Editoriale

La Idem si giustifica dicendo che non ha studiato da commercialista! Si dimetta, per favore

La conferenza stampa che doveva essere chiarificatrice ci ha consegnato un ministro che fa le bizze diifidando dal chiamarla come fa affettuosamente sua sorella e rivendica le medaglie conquistate remando,

Simonetta  Bartolini

di Simonetta  Bartolini

entile Ministro Idem, 

Ho seguito la sua conferenza stampa difensiva, chiamiamola così, a proposito delle questioni Imu, ed edilizie in generale,  nonché sulla faccenda della associazione dilettantistica e dell'assunzione, quantomeno stravagante, che la riguarda.

Non entro nel merito delle faccende di cui il suo avvocato ha brillantemente (e lo spero bene per lei, altrimenti che lo paga a fare!) condotto un'arringa difensiva a suon di sedicenti fatti inoppugnabili che dimostrerebbero l'inconsistenza delle accuse dal punto di vista penale.

Francamente non mi interessa: la nostra legge fiscale e tributaria è talmente farraginosa, complicata, spagnoleggiante addirittura, che ben si presta ad essere frodata rimanendo nel termini della legalità,  lo sappiamo bene tutti che le troppe pieghe delle nostre leggi permettono colossali raggiri, che ovviamente tali non sono nel merito legale, ma allo spirito della legge stessa, la quale però essendo stata fatta male si merita di essere aggirata.

Quindi io sono abbastanza convinta che Lei, ministro Idem, non abbia frodato la legge, non nel modo che la stampa le ha imputato, ma in quello tutto italiano di sfruttare quelle famose pieghe per risparmiare qualche euro in qua e in là, avere i contributi pagati senza tirar fuori soldi ecc ecc.

Non mi sento di condannarLa come cittadina, però quel che ha detto in conferenza stampa è stato grave e vergognoso uscendo dalla bocca di un ministro della Repubblica che oltretutto milita in una parte politica che ha fatto del moralismo ad oltranza e dell'intolleranza sdegnosa e puritana la propria bandiera.  E  allora mi ha indignato.

Intanto Lei si è presentata come vittima innocente e indifesa di un attacco mediatico che francamente non è paragonabile a quello che hanno subito sue colleghe (tipo la Biancofiore cui sono  state immediatamente cambiate le deleghe) magari per una dichiarazione improvvida fatta ai giornali.

Poi ha diffidato chi parla di lei senza amarla o stimarla (capita quando si fa un'attività pubblica e ancor di più quando si è un ministro in rappresentanza di un partito) dal chiamarla con il nomignolo affettuoso che le ha dato sua sorella. 

Chi l'ha ascoltata rivendicare l'uso del nomignolo solo da chi le vuole bene ha pensato di non avere di fronte un ministro, ma una bimbetta viziata e piagnucolosa che si becchetta con la compagna dispettosa diffidandola dal chiamarla con l'antico vezzeggiativo!

Quindi ci ha ricordato tutte le medaglie che ha vinto come atleta. È chi se ne frega, gentile ministro, lei si occupa di politica, regge un ministero e rappresenta l'Italia istituzionale (non quella sportiva) le medaglie che ha vinto remando non contano un fico secco, come non conterebbero i romanzi scritti magari pluripremiati, se di professione avesse fatto la scrittrice, o i trapianti eseguiti se fosse stata chirurgo. Non contano nel momento in cui esercita la funzione di ministro, contano in altri ambiti, e non si possono usare strumentalmente per inopportune difese o rivendicazioni.

Non contano gli allori della vita professionale per giustificare un errore commesso (ammettiamo che sia solo tale, e non sia una 

furbata, all'italiana) magari in buona fede. E tanto meno contano se ha deciso di fare politica e ha accettato di fare il ministro, cioè di guidare gli altri , il popolo, la gente, e tutti quelli che Ella non esita a colpire e far colpire  (come  Sallusti del «Giornale», meritevole secondo Lei di sanzioni dell'ordine professionale per un titolo politicamente scorretto) quando ravvisi l'errore che invece in conferenza stampa ha preteso venisse perdonato a lei in quanto detentrice di ori olimpici.

Quell'errore (ripeto ammettiamo che sia tale e involontario) che, Lei caro ministro, ha giustificato invocando l'ignoranza in materia fiscale e tributaria.

–Ho fatto l'atleta allenandomi anche 8 ore al giorno, la mamma, ecc ma non ho potuto farmi una competenza in materia fiscale e tributaria– ha detto la ministro in conferenza stampa–  non ho studiato da commercialista –e quindi si è affidata ad altri professionisti del settore.... Questo ha detto la ministro Idem!

È non si vergogna di invocare, da politico e ministro, una scusa così patetica?

Le hanno mai spiegato, egregio ministro, che l'ignoranza della legge non solleva dalla responsabilità? Eppure non è una bambina, dovrebbe essere al corrente che dire "non lo sapevo" non giustifica un comportamento.

Le faccio poi rispettosamente notare che ci sono milioni di cittadini che non fanno i commercialisti e non hanno studiato diritto tributario e fiscale eppure pagano le tasse,  i tributi e i contributi regolarmente, e quando sbagliano e vengono beccati non si sognano di dire: non lo sapevo, non sono mica un commercialista, io!

A questo punto, gentile ministro non le resta che dimettersi,  deve dimettersi non per la faccenda del l'imu non pagata o pagata in ritardo quando è stato scoperto in pasticcio, non per i contributi fatti pagare dal comune di Ravenna, e neppure le le faccende edilizie.

Gentile ministro Idem, deve dimettersi per la sciagurata conferenza stampa che ha tenuto alle 15 di sabato 21 giugno con la quale di fatto, con la sua autorevolezza di ministro della Repubblica, ha autorizzato gli italiani non pagare le tasse, i tributi i contributi e simili offrendo loro la giustificazione dell'ignoranza.

Se un ministro convoca una conferenza stampa per giustificare le accuse di evasione ecc e porta come scusante il non essere laureata in economia e commercio, il non avere le specifiche competenze fiscali, l'aver demandato ai suoi esperti il pagamento dei tributi (come d'altra parte facciamo tutti noi poveri cittadini comuni e tartassati), allora da domani ogni cittadino è autorizzato a "sbagliare".

Ministro Idem si dimetta, ha già ampiamente consumato buona parte della credibilità, della stima e l'ammirazione che le medaglie conquistate remando le avevano portato, non distrugga completamente l'immagine vincente che ci aveva fatto sognare: di donna bella, forte, rigorosa, combattiva.


PS Ci chiediamo perché nessuno spieghi a queste nuove ministre Kyenge e Idem che devono assumersi le loro responsabilità.

La Kyenge per ben due volte ha scaricato la responsabilità di una gaffe (la mancata stretta di mano al leghista) e di una arroganza di potere (la macchina blu in disinvolte manovre proibite a chiunque altro) agli agenti della sua scorta. 

Bisognerebbe spiegare a questi "nuovi" ministri che la loro carica non le solleva dalla responsabilità. E che nei paesi civili (che tanto invocano quando si parla dei cosiddetti diritti umani degli extracomunitari) chi ha più privilegi e responsabilità di governo ha anche maggiori doveri!

Piaciuto questo Articolo? Condividilo...

Inserisci un Commento

Nickname (richiesto)
Email (non pubblicata, richiesta) *
Website (non pubblicato, facoltativo)
Capc

inserisci il codice

Inserendo il commento dichiaro di aver letto l'informativa privacy di questo sito ed averne accettate le condizioni.