Trittico Horror

Uno studente, un medico, una giovane. Insomma, l'orrore

Malattie mentali, occhi ingannevoli e boschi oscuri. Un Pot-pourri da brividi

di Il Raccontafavole

Uno studente, un medico, una giovane. Insomma, l'orrore

Un oscuro compito universitario.

Uno studente andò nel bosco poco fuori dalla sua città, perché doveva finire un lavoro impostogli dalla sua facoltà di botanica.

Il suo compito era quello di raccogliere campioni di piante diverse e catalogarli.

Aveva così tanto interesse per questa verifica che non si rese conto che il giorno era finito e veniva sostituito da una lunga notte buia.

Improvvisamente notò che aveva smarrito la strada e non sapeva dove andare a causa della profonda oscurità.

Fece molta attenzione a non inciampare sulle grande radici che emergevano dalla terra; l'unica cosa che poteva distinguere era il chiaro di luna.

Fatti pochi stentati passi, si accorse -da una piccola luce in lontananza- di aver avvistato una casa o qualcosa di simile.

Pensò subito di andare a chiedere ospitalità fino all'alba.

Lo studente si avvicinò alla casa, che in realtà era una capanna di legno, bussò alla porta un paio di volte, ma nessuno sembrò esservi all'interno .

Decise, allora, di entrare senza invito.

Appena dentro gli parve che quella catapecchia avesse cambiato dimensioni, non gli sembrava così grande da fuori.

C'erano molte porte e un lungo corridoio, e mentre lo stava attraversando si mise alla ricerca di una camera da letto.

La sua attenzione si spostò alle pareti che ospitavano strani quadri d’epoca raffiguranti  persone dall’aspetto molto sinistro.  

Passando di lì sembravano seguirlo con lo sguardo provocandogli un brivido che quasi gli impediva di muoversi.

Dopo aver superato le proprie paure, ingoiò la saliva e proseguì lungo quell’androne per trovare una stanza e passarvi la notte almeno fino all'alba. Così avvenne.

La mattina seguente, alle prime luci dell’alba, le sue paure si erano volatilizzate, così da decidere di abbandonare la capanna e terminare il suo lavoro.

Si alzò dal letto e uscendo nel corridoio rimase esterrefatto ...

Sui muri non c'era più un solo quadro appeso…

Solo finestre murate… a causa delle quali non poté mai finire il compito affidatogli dalla sua facoltà di botanica.

Solo un aiuto

Volevo solo aiutare, solo questo, nient’altro.

Qui in questo Ospedale Psichiatrico non mi trattano male.

Pazzo? Forse, ma non vi sto scrivendo per discutere di ciò, solo perché è l'ultima occasione che ho per farvi sapere tutto. 
Nessuno, finora, mi ha creduto. 

Certi giorni penso sia stata opera di un farmaco del sonno…credo!

 Io so di quello che ho visto, e so che non sono il solo, quindi vi avverto, per l'amor di Dio, non chiudete gli occhi sotto la doccia! 
Per ben sedici anni ne ho seguito le tracce, avendo avuto decine d’incontri con le sue vittime; lo chiamavano in molti modi: il folletto della doccia, il piccolo demonio, la cosa, lo spettro.

Tutte finirono morte d’infarto o completamente pazze, nel migliore dei casi.

I decessi sono stati giustificati come incidenti domestici, scivolamenti sotto la gronda , capogiri ecc .. 
Ricordatevi di questo, quando vi farete la doccia potreste non essere soli; non chiudete gli occhi, perché, dopo, non saprete cosa vedrete al momento di riaprirli.

Addio!

Diego Tristan, psichiatra, venne ritrovato, sei ore dopo impiccato al lampadario della stanza.

Il forte vento, di quella sera, sembrava bisbigliare fra gli alberi «… e 75…».

Visita inaspettata

Era giunto il momento, tutto era buio. 

Ogni attimo quegli occhi apparivano nell'oscurità della stanza di Evelyn e si avvicinavano lentamente al suo letto, senza fare nient'altro che osservarla nel suo profondo sonno.

