Al cinema con Michele

Con «Ciliegine» l'esordio alla regia di Laura Morante

La storia è quella di Amanda, una donna che ha sempre avuto rapporti complicati con gli uomini ...

di Michele  Cucuzza

Con «Ciliegine» l'esordio alla regia di Laura Morante

Michele Cucuzza

Delizioso questo ‘Ciliegine’, il film che Laura Morante si è cucita addosso a Parigi, scrivendone  la sceneggiatura, dirigendolo e interpretandolo con un gruppo di ottimi colleghi, Pascal Elbe, Isabelle Carré e Samir Guesmi, senza contare il nostro sempre eccellente Ennio Fantastichini, questa volta in un cameo nei panni di un riccone arabo. Commedia sentimentale o satira della commedia sentimentale che sia, è la storia di una donna, Amanda, giovane borghese,  attiva nel lavoro,  che ha rapporti impossibili con gli uomini. Le vanno tutti male: lei dice di temerli, di coglierne puntualmente i segni dell’arroganza, del tradimento, dell’indifferenza, tutti elementi che le impediscono di lasciarsi andare.  In realtà il problema è suo e dipende dal suo caratteraccio impossibile. Aggredisce a ogni momento, pretende di esser capita al volo, non ha nessuna sensibilità né ‘compassione’. Insomma, è destinata a interrompere ogni storia d’amore e  a rimaner da sola. Le cose cambiano quando Amanda  si appassiona e diventa amica di un professionista che è certa sia gay: in realtà lui è assolutamente etero, ma sofferente e poco propenso a nuove storie per una recente, profonda delusione sentimentale, al punto da doverne fare oggetto di una terapia psicanalitica. Di qui, l’equivoco, fomentato da un trio di amici della Morante: quanto più lui è tiepido, carino ma senza piglio, disponibile senza mai prevaricare, tanto più lei si lega, convinta che si tratti di un’amicizia, bella, piacevole, appagante ma innocente. In realtà, Amanda è innamorata e soffre perché Pascal non le corrisponde, ma più lui ‘fugge’, più lei si sente la sua donna. A sorpresa, il finale, che certamente non anticiperemo. Inevitabile un’annotazione: come in ‘Harry ti presento Sally’, quello famoso con Meg Ryan che cerca di imbarazzare Billy Crystal con un finto orgasmo,  urlato in un fast food, la commedia contiene qualcos’altro oltre la divertente vicenda sentimentale. Amanda – sia pure non definitivamente – riesce ad avere un rapporto soddisfacente, intenso, profondo con un uomo, ne accetta persino la mancanza e la sofferenza che da ciò le deriva,  quando, credendo che sia gay, non può comportarsi con lui come ha fatto o farebbe con un qualsiasi fidanzato, e cioè in modo  insopportabile, egoista, irriguardoso, ma  - obbligata a non adottare il solito copione  -  avverte come naturale il bisogno di rispettare l’amico-partner, ne accetta l’identità e la libertà, senza dar libero sfogo al suo implacabile egoriferimento. Insomma, anche Amanda-Morante impara o ci insegna qualcosa: i rapporti tra partner sono comunque molto difficili, occorre pazienza, maturità, impegno, ma quello che non può e non deve mancare alla base è il rispetto per l’altro, che viene accettato per com’è,  proprio perché lo si sceglie, vale a dire perché lo si ama. Una lezioncina tutt’altro che retorica o scontata, nient’affatto farraginosa o artificiosa, al contrario delicata e sapiente, che è poi quello che ci vuole, quando si sceglie l’intrattenimento senza cercare insulsaggine o trivialità. 

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da Loredana il 16/04/2012 15:54:04

    Laura Morante è un'attrice di talento intenso, con una voce e un viso appassionati, che emergono bene in questo articolo. Sarà interessante vedere il film dopo averne letto un'anticipazione accattivante come questa...

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