Elogio della camicia

Quella veste di panno simbolo del vestir civile. Seconda parte

Poi, invece, gli uomini hanno preferito essere rassicurati e protetti da indumenti meno appariscenti e ingombranti: i cosiddetti strali di Cupido!

di LORD BRUMMELL

Quella veste di panno simbolo del vestir civile. Seconda parte

Il gentiluomo, in un tempo che fu, porgeva la camicia al Re per omaggiarlo, circondato da interminabili cerimonie che prevedevano un cameriere quale aiutante del sovrano per aiutarlo ad infilare il braccio nella manica destra, in modo che la sinistra fosse privilegio di un secondo inserviente.

Oggi sarebbe impossibile tanta pomposità, tutto è più semplice e sbrigativo fortunatamente, sebbene la selezione della camicia rimanga il primo pensiero del mattino per i maschietti e da qualche tempo anche per il sesso femminile.

La camicia non è solo un indumento da indossare, come molti pensano, ma un oggetto carico, strapieno di storia, che col passare del tempo non ha minimamente perso la sua straordinaria importanza.

A dar conforto a quanto sopra ci sono gli abiti che fatalmente nel corso dei secoli hanno mutato aspetto, mentre la struttura della camicia è rimasta inalterata e così sarà, almeno spero, nei secoli a venire.

L’indossarla per chi ama il bel vestire diventa ogni giorno una prova indiscutibile della sua straordinarietà, ma ancor di più lo diviene quando dobbiamo posizionarla in valigia.

Io ho imparato dal liceo in poi che l’eleganza è rispondente proporzionalmente alla precisione della camicia e, quindi, all’interno di quella scatola di cuoio sono solito mettere due, tre pantaloni ma corredati da sei sette camicie da indossare per le varie circostanze.

Immancabile quelle oxford di Ralph Lauren con il colletto alla francese; le rigate celeste e bianche di cotone leggermente più pesante per la sera; quelle più eleganti o particolari, celesti o bianche, con il colletto e le maniche di diverso colore (le mie preferite) e con i polsi doppi per farci scorrere i gemelli, di cui vado pazzo.

Ne posseggo di ogni modello e materiale e, addirittura, ho mantenuto in vita quelli d’oro della Prima Comunione con le iniziali.

Molti psicologi attribuiscono all’abito una certa funzione protettiva, come se al suo interno l’uomo fosse tenuto al riparo, come se stesse custodito da un abbraccio materno.

Prendete ad esempio le armature medievali che erano costruite a difesa del corpo del cavaliere che andava in battaglia; ecco, questa, potrebbe essere la dimostrazione più calzante.

Poi, invece, gli uomini hanno preferito essere rassicurati e protetti da indumenti meno appariscenti e ingombranti: i cosiddetti strali di Cupido!

Cioè, camicie come segno tangibile d’amore, di passione: giovin donzelle che, con proprie mani, realizzavano e donavano per l’amato compagno o sposo siffatto indumento.

Mentre, in seguito, questi amati cavalieri apponevano alla propria armatura, magari durante un torneo, la camicia regalata dalla dama o damigella che dir si voglia; e, al termine, veniva poi brandita e restituita quale messaggio insindacabile d’amore.

Gli uomini hanno indossato la camicia anche per sottolineare le varie differenze di classe.

Il gentiluomo, per esempio, aveva a distinguersi dal bifolco grazie ai suoi polsini bianchi come la neve, visibile prova che colui che li portava non aveva avuto maniera alcuna per sporcarli con lavori agresti o di manovalanza.

Insomma dal ceto alla politica il passo è stato poi celere, poiché essa è diventata anche simbolo politico, a causa del colore che è diventato il rappresentante di vero e proprie ideologie governative.

Dalla storia abbiamo conosciuto le patriottiche camicie rosse di Garibaldi, quelle azzurre dei nazionalisti italiani e dei franchisti iberici; quelle nere di Mussolini; quelle esecrande, di color bruno, funeree, dei nazisti e quelle dei descamisadossudamericani, definite così per evidenziare la loro totale povertà, la loro profonda indigenza che non permetteva loro di coprirsi nemmeno, appunto, con una camicia.

Vogliamo finire in gloria questa seconda parte sul mondo della camicia?

E allora non ci resta che parlare di quella gastronomica, il cui maggiore utilizzo è strettamente legato all’uovo, che viene cucinato in acqua bollente, lasciandolo lì il tempo necessario all’albume per ispessirsi e rimuovendolo con un grosso cucchiaio bucherellato in modo da posarlo con estrema delicatezza sul piatto.

Bianchissima e splendente la chiara dell’uovo abbraccia il tuorlo come una camicia e il bello e il gustoso, deriva dall’aprire questo delicato imballo…

Piaciuto questo Articolo? Condividilo...

    4 commenti per questo articolo

  • Inserito da ghorio il 01/11/2013 18:28:15

    Non posso competere con le signore Bea e Sabayda e di conseguenza mi limito a una sola considerazione. Complimenti innanzitutto all'autore Lord Brummell ma quello che delude sono le nuove generazioni che, in fatto di eleganza, lasciano molto a desiderare. Come cambia la società, nonostante le passerelle anche maschili che, spesso sono inguardabili.

  • Inserito da ghorio il 01/11/2013 18:28:15

    Non posso competere con le signore Bea e Sabayda e di conseguenza mi limito a una sola considerazione. Complimenti innanzitutto all'autore Lord Brummell ma quello che delude sono le nuove generazioni che, in fatto di eleganza, lasciano molto a desiderare. Come cambia la società, nonostante le passerelle anche maschili che, spesso sono inguardabili.

  • Inserito da bea il 01/11/2013 14:09:14

    Chi è capace di dare un valore speciale ad una camicia, postarla al centro di una analisi stupenda, con tutta la sua storia, darla importanza? Lord Brummel, come sempre con le parole elegante adeguate al tema... E tu sei un esempio vivo di quello che scrivi. Complimenti!

  • Inserito da sabyda il 01/11/2013 12:35:43

    CAro Lord Brummel, nn ti smentisci mai.... sapevamo ormai come ti vesti e cosa indossi, e tu la chiami "quel panno " ma poi metti anche " del vestir civile"..... e quindi dai un nome e un cognome importante che nn svilisce affatto la famosa ... CAMICIA, mettila come ti pare puo' essere a righe, di diversi colori o colletti diversi , ma questo indumento rimane La Regina incontrastata dai tempi di RE Pipino, tanto per dire che è da molto, che è in voga e lo sara' sempre, anche per il sesso femminile, dove mette in risalto nn solo l'eleganza ma anche le desiderate forme.....

Inserisci un Commento

Nickname (richiesto)
Email (non pubblicata, richiesta) *
Website (non pubblicato, facoltativo)
Capc

inserisci il codice

Inserendo il commento dichiaro di aver letto l'informativa privacy di questo sito ed averne accettate le condizioni.