati e dei cittadini. La notizia centrale è che importanti istituti finanziari di tutto il mondo, ma anche i nostri (ad esempio Mediobanca) stanno considerando sempre più da vicino l'ipotesi di break-up della zona euro, scrivono rapporti sul come e sulle conseguenze di questo scenario, si stanno attrezzando per non farsi cogliere impreparati. Semplificando formule e considerazioni, ci sarebbe una soglia-limite alla compressione che le singole economie sono in grado di subire, e questo limite è molto vicino ad essere superato. Un'altra osservazione-chiave del libro riguarda il silenzio pubblico - giornali e televisioni comprese- su questa eventualità, per non creare panico, dicono, anche se il collasso del sistema a cambi fissi sarebbe qualche cosa che indubbiamente ci riguarda tutti. Da questo punto di vista il libro di Giordano rompe il nascondino e invita a discutere. Tra le varie argomentazioni spicca l'idea che sarà cruciale per l'Italia agire con tempismo, per non essere travolti dagli eventi, ma possibilmente anticiparli e guidare un nostro percorso tenendo in mano il timone durante la tempesta. E' un libro interessante e utile per le molte notizie che presenta e per le riflessioni che suscita, che si sia d'accordo con l'autore oppure no. Non astruso, anche per non addetti ai lavori.
POLITICA
Gianni Alemanno , Il Partito della Nazione (I Libri del Borghese, pagg. 121 Euro 15)
Il centrodestra ha bisogno della
forza propulsiva di una destra identitaria, popolare, nazionale. Ma è
soprattutto l’Italia ad aver bisogno di un partito della nazione capace di
«interpretare in forme moderne e consapevoli gli interessi permanenti del nostro
popolo e i valori profondi della nostra identità», un partito che «abbia la sua
spina dorsale in un blocco sociale formato dal ceto medio e da vasti strati
popolari». È questo il messaggio di
Gianni Alemanno, che ripercorre
analiticamente le svolte di un ventennio non senza aver prima confessato i
sentimenti emersi nei duri anni vissuti come sindaco di Roma, nella
consapevolezza di aver lasciato la città «in condizioni molto migliori di come
l’avevo trovata».
L’analisi parte dal 1993, anno dell’impetuoso processo che portò la destra ad
affermarsi come inedita forza di massa della politica italiana. L’autore si
chiede come fu possibile che la destra stessa si «lasciò strappare dalle mani
il timone del cambiamento dalla nascente Forza Italia di Silvio Berlusconi». La
risposta è che An si appoggiò alle «espressioni alquanto logorate del
conservatorismo liberale, del moderatismo post-democristiano e del perbenismo
qualunquista». Si sarebbe invece dovuto, a opinione di Alemanno, percorrere la
«strada maestra di valorizzare la cultura nazionalpopolare, comunitaria e
partecipativa che proveniva proprio dalle radici migliori della destra
italiana». Quanto alla «fusione a freddo» tra An e FI e alla nascita del Pdl,
Alemanno rileva che la realtà è stata opposta al «sogno di una destra forte e
organizzata, capace di egemonizzare il partito unico del centrodestra». L’area
politica proveniente di An è stata «progressivamente risucchiata e resa
subalterna agli uomini di Forza Italia».
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Bruno Amoroso e Nico Perrone, Capitalismo predatore – Come gli Usa fermarono i progetti di Mattei e Olivetti e normalizzarono l’Italia (Castelvecchi, pagg. 93,Euro 14,50)
Enrico Mattei e Adriano Olivetti davano fastidio agli Stati Uniti. Andavano fermati. Il primo insidiava il monopolio delle «Sette sorelle» sul petrolio. Il secondo non solo proponeva un nuovo modello sociale – immaginando un’impresa che facesse proprie le istanze del bene comune – ma aveva portato l’azienda di Ivrea ad essere protagonista nelle ricerche sui calcolatori. L’eredità di Mattei e Olivetti è stata gettata alle ortiche e dissipata nella lunga sbornia liberista che ha attraversato il Paese. Dal 1991 al 2001 sulla Penisola si scaraventa una valanga di privatizzazioni (banche e imprese). E non può non saltare agli occhi la «coincidenza» temporale di questa svendita con la stagione di Mani Pulite, un’operazione politico-giudiziaria, sostengono gli autori in questo saggio, «certamente incoraggiata dagli Usa», e che tolse di mezzo gli imprenditori e i politici che avevano contribuito al rafforzamento dell’economia italiana. Con la liquidazione dell’Eni e dell’Iri si riportava l’Italia alle condizioni del dopoguerra: quelle di un Paese minore nel contesto internazionale. Amoroso e Perrone si mettono sulle tracce dei liquidatori dell’interesse nazionale, senza nostalgie per il passato ma mossi da un bisogno di verità e chiarezza sulle ragioni del declino italiano.
MONDO
Pier Luigi Bianchi Cagliesi, Nema problema - Riflessioni di vita vissuta in terra bosniaca nel dopoguerra (Solfanelli, pagg. 184, Euro 14,00)
La
descrizione della situazione in Bosnia Erzegovina, difficilmente esauribile in
poche righe, è spesso oggetto di una lettura tutta protesa ad assecondare la
versione dei più forti, di quelli che hanno pianificato a tavolino il futuro
della Bosnia, mortificandone passato e presente.
Nel panorama delle pubblicazioni su questo complesso e delicato Paese, molto si
è scritto ma pochi si sono discostati da quella visione, politicamente
corretta, proposta e diffusa dalla maggior parte dei grandi organismi
internazionali. Una vulgata fatta per convincersi di avere operato bene, di
avere impiegato al meglio il fiume di denaro che ha inondato i Balcani in oltre
quindici anni di iniziative di supporto e di finanziamenti. Questo libro
intende anche dar voce alla realtà più misconosciuta ed emarginata del pianeta
bosniaco. La realtà cattolica, che pur avendo ragioni e titoli per far sentire
la sua voce, è tuttavia ridotta al silenzio, proprio da quei paladini dei
diritti degli emarginati e delle minoranze, che nel caso specifico, fanno finta
di non vedere e di non capire. Eppure i fatti parlano chiaro. Oggi, in Bosnia
Erzegovina, la realtà più a rischio sul territorio, quella che potrebbe
scomparire nell’arco di qualche decennio.
MONDO MODERNO
Franco Ferrarotti, La parola e l’immagine – Note sulla neo-idolatria del secolo XXI (Solfanelli, pagg. 112, Euro 9,00)
Questo libro si occupa della crisi della parola e del trionfo dell’immagine. La parola è essenziale per il discorso razionale, intersoggettivo, analitico. L’immagine è seducente, sintetica, a volte ipnotica. Esalta l’emotività. I mezzi di comunicazione elettronica odierni vivono di immagini, sono fondamentali per il predominio dell’audiovisivo e per l’obsolescenza della lettura. L’Autore non è un neo-luddista. Non si schiera contro l’innovazione tecnica in quanto tale. Semplicemente prende buona nota che i media non mediano, che adolescenti, giovani e giovani adulti, così appassionatamente devoti ai loro gadget elettronici, spesso non sono in grado di padroneggiare
razionalmente il flusso torrentizio delle informazioni indiscriminate e di costruirsi una loro tavola
delle priorità.
La tentazione, per i genitori indaffarati fuori casa, per insegnanti demotivati
e per chiese deserte, è forte: si tende ad affidare ai media, eticamente
irresponsabili, il difficile compito della socializzazione primaria. Nessuna
meraviglia che le conseguenze, sotto gli occhi di tutti, siano una gioventù
disorientata e una società tanto tecnicamente raffinata quanto umanamente
imbarbarita, litigiosa, egocentrica, in cui non sono solo tramontate le
ideologie globali; appaiono liquefatti anche
gli
ideali.
PENSIERO FORTE
Andrej Sinjavskij, Pensieri improvvisi con ultimi pensieri (Jaca Book, pagg. 128, Euro 10)
Una lingua elegante, uno humor russo, la coscienza critica di una società sottoposta alla menzogna. I Pensieri improvvisi di Sinjavskij, a cavallo tra saggistica e opera letteraria, facili di lettura, ma di lenta assimilazione, sono pensieri dal profondo. Sono i grandi temi della vita e della morte, pensieri senza fine, profezia di future meditazioni.
Liberale, laico, più tolstojano che dostoevskiano, Sinjavskij (1925-1997) - originariamente noto in Occidente come Abram Terz - fu condannato a sei anni di lavori forzati non per avere detto o fatto qualcosa di insopportabile al regime sovietico, ma per non aver detto o fatto cose a lui gradite. Al centro della riflessione di Sinjavskij, più che l'insolenza del totalitarismo comunista, è il contrasto tra l'angustia della modernità e la vastità dell'antico mondo religioso. Nel più celebre degli aforismi qui raccolti, lo scrittore contrappone un tempo in cui «l'uomo nella sua cerchia familiare era legato alla vita universale, storica e cosmica», e l'uomo del XX secolo che, «con stivaletti di fabbricazione cecoslovacca (...) scorre la notizia dell'apparizione di un nuovo stato in Africa con la stessa facilità con cui assaggia un brodi di carne francese». E mentre il contadino «spirava nelle profondità del pianeta, accanto ad Abramo», noi «scorso il giornale, moriamo solitari sul nostro divano angusto e superfluo».
STORIA
Gigi Di Fiore, Controstoria della liberazione – Le stragi e i crimini dimenticati degSli Alleati nell’Italia del Sud (Rizzoli Bur, pagg. 368, Euro 10,00)
Bombardamenti a tappeto e massacri di civili, stupri e detenzioni durissime, collusioni con la mafia e affari illeciti. In una serrata inchiesta che svela il volto meno glorioso della guerra di Liberazione, Gigi Di Fiore denuncia la lunga serie di violenze e soprusi commessi dagli Alleati nel Mezzogiorno durante la difficile risalita della penisola. Attingendo a testimonianze di sopravvissuti e documenti inediti, l’autore mette in luce le contraddizioni dei resoconti oleografici più o meno ufficiali, evidenzia i punti oscuri di episodi cruciali come gli eccessi nei bombardamenti, e indaga sui silenzi che coprono avvenimenti drammatici come gli stupri di massa del contingente francese in Ciociaria. La sua ricostruzione di vicende scomode e troppo a lungo taciute mostra come il malgoverno degli Alleati aggravò il divario storico tra Nord e Sud del Paese e ci obbliga a ripensare squilibri e fallimenti dell’Italia di oggi.
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Gianantonio Valli, Sentimento del fascismo (Ritter, pagg. 156, Euro 18,00)
La pubblicazione, nell'agosto 1990, del "taccuino segreto" di Cesare Pavese ha riaperto la questione del senso e della genuinità dell'antifascismo pavesiano. Quelle note demoliscono non solo la corrente interpretazione data dallo scrittore di una abusata cultura resistenzialista, ma rivelano a chiare lettere la disonestà intellettuale e la miseria morale degli esponenti di quella cultura. Costituiscono inoltre il tassello mancante, la prova concretamente storico-politica dell'adesione di Pavese alla visione "pagana" del mondo, della quale è stato ultimo portatore il fascismo europeo. Se del piano "alto", ideologico-filosofico, del fascismo pavesiano hanno testimoniato i "Dialoghi con Leuco", le notazioni del "taccuino" riaffermano con lucidità e puntuale coerenza l'adesione di Pavese a quel complesso ideologico ed esistenziale. Che Pavese non sia poi riuscito a mantenersi fedele a quel suo essere e sentire, questo lo si deve imputare oltre che alla sua intima debolezza caratteriale, al clima di pratica repressione e di terrorismo culturale imposto nel dopoguerra dall'intellighenzia antifascista. In appendice il testo integrale del "taccuino segreto".
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Francesco Paolo d’Auria, Quousque tandem. Crimini dimenticati (Pagine, pagg. 367, Euro 25)
Francesco Paolo d’Auria è un ingegnere appassionato di storia. Nel suo ultimo libro si sforza di confutare l’assioma “vincitori angeli del bene in guerre giuste, vinti demoni malvagi”. Le guerre sono tutte ingiuste per il fatto che vince sempre chi è più forte, più ricco, più violento. Il più forte non è mai l’oppresso ma è l’oppressore. Per un mondo di vera pace occorre che i vincitori ammettano i loro crimini e si prostrino sulle tombe delle loro vittime. D’Auria richiama solo alcuni esempi di eventi tragici, ben noti agli studiosi, su cui si stendono, come una pesante cappa di piombo, una negazione della memoria ed un silenzio omertoso che non consente una attenta ed aperta discussione sugli eventi funesti del XX secolo. L’aver creato un Tribunale ad hoc per codificare la colpevolezza dei nemici vinti mettendoli a morte e, allo stesso tempo, assolvendo, senza alcun processo, i vincitori colpevoli degli stessi delitti, è quello che i latini definivano “maximus jus, maxima injuria”.
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Annie Jacobsen, Operazione Paperclip – Come gli scienziati nazisti hanno costruito l’America (Piemme, pagg. 580, Euro 20,00)
Nei primi
mesi del 1945, mentre la guerra sta per concludersi con la disfatta di Adolf
Hitler, i servizi segreti statunitensi, l'OSS e poi la CIA, decidono di
ingaggiare i principali scienziati che fino a quel momento hanno lavorato per
il terzo Reich. Il piano sarà coperto dalla massima segretezza e verrà
denominato "Operation Paperclip", operazione graffetta. I servizi
segreti si impegnano a riscrivere l'imbarazzante passato di numerosi scienziati
ai quali verrà data la cittadinanza americana, cancellando dai loro curricula
il coinvolgimento in omicidi di massa, sperimentazioni mediche all'interno dei
lager e altri orrori. L'Operazione Paperclip andrà avanti fino agli anni
Settanta. Circa 2000 scienziati tedeschi, per la maggior parte ardenti nazisti,
vengono stipendiati, omaggiati e coccolati dalle istituzioni americane,
ricevono premi e riconoscimenti. E con il loro fondamentale contributo, gli
Stati Uniti si dotano di armi nucleari, chimiche e batteriologiche.
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Andrea Romoli, L’ultimo testimone (Gaspari,
pagg. 175 + pagg. 16 di ill. b/n, Euro 15,00)
Agenti segreti, esuli doppiogiochisti, spie e donne coraggiose sono i protagonisti
di un intrigo i cui fili vengono tirati dal misterioso Mario Casale, direttore
dell'Ufficio Corrispondenti delle Venezie, unico domicilio conosciuto la
Casella Postale Gorizia 72. Sotto la copertura di questo nome in codice e della
sua inesistente agenzia di stampa, Sergio Cionci sopravvissuto alla tragedia
dell'esodo costruisce una rete spionistica che realizzerà molti colpi
importanti ai danni dell'onnipresente apparato della polizia segreta jugoslava
nell'Istria occupata. In questo libro, unico libro sullo spionaggio italiano
all'inizio della Guerra fredda, il racconto del protagonista e i documenti
inediti permettono di conoscere vicende e retroscena no reperibili in nessun
archivio.
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Giuseppina Mellace, Una grande tragedia dimenticata (Newton & Compton, pagg. 328, Euro 9,90)
Ancora oggi - nonostante
l'istituzione del giorno del ricordo il 10 febbraio e nonostante il dibattito
che da anni imperversa su questo tema - il dramma delle Foibe resta sconosciuto
ai più, quasi fosse una pagina rimossa della seconda guerra mondiale. Eppure,
si stima che vi abbiano trovato la morte migliaia di persone,
"cancellate" alla memoria dei posteri proprio dalla barbara modalità
con cui trovavano una sommaria sepoltura. Ecco perché vale la pena ricordare le
vicende di alcune vittime, attraverso i diari e le testimonianze di quel
periodo. In particolare, nel libro verrà dato spazio alle storie delle
cosiddette "infoibate", come Norma Cossetto, Mafalda Codan e le sorelle
Radecchi. Storie particolarmente significative perché raccontano di una doppia
rimozione: il silenzio calato per decenni sulle Foibe e, prima ancora, il
naturale riserbo che si imponeva alle donne dell'epoca.
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Beniamino Di Martino, Il primo decennio della Democrazia Cristiana - I progetti di De Gasperi, Dossetti e Pio XII (Solfanelli, pagg. 184, Euro 14,00)
Il
decennio che va dai primi anni Quaranta ai primi anni Cinquanta è quello della
fondazione della Democrazia Cristiana e della leadership di Alcide De Gasperi.
Per la prima volta i cattolici furono alla guida dello Stato costituito nella
metà del secolo precedente. Dopo anni di emarginazione, i cattolici giungevano
al potere proprio nelle istituzioni di quello Stato il cui processo di
unificazione aveva comportato non solo aspri dissidi politici — tra
usurpazioni, rivendicazioni e disconoscimenti — ma anche lacerazioni nella
coscienza di non pochi credenti.
Sono gli anni che gli storici e i
politologi definiscono del Centrismo degasperiano, una linea politica che
caratterizzerà le scelte della giovane repubblica sia sul piano interno e sia
sullo scenario internazionale. Ma sono anche gli anni del pontificato di Pio
XII, il cui peso e la cui impronta, non solo nella vita della Chiesa, ma anche
in quella del Paese, non possono essere certo sottovalutati. Sono gli anni del
più marcato “collateralismo” tra Chiesa e Democrazia Cristiana. Un reciproco
affiancamento che, però, oscillava tra la posizione di Gedda e quella di De
Gasperi, posizioni che, nel giro di pochi anni, saranno soppiantate da un’altra
cultura politica, quella dossettiana, quella che caratterizzerà il partito di
Fanfani, le cui impostazioni politiche porranno presto nel ricordo del passato
gli orientamenti precedenti.
Perciò, la vicenda storica della DC è stata caratterizzata, sì, da alcuni meriti contingenti, ma anche da gravi limiti progettuali; sia da slanci ideali sia da incoerenze non solo di ordine individuale. Sta di fatto che ai cristiani, attraverso la mediazione del partito, è stata offerta un’occasione storica di guidare lo Stato. È questa la caratteristica del singolare caso italiano, che — utilizzando le parole di Jemolo — ha visto «l’inattesa realizzazione di uno Stato guelfo a cent’anni dal crollo delle speranze neoguelfe».
STORIA DELLE DESTRE
Nicola Rao, Trilogia della celtica (Sperling & Kupfer, pagg. 1068, Euro 19,90)
"Trilogia della celtica"
raccoglie in un unico volume, con aggiornamenti e nuovo materiale, i tre libri
di Nicola Rao dedicati al neofascismo italiano: "La fiamma e la
celtica", "Il sangue e la celtica", "Il piombo e la
celtica". Un'indagine capillare, condotta sulla base di fonti di prima
mano e spesso inedite, sulla galassia nera, nelle sue varie sfaccettature. Il
racconto politico del neofascismo si giustappone alla storia in armi degli anni
Sessanta e Settanta: dalla stagione dell'eversione e dello stragismo allo
spontaneismo armato, segnato soprattutto dalla parabola dei Nar di Valerio
Fioravanti. Ne emerge un ritratto in movimento, animato da personaggi e storie,
che prende le mosse dalla cronaca - anche, ma solo all'apparenza, minima - per
toccare punti nevralgici e irrisolti della storia d'Italia. "Trilogia
della celtica" è un'immersione in apnea nel profondo nero: una narrazione
costruita con le voci del nostro passato per capire il presente.
LETTERATURA
Lino Di Stefano , Pascoli poeta d'Italia e di Roma (Bibliotheca, pagg 96, Euro 10)
Il saggio intende mettere in rilievo la grande portata del messaggio di Giovanni Pascoli sia sul versante della poetica e della poesia in lingua italiana, sia, ancora, per quanto riguarda quelle in idioma latino, al punto che Gabriele D'Annunzio, grande amico ed estimatore dell'artista romagnolo, definì di volta in volta, l'autore di Myricae, "il più grande poeta italiano dopo il Petrarca" e, inoltre, l'ultimo figlio di Virgilio" e "il più grande poeta latino che sia sorto nel mondo dal secolo di Augusto ad oggi".
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Alessandro Gnocchi, Il Catechismo secondo Guareschi (Fede & cultura, pagg. 144, Euro 12,00)
Forse non tutti sanno che Giovanni XXIII chiese a Giovannino Guareschi di scrivere un “piccolo catechismo” che riassumesse i contenuti essenziali della fede cristiana. Un progetto che, per vari motivi, non vide mai la luce, ma che avrebbe dovuto illustrare ogni passo fondamentale della dottrina cattolica con un racconto il cui incipit avrebbe potuto essere «Un giorno don Camillo...». In questo libro Alessandro Gnocchi ricostruisce la forma che il “piccolo catechismo” avrebbe potuto avere, estrapolando dall’opera guareschiana alcuni passi significativi e confrontandoli con i principi e i precetti proclamati dal Catechismo Maggiore di Pio X, in vigore all’epoca e sicuramente fondamentale nella formazione spirituale dello scrittore della Bassa.
TRADIZIONI
Yamamoto Tsunetomo, Il codice del samurai – Hagakure (Rizzoli, pagg. 152, Euro 6,50)
Composto in un'epoca di decadenza militare da un singolarissimo monaco eremita
samurai, l'Hagakure (letteralmente: "Al riparo del fogliame") è la
rievocazione di un tempo in cui l'onore guidava ogni istante della vita di un
samurai, la cui peggiore situazione era quella di trovarsi rònin, senza
padrone; ed è permeato di filosofia confuciana, della profonda conoscenza della
"via del guerriero", il rituale che guida la vita di chi ha
abbracciato l'ideale del bushidò. Nuova edizione a cura di Leonardo Arena.
SATIRA
Alfio Krancic, La grande invasione (Tabula fati, pagg. 128, Euro 10,00)
Questa
raccolta di storie, lungi dal voler essere un libro di indagine o analisi, è
nato nelle intenzioni dell’autore, noto vignettista, come divertissement di satira politica. Ne
scaturiscono dunque, una serie di racconti scorretti che vanno dritti in rotta
di collisione con il Pensiero Unico Politicamente Corretto, il nuovo mostro
partorito dal totalitarismo, che ingabbia non più i corpi, ma le menti e il
libero pensiero, in recinti non più delimitati da filo spinato o obsolete
sbarre, ma da fili invisibili che nascono dai nostri sensi di colpa abilmente
sollecitati dall‘esterno. Una puntura di spillo dunque, al Buonismo, ideologia
terminale del Progressismo.
Un vecchio adagio recita: “le vie dell’Inferno sono lastricate di buone
intenzioni”. Quelle che portano all’inferno in terra, oltre che di buone
intenzioni sono lastricate di utopie, menzogne ed inganni. L’autore ci invita a disselciarle e a renderle
impraticabili. Come? Anche ridendo.
CINEMA
Steve Della Casa e Marco Giusti, Il grande libro di Ercole- Il cinema mitologico in Italia (Edizioni Sabinae, pagg. 431, Euro 30,00)
Il cinema "peplum" o mitologico nasce in Italia nel 1957 per estinguersi nel 1965. Il fenomeno esplode con il film “Le fatiche di Ercole” (1958) di Pietro Francisci, attraverso la straordinaria alchimia di personaggi e di situazioni che lo sceneggiatore per antonomasia del genere, Ennio De Concini, riesce a creare giocando con il mito. Il direttore della fotografia Mario Bava arricchisce il lavoro con effetti speciali semplici e ingegnosi, mentre lo scenografo Flavio Mogherini inventa una vera e propria estetica del genere mitologico. A coronamento di tutto c'è l'eroe protagonista Steve Reeves, campione americano di culturismo che sarà il prototipo (con varianti) per determinare le caratteristiche fisiche e la formazione atletica del protagonista maschile del genere. Il volume si compone di una filmografia completa e dettagliata di cast e credits, sinossi e recensione, un dizionario biografico degli attori maggiori e minori del genere e una nutrita bibliografia. Il ricco apparato iconografico e i saggi storici dei due autori arricchiscono il libro più completo mai scritto finora sul cinema mitologico italiano.
CATALOGHI
Roberto Sciarretta (a cura di), La battaglia del grano. Autarchia, bonifiche, città nuove (Edizioni Novecento, pagg. 304, Euro 50,00)
La battaglia del grano: autarchia, bonifiche, città nuove è il titolo della mostra in corso (dall’ 1 marzo al 30 ottobre 2014) a Torviscosa, nella sede del Centro Informazione Documentazione. La localizzazione non è casuale: Torviscosa è infatti una delle città nuove oggetto della mostra ed è inoltre allo stesso tempo una company town, perché la sua fondazione è legata a una grande azienda italiana, la Snia Viscosa. Il catalogo è diviso in tre sezioni. La sezione Battaglia del grano e autarchia si apre con un'analisi storica, che presenta una lettura sull'economia italiana tra le due guerre. Il tema dell'autarchia rientra in tutte le strategie di propaganda del regime e l'illustrazione diviene il principale mezzo per diffondere gli obiettivi della politica fascista: cartelloni, calendari, cartoline, locandine. Ricordiamo ad esempio Dudovich, Nizzoli, Depero, Melis, Venna, Metlicovitz, Roveroni, Micaelles. La seconda sezione è dedicata alle Bonifiche, con l'indicazione puntuale dei principali interventi nel ventennio. L'ultima sezione riguarda la nascita delle Città nuove (di cui viene fornito elenco completo), nella quale sono analizzati i motivi economici e sociali che portarono alla creazione di nuovi centri urbani e rurali nella penisola. Molto interessante appare l'elencazione dei villaggi costruiti in Libia, destinati sia ai coloni italiani trasferiti nell'ambito delle migrazioni interne, sia alla popolazione autoctona musulmana. Chiudono il catalogo due saggi, che riguardano l'impatto che le città di fondazione hanno sulla letteratura e sull'arte.
Saggi critici di Giuseppe Parlato, Roberto Maiocchi, Chiara Barbato, Claudio Paradiso, Massimiliano Vittori, Matteo Di Marco, Sergio Zilli, Marco Zaganella, Carlotta Antonelli, Alberto Sulpizi, Claudio Marsilio, Daniele Lembo, Rino Caputo, Roberta Sciarretta.
Un concerto per il venerdì santo al teatro del Maggio, tra Bach e Rossini
Un don Pasquale da ... sposare. Un grande spettacolo al Maggio Musicale Fiorentino
DON PASQUALE : l'ultimo capolavoro buffo di Donizetti tra beffe, sospiri e un tocco di malinconia
NERONE: al teatro lirico di Cagliari rinasce un capolavoro
Così é se vi pare, una grande lettura del dramma di Pirandello. Pieno successo della versione di Geppy Gleijeses al teatro della Pergola
Smarrimenti e fragilità dell'uomo contemporaneo: i racconti di Italo Inglese, una boccata d'ossigeno contro la banalità.
POLIS: argomenti per una controrivoluzione. Un libro nettamente - e fortunatamente - in controtendenza.
Quel ragazzo inglese che poteva cambiare la storia: solo un romanzo, ma da leggersi d'un fiato
Rassegna di novità librarie dicembre 2019
Howard Phillips Lovecraft, Sogni, incubi & fantasticherie