Natività 2019

Un buon Natale politicamente scorretto: ma certi prelati ci credono ancora?

Oggi più che mai è importante riscoprire le radici e la vera essenza della fede Cristiana.

di Domenico Del Nero

Un buon Natale politicamente scorretto: ma  certi prelati ci credono ancora?

Ma ha ancora un senso augurare Buon Natale? No, non si tratta della solita tirata un po’ bolsa contro consumi & panettoni, che ha sempre ovviamente una sua logica, perché Natale sarebbe ben altro che la festa del ventre satollo. Ma a parte il fatto che ormai questa dura tutto l’anno, oggi sono ben altre le cose che oscurano o vorrebbero oscurare la luce di Betlemme.

Prima di tutto: la Chiesa stessa. Colei che dovrebbe essere la sposa di Cristo,  la sposa di colui ch’ad alte grida  disposò lei col sangue benedetto (per dirla con Dante) sembra essere la prima ad essersi dimenticata la sua principale, unica e vera ragion d’essere. Perché proprio la Chiesa oggi sembra aver divorziato da Cristo per ricercare altri “sposi” più a la page e più graditi al mondo.   

Quando fu eletto al soglio pontificio, Bergoglio disse una cosa a cui forse non in molti prestarono attenzione, ma che conteneva in nuce il germe della attuale dissoluzione: la Chiesa doveva essere a suo giudizio un ospedale da campo. Si potrebbe facilmente rispondergli che caso mai oggi è la Chiesa stessa ad aver bisogno di un ospedale e anche con medici bravi, visto il modo in cui l’ha ridotta, ma non è questo il punto. Il punto è che in questo “ospedale da campo” non c’è più posto per l’uomo Dio.

Perché il nodo principale è questo. Quella dell’ospedale da campo può anche essere una bella immagine e non ci sono dubbi che la solidarietà debba essere un valore fondamentale per il cristiano (possibilmente però libera da pesi e strumentalizzazione ideologiche ); ma essa è una conseguenza, non l’essenza del cristianesimo stesso.

È sin troppo noto come la data del 25 dicembre non sia sacra solo per i Cristiani (basti ricordare la festa pagana del Sol Invictus), tanto che alcuni, ignorando che il concetto di praefiguratio  spiega benissimo la cosa,  si servono di tale argomento in funzione anticristiana. Ma l’elemento veramente rivoluzionario del Cristianesimo è questo: Dio che si fa uomo, che scende nella carne umana accettandone in pieno la fragilità, ma anche elevandolo a una nuova dignità. Morendo e risorgendo, gli indica la strada che anche lui dovrà percorrere. Lo stesso messaggio “sociale”  di Cristo non ha senso al di fuori di questo: se l’uomo vuole tornare al Padre non può ignorare i propri fratelli né alcune precise regole che il Padre stesso ha voluto. E tra i “fratelli” non ci sono solo i migranti: ci sono anche i bambini indifesi, sia quelli la cui infanzia viene violata sia quelli a cui viene impedito persino di nascere, ci sono gli anziani a cui qualcuno vorrebbe anticipare la fine del proprio cammino terreno; ci sono le famiglie che Dio stesso ha voluto fossero composte da uomo e donna e santificate da un sacramento (a questo proposito ci sono parole di Gesù molto precise; etc. etc. etc.).

Certo, si potrebbe obiettare che tutto questo è valido solo per i credenti e oggi tra l’altro la visione cristiana del mondo è in forte regressione (chissà perché, verrebbe da dire). Senza dubbio; ma almeno il papa, i vescovi e i cardinali si suppone debbano appartenere a questa categoria e difendere, non stravolgere il depositum fidei.  Se mai, cercare di calarlo e farlo vivere nei tempi, ma non adattarlo ad essi; per la semplice ragione che questo non è possibile, a meno di non voler dichiarare che per duemila anni la Chiesa ha sbagliato tutto o quasi. E un Dio che permette ai suoi rappresentanti di sbagliare per oltre due millenni che Dio è? E quanto si dice sbagliare non si parla di errori puramente umani, ascrivibili ai limiti di certi suoi cattivi ministri; si parla dell’impianto dottrinario stesso che – sempre per il credente, beninteso – umano non è.

Le esternazioni di Bergoglio e di tanti suoi prelati, più o meno alti, ma sempre tutti ossequienti e scodinzolanti, riempiono le pagine dei giornali “politically correct”, quegli stessi per i quali parlare contro l’aborto, l’eutanasia o le teorie gender è crimine degno della gogna (se va bene), mentre sdilinquirsi per i migranti anche a costo di tollerare l’osceno mercato di carne umana sul Mediterraneo è cosa buona e giusta; dimenticando ovviamente e ignorando del tutto tante tremende tragedie che scuotono l’Africa come il massacro dei Cristiani in Nigeria o le migliaia di persone che muoiono davvero di fame e che non hanno né la forza né la possibilità (e forse nemmeno il desiderio) di “migrare”; o molto più semplicemente, anche i poveri di casa nostra. Eppure, è con questi che i prelati e lo stesso Bergoglio (che dire della sua liaison con il barbuto Scalfari?) vanno a nozze, sorridono, ammiccano, se ne servono per condannare senza nemmeno troppe allusioni (e a volte direttamente) politici “ non graditi” come Salvini; come se i rappresentanti della sinistra, per il solo fatto di essere filo migranti, si potessero considerare fulgidi esempi di santità.  E poi la Chiesa non dovrebbe essere super partes?

Antonio Socci, con la sua consueta lucidità, ha indicato in un articolo le ultime assurdità dell’era Bergoglio: [1] dalla celebrazione della Pachanama proprio  in San Pietro (alla faccia del  Non avrai altro Dio all’infuori di me ), agli spettacoli di Bologna (Madonna circondata da preservativi) e di Roma, col poster con Gesù eccitato con un bambino. Episodi recenti, proprio in tempo di Avvento, per cui una parola della Curia sarebbe stata quantomeno doverosa. Ma se si tratta di difendere la Sacra Famiglia …. Bergoglio e i suoi hanno ben altro a cui pensare. Le uniche proteste vengono proprio dai tanto vituperati partiti del Centrodestra, e da qualche giornalista non omologato, oltre che fedeli indignati e spesso beffati.

Che dire poi delle ultime due uscite che sembrano più le gag di un comico che non affermazioni di tipo teologico? A partire dalla Madonna che avrebbe “meticciato” Dio: l’uso del termine è una sin troppo trasparente alla vera e propria ossessione che Bergoglio ha sui “migranti”, per cui non esita a strumentalizzare persino la Madonna (salvo metterne in dubbio il ruolo di  “corredentrice” più volte affermato da Pio XI in poi) ; ma oltre a questo, la cosa riecheggia anche una vecchia eresia del V secolo, quella di Eutiche, secondo la quale dopo l’unione ipostatica, l’umanità e la divinità di Cristo si sarebbero fuse per formare  un’ibrida mescolanza che non sarebbe più né Dio né uomo. Come ricorda Roberto De Mattei: “ L’eutichianesimo è una forma grossolana di monofisismo perché ammette nel Figlio di Dio incarnato una sola natura risultante da questa confusa unione della divinità con l’umanità.” [2]

E infine, fresca di giornata la novità di Sodoma: il peccato della città incenerita non sarebbe quello a cui ha dato persino il nome (e che oggi è quasi proibito nominare) ma ….mancata o insufficiente accoglienza, mancanza di ospitalità! In pratica, ricorda ancora Socci, Sodoma fu punita perché …votava Salvini e Meloni!  Di conseguenza da oggi il termine sodomita, magari per bolla papale, verrà sdoganato e servirà a indicare tutti i rei colpevoli d’abominio sovranista?

Tornando dunque all’incipit: ha ancora senso oggi come oggi celebrare il Natale? Oggi più che mai. Per il credente, per ritrovare le sue vere radici e ricordare che la vera essenza della sua Fede e della sua Speranza nasce da lì: senza quel bambino, valgono le inesorabili e cieche parole di Leopardi del Dialogo della Natura e dell’Islandese: “ Tu mostri non aver posto mente che la vita di quest'universo è un perpetuo circuito di produzione e distruzione, collegate ambedue tra sé di maniera, che ciascheduna serve continuamente all'altra, ed alla conservazione del mondo”. Ma se vogliamo invece, come Dante, essere “puri e disposti a salire alle stelle” è da lì che dobbiamo partire: dal Dio che si fa uomo, perché l’uomo possa salire fino a Lui, ma non sostituirsi a Lui come oggi avviene.  E anche per il non credente, o per chi ha una fede diversa, quella nascita può comunque essere uno stimolo a guardare in alto, oltre le tenebre della modernità.

Un Buono e Santo Natale a tutti i nostri lettori.

 



[2] Roberto DE MATTEI, https://www.corrispondenzaromana.it/la-teologia-meticcia-di-papa-francesco/

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