​Dalla fiction alla realtá

Il tempo è denaro o il denaro è tempo? Riflessioni … economiche su un film di fantascienza

Quando solo i ricchi vivranno a lungo perché potranno pagare i il tempo di vita: scenario meno incerdibile di quanto possa sembrare... purtroppo

di Laerte Failli

Il tempo è denaro o il denaro è tempo? Riflessioni  … economiche su un film di fantascienza

La locandina del film

In time, film uscito quest’anno nelle sale cinematografiche  europee potrebbe presentarsi come uno spaccato sulla società futura in cui il tempo diventa la valuta in corso  sostituendo  monete,  cambiali, assegni e carte elettroniche;  non solo, ma dopo i 25 anni i protagonisti vedono attivarsi sul loro braccio un “orologio biologico” , all’azzeramento del quale cessa la vita.   Naturalmente è fantascienza, ma  in fondo minuti e … contanti  non sono già per certi aspetti quasi equivalenti?

Dal baratto all’ NSC, così come dalla ruota alle prime macchine volanti siamo sicuri che il set di questo film fantascientifico sia poi così irrealizzabile e remoto dal nostro prossimo futuro,  pur facendo ovviamente la debita  tara alla fantasia cinematografica e alle leggi dello spettacolo?

L’obbiettivo nostro, comunque, non è certo quello di prevedere l’avvenire ma ripercorrere le fasi di sviluppo e meditare su quelle future: se le prime monete comparvero, a quanto si dice, nel 6° secolo a.C. in Lidia, coniate dal favoloso Creso e ad inventare gli assegni furono niente meno che i templari (anche se la cosa è tutt’altro che certa) quello che è sicuro è che i mezzi di scambio hanno sempre segnato un punto di riferimento fondamentale nella storia dell’umanità. Chi aveva la moneta più forte era la potenza dominante, fosse il bisante d’oro di Costantinopoli o il fiorino d’oro di Firenze. Ma non solo moneta: la vera rivoluzione fu la lettera di cambio, convenzione mediante la quale il “datore” forniva una somma in denaro al “prenditore” e riceveva in cambio un impegno pagabile a termine (operazione di credito) ma in un altro luogo e in altra moneta, fu forse il primo passo per sostituire il denaro con un qualcosa di più astratto.

L’archivio di un celebre pratese, il mercante Francesco di Marco Datini ( 1335-1410), ci mostra per la prima volta un uso diffuso, quasi regolare di tale mezzo, che poi ha finito spesso e volentieri per soverchiare quello della moneta corrente. Ma oggi anche l’assegno rischia di finire ben presto in un museo: carte di credito e moneta elettronica lo soppianteranno del tutto da qui a breve.

È il trionfo della finanza sull’economia “reale”? Comunque sia, il film disegna uno scenario sicuramente ancora più inquietante. Il mito faustiano di una eterna giovinezza” che si fugge tuttavia”  nei secondi che corrono inesorabili sul timer tatuato sul braccio dei personaggi , rappresenta nel film  una corsa contro la morte che Will Salas, il protagonista confinato nella zona 12  detta “il ghetto”,  deve affrontare praticamente ogni giorno insieme alla madre, una cinquantenne  che sembra una splendida ragazza: dopo  i 25 anni infatti l’aspetto non muta più.  Ed è proprio la morte della madre, che per pochi secondi non riesce a rifornire il suo orologio biologico, che dà al protagonista  la voglia di rivoluzionare tutto; perché nel mondo dove il tempo è denaro, continuano ovviamente le sperequazioni sociali: c’è chi ne ha per l’eternità e chi, invece, deve lottare per ogni secondo di sopravvivenza.

Grazie al dono insperato di un secolo di vita da parte di un ricco annoiato che decide di farla finita, Will può recarsi nei quartieri lussuosi  per diventare una sorta di Robin Hood …. E qui  è bene lasciare il piacere della visione a chi ancora non conosca il film.

Possiamo dunque intendere questo film come una metafora di un futuro prossimo venturo? Veramente alla fine del XXI secolo,  epoca in cui è ambientata la pellicola, l’uomo si troverà a dover capitalizzare ogni secondo  per guadagnarsi il giorno successivo? E quanti minuti occorreranno per pagarsi un caffè?

Scenario opinabile ma quanto meno non banale alla luce della velocità dei cambiamenti e delle continue modifiche del nostro modo di effettuare transazioni,  abbinata ovviamente all’ immensa importanza della valuta in corso.

Nel film si evince a anche un messaggio “senechiano” sull’importanza del tempo, chi ne ha poco lo sa apprezzare e difficilmente si trova a combattere per giornate intere, per ore con la noia .. ma si tratta sempre di un film. Alla fine della registrazione gli attori tornano a casa; se questo scenario ipoteticamente si dovesse realizzare le difficoltà sovrasterebbero quest’ultimo significato.

Nulla è eterno e solo poche cose sono durevoli.  (Seneca)

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