Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Trilussa. - Pseudonimo anagrammatico del poeta in dialetto romanesco Carlo Alberto Salustri (Roma 26 ottobre 1871 - ivi 1950). Autore di sonetti, nei quali raffigurò la Roma borghese e piccolo borghese, T. abbandonò assai presto, quasi completamente, questa forma espressiva, per passare alla creazione, intorno al 1907, d'un tipo di favola che, nella prima idea, avrebbe dovuto essere una sorta di parodia delle favole classiche, ma si sciolse subito in libere invenzioni, metricamente sempre più variate. Tra le raccolte: Quaranta sonetti romaneschi(1895), Ommini e bestie (1914), Lupi e agnelli (1919).
Cominciò a pubblicare qualche sonetto intorno al 1890 sul Don Chisciotte e sulMessaggero, del quale poi fu a lungo collaboratore; alla sua prima raccolta (Quaranta sonetti romaneschi), seguirono Altri sonetti (1898), Caffè-concerto(1901), Er Serrajo (1903), ecc.
Il T. dei sonetti concentra la sua attenzione sulla cronaca spicciola della Roma borghese e piccolo-borghese, non solo per cogliere il contrasto fra le apparenze e la verità della vita e della società, ma per esemplarlo o tipizzarlo in situazioni, figure e macchiette, con spirito caustico e insieme divertito, scettico e pur venato a momenti d'una malinconia crepuscolare.
Questa tendenza a tipizzare portò ben presto T. all'apologo e alla favola: la quale, fu ben presto caratterizzata da libere invenzioni a fondo realistico sotto la convenzionalità degli emblemi. La sua poesia si venne così affrancando metricamente dal sonetto (di eredità belliana) in forme sempre più variate, e insieme semplificandosi nel lessico, col ridursi del dialetto a inflessione o sottolineatura ironica, a contrappunto gergale della sua ispirazione moraleggiante (oltre a Ommini e bestie e Lupi e agnelli: Nove poesie, 1910; Le storie, 1913; Le cose, 1922; La gente, 1927; Libro numero nove, 1929; Giove e le bestie, 1932;Libro muto, 1935; Acqua e vino, 1944-45). T. compose anche alcune novelle e illustrò o meglio "pupazzettò" qualche suo libro (Duecento sonetti, 1937). Postuma è la raccolta di Tutte le poesie (a cura di P. Pancrazi e L. Huetter, 1951).
Tratto da treccani.it
Inserito da piccolo il 30/10/2013 23:33:42
da ricordare alcuni articoli davvero molto interessanti scritti da Julius Evola su Trilussa, che si scopre in cordiali rapporti con....... lascio al lettore attento la gioia dell'esplorazione nella pubblicistica del Barone... Trilussa con Barbarani e Testoni costituì la grande Triade d'élite della poesia dialettale d'Italia. quasi un ossimoro ma non deve sorprendere.
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