28 ottobre 1813

Caterina Bon Brenzoni, la poetessa sfortunata

Aprì il suo salotto agli intellettuali veronesi

di  Totalità

Caterina Bon Brenzoni, la poetessa sfortunata

Immagine di Caterina Bon Brenzoni, tratta da Wikipedia

Il conte Alberto Bon e la marchesa Marianna Spolverini il 28 ottobre 1813, a Verona, dettero alla luce Caterina Bon Brenzoni, proprio in pieno dominio Napoleonico. Alla morte del padre la piccola aveva appena tre anni e la madre, donna rigorosa e inflessibile, la rinchiuse a studiare presso un convento di suore. Tornata dal convento, Caterina, che si era messa in mostra per una forte tendenza allo studio della letteratura italiana, ma anche dei classici greci e latini, venne affidata alle cure  del religioso Padre Angelo Bianchi. Appena compiuti i diciotto anni sposò il conte Paolo Brenzoni, proveniente da una famiglia nobile e grande appassionato d’arte. I due celebrarono le nozze nella chiesa di Santa Eufemia, per poi trasferirsi i in pieno centro storico.

Ebbero un figlio ( 31 marzo 1833), Giuseppe, che morì il giorno dopo, al quale Cesare Betteloni dedicò un'ode. Alberto, fu il nome dell’altro bimbo (1834) che visse appena due anni. Questi eventi funesti non poterono che incidere negativamente sull'animo della contessa, che già per natura era malinconica e schiva.

Nonostante questi tremendi accadimenti, Caterina Bob Brenzoni, riuscì a convertire la sua casa in un elegante salotto letterario, ove si ritrovavano la maggior parte dei nobili e intellettuali veronesi. Grazie ad una vita agiata, consentitale dal marito, ella poté occuparsi compiutamente di poesia e letteratura, i suoi grandi amori. Nella sua abitazione furono visti, verso il 1850-1855, personaggi come Giuseppe Zamboni -padre dell'elettromotore perpetuo-,il conte Paolo Perez- scrittore e politico molto influente-, Carlo Giuliari- teologo veronese-, e Cesare Betteloni- poeta lirico. Praticamente tutta la nobiltà intellettuale di Verona frequentò il suo salotto. Tra il 1845 e il 1847 si ammalò gravemente, e il marito tentò con ogni mezzo di sottrarla alla malattia, sottoponendola a frequenti e intense cure.

Morì il primo ottobre del 1856. Gli scritti di Caterina Bon Brenzoni, furono fatti stampare dal marito.

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