Come ogni notte quegli sguardi le furono vicini e rimasero al suo fianco.

Ma stavolta sarebbe stato diverso, tutto era stato ben congegnato; un oggetto metallico tra le mani ed i suoi occhi che guardavano in profondità quegli altri tondi e penetranti.

Si fermò, come d’abitudine, accanto a lei. 

Era l’attimo giusto!

La giovane premette il duro bastone di metallo, contenuto nelle sue mani, dentro l’occhio sinistro di quella figura notturna. Pigiò con tutta la vigoria possibile e ogni istante che trascorse sembrava trasformarsi in secoli.

L’essere iniziò a tremare, a piangere, per poi ammutolirsi in un silenzio tombale.

Evelyn scese dal letto e accese la luce, rimanendo inorridita. 
I suoi genitori dovevano partire per andare a trovare una parente ammalata, ma avevano dimenticato qualcosa, così la mamma aveva deciso di tornare a prenderla. 

… Ora giaceva a terra, in una pozza di sangue, senza vita. 

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    6 commenti per questo articolo

  • Inserito da b.gallus il 05/06/2012 10:34:07

    Inquietanti racconti. Ti ho già detto che non amo il genere, ma mi soffermo a riflettere sulla paura, e su ciò che ci spinga a indagarla. La paura nasce come istinto di sopravvivenza della specie: se non la avessimo, non ci accorgeremmo dei pericoli, e saremmo destinati a perire facilmente. Una delle prime paure, che dimostra l'avvenuto progresso evolutivo del bambino, è quella dell'estraneo, verso gli otto mesi di vita: riconoscendo i volti familiari, quelli che gli garantiscono l'accudimento, il bambino sperimenta la paura verso coloro che non conosce. E' una prima forma di autodifesa, riscontrabile nel regno animale e necessaria alla sopravvivenza. Andando avanti nel corso dell'esistenza, si sperimenteranno infinite forme di paura, ma alla base di molte di esse, a ben guardare, c'è la paura di ciò che non si conosce e non si può gestire. Il bosco è piacevole di giorno, dove tutto è visibile, di notte diventa spaventoso. Così le malattie mentali, rendendo gli individui imprevedibili, spesso indecifrabili, con reazioni eccessive se proporzionate agli eventi, ci spaventano perché non siamo in grado di gestire i rapporti con coloro che ne sono affetti. E infine le paure che popolano il nostro mondo interiore, che sembrano nascere nel buoi e placarsi con la luce del giorno, dove tutto ci è familiare ed è più facilmente gestibile...siamo intrisi di paura? Sì. Una paura atavica di tutto ciò che non riusciamo a comprendere e a gestire. Ma la maggior parte di questo non si trova al di fuori di noi, ma nel nostro complesso mondo interiore, di cui conosciamo ancora troppo poco. Scusa se ho commentato in questi termini, ma è ciò che mi è venuto in mente leggendo i racconti. Ciao.

  • Inserito da Hiula il 04/06/2012 18:58:43

    Bello e entusiasmante bravi racconta favole

  • Inserito da vincenzo il 04/06/2012 17:25:04

    Sei tu il RaccontaFavole.Massi.? Vengono i brividi a leggerlo. Bravissimo!!!

  • Inserito da pat il 04/06/2012 17:22:32

    ......che angoscia maxi...massimo....come sempre scrittura super...eh si

  • Inserito da vincenzo il 04/06/2012 16:53:00

    Oh my GoLd!!!!!!!!! ;)))

  • Inserito da Loredana il 04/06/2012 15:41:37

    Un trittico come questo è sufficiente per cambiare abitudini! Passeggiate brevi nei boschi rigorosamente con guida e ritorno a casa prima del tramonto, bagno rilassante invece della doccia infida, e dormire con la luce accesa!! Bellissimi tutti e tre, ma il terzo finisce davvero in una sorpresa tragica.

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