Trittico orrorifico

Dalla gita in bicicletta al brutto vizio della curiosità

Stati psichici coscienti, di individui, caratterizzati da sentimenti di intenso terrore...

di Il Raccontafavole

Dalla gita in bicicletta al brutto vizio della curiosità

“la curiosità uccise il gatto”!

Gita in bicicletta

La solitudine e il buio avevano un tocco magico, per Alessandra, quella notte.

Era una ragazza molto coraggiosa e amava passeggiare e fare acrobazie in bicicletta ad alta velocità su una lunga strada che percorreva ogni notte dopo la scuola serale.

Una di queste notti, come sempre, inforcò la sua bicicletta e si preparò per tornare a casa. 

L’aria era fredda e il vento soffiava forte.  Questo era il momento più emozionante ed eccitante per Alessandra. 

Le luci delle auto, come sempre, erano molte intense e accecavano, di tanto in tanto, gli occhi della giovane. Cominciò a sentirli molto pesanti e diveniva uno sforzo tenerli aperti.

Ciò non le era mai successo e, nonostante questo, riprese a pedalare ancora più forte.  Continuò il suo percorso quando arrivò a una curva ove, prima di essa, vi era un mucchio di sassi perduto sicuramente da un camion nei pressi della scogliera del porticciolo.

Alessandra, riuscì a schivare rapidamente l’ostacolo con molta abilità. 

In quel momