Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Siamo difronte a quella che è stata definita come la più bella commedia di tutti i tempi; tanto che l’edizione del Teatro Stabile di Calabria(che viene riproposta oggi) nelle stagioni 2001/2002 e 2003 ha totalizzato il record di pubblico in molti teatri italiani e molti studiosi di letteratura inglese e appassionati dell’eccentrico e geniale scrittore si chiedono tutt’oggi come sarebbe stata la drammaturgia del primo Novecento se Oscar Wilde avesse scritto ancora dopo il 1895."The importance of Being Earnest" debuttò a Londra nel 1895. Alla prima ebbe un successo strepitoso, tanto che uno degli interpreti, Allan Aynesworth, dichiarò «in cinquantatre anni di teatro non ricordo un trionfo maggiore, il pubblico si alzò tutto in piedi e non cessava di acclamare...» ; fu poi smontata dopo appena 6 repliche, come conseguenza dello scandalo in cui Wilde era andato a cacciarsi querelando per diffamazione Lord Queensberry che lo aveva pubblicamente tacciato di sodomia. Fu l’ultimo suo lavoro teatrale, diversissimo dai precedenti. Si può riscontare la necessità di Wilde di sorridere sull’ipocrisia e la superficialità della società del suo tempo, che si rispecchia perfettamente nei salotti vittoriani:
Jack Worthing, uomo baldanzoso dagli sconosciuti natali, vive in campagna insieme a Cecil, una ragazza diciottenne su cui esercita la tutela, con l’aiuto di un'istitutrice, Miss Prims.
Jack decide di recarsi a Londra e di frequentare i salotti cittadini presentandosi come Ernest; intende soprattutto visitare la casa dell'amico Algernon Moncrieff con lo scopo di incontrarne la cugina, la bella Gwendolen Fairfax (affascinata da sempre dal nome “Ernest”), con l’intenzione di chiedere la sua mano.
Grazie ad un portasigarette dimenticato dall'amico, tuttavia, Algernon scopre che il vero nome di Ernest è in realtà Jack Worthing, e che egli, abitando in campagna, finge di avere uno scapestrato fratello a Londra, il cui nome è proprio Ernest, per poter condurre una vita di piaceri. A sua volta, Jack scopre che anche Algernon conduce una doppia vita grazie all'invenzione di un povero amico invalido, chiamato Bunbury.
Jack si trova in città per proporsi a Miss Gwendolen Fairfax, dichiarato il suo amore alla giovane, alla quale si è presentato come Ernest, scopre che ella ricambia il sentimento; è però ferma intenzione della giovane sposare soltanto un uomo chiamato Ernest, in quanto quel nome le "procura delle vibrazioni" e ha un suono che le scalda il cuore al solo sentirlo.
Intanto Algernon è desideroso di conoscere la pupilla dell’amico e si reca in campagna. Dopo aver scoperto l'indirizzo, s'introduce in casa, affermando di essere il fratello minore di Jack “Ernest”, lo scapestrato, egli si innamora della giovane, la quale contraccambia; anch'ella è però intenzionata a sposare soltanto un uomo di nome Ernest, ritenendo, come Gwendolen che un uomo di nome Ernest è da sposare.
Quando Jack arriva nella casa di campagna costringe Algernon ad andarsene ma questi intenzionato a fidanzarsi con Cecily, torna di nascosto. Nel frattempo, entrambi chiedono a Chasuble, il reverendo della vicina chiesa, di essere battezzati col nuovo nome : ERNEST !
Intanto anche Gwendolen, ancora invaghita e desiderosa di fidanzarsi con Ernest raggiunge la casa di campagna di Jack, dove incontra Cecily. Dopo qualche battuta le donne scoprono di essere fidanzate con quello che credono essere lo stesso uomo, ovvero Ernest.
Dopo aver chiesto spiegazioni ai rispettivi fidanzati e scoperta la verità, si ritirano indignate nella villa, per poi però perdonare entrambi.
Di lì a poco, in cerca della figlia Gwendolen, giunge in campagna anche Lady Bracknell, intenzionata a riportarla a Londra. Avendo inoltre saputo che il nipote Algernon è intenzionato a sposare Cecily, dopo un rifiuto iniziale, concede il permesso, ma soltanto dopo essere venuta a conoscenza dell'ingente rendita della giovane.
È Jack tuttavia a negare il consenso alle nozze, sperando con questo di strappare a Lady Bracknell
l'autorizzazione per il proprio matrimonio con Gwendolen. Tuttavia la donna è irremovibile, e tutto sembra concludersi, quando Chasuble nomina Miss Prism,a sentire quel nome, Lady Bracknell chiede di vedere immediatamente l'istitutrice.
Si viene a scoprire che essa era un tempo alle dipendenze di Lady Bracknell come bambinaia e che un giorno, uscita con il neonato a lei affidato, non era mai più tornata: la carrozzina era stata trovata vuota e Miss Prism e il piccolo erano scomparsi. La governante confessa che quel giorno era uscita con una grande borsa di cuoio e che, in un attimo di distrazione, aveva riposto il bambino nella borsa, per poi dimenticarla nel guardaroba della Victoria Station a Londra. Jack si riconosce nel neonato dimenticato da Miss Prism e scopre anche di essere il fratello maggiore di Algernon.
Lady Bracknell autorizza le nozze tra Jack e Gwendolen, ma rimane ancora il problema del nome; tra l'altro Jack, non essendo mai stato a conoscenza delle sue origini, ha un nome che non è il suo. Dato che Lady Bracknell dice che questi era stato chiamato come il suo defunto padre (un generale dell'esercito inglese), di cui né lei né Algernon ricordano il nome, Jack consulta gli elenchi militari scoprendo che il padre, e quindi anch'egli, si chiama effettivamente …Ernest.
Imperniata dell’umorismo di Wilde pieno di nonsense, equivoci, ironia, giochi di parole, la commedia, basata fin dal titolo su un contro-senso vede i protagonisti, due bugiardi abitudinari, conosciuti col nome di Earnest. Cecily e Gwendolyn non li avrebbero mai sposati se non si fossero chiamati così: Earnest è un nome che le ispira emozione e fiducia. Tutti questi elementi rendono la commedia ancora più divertente. Da una parte le donne, superficiali, vendicative, passionali, ma anche volubili e dall’altra gli uomini, bugiardi, vittimisti, manipolatori.
L’opera ci arriva con tutta la sua forza, intatta, nonostante i cento e più anni, con la sferzante critica ad una decadente società vittoriana, che nasconde sotto le sue buone maniere e dietro le perfette raffinatezze tutto il suo marciume, bigottismo e moralismo. Ma forse quella società non è poi tanto diversa dalla nostra, con la crisi di valori; dove l’apparire prevale sull’essere.
In scena dall’1 al 6 Aprile al teatro della Pergola di Firenze (orari spettacoli ore 20,45; domenica ore 15,45) con Geppy Gleijeses (interprete e regista), Marianella Bargilli e Lucia Poli.
Personaggi e interpreti in ordine di
apparizione
Algernon: Marianella Bargilli
Lane: Orazio Stracuzzi
Jack: Geppy Gleijeses
Lady Bracknell: Lucia Poli
Gwendolen: Valeria Contadino
Miss Prism: Renata Zamengo
Cecily: Giordana Morandini
Ghasuble: Luciano D’Amico
Merriman: Orazio Stracuzzi
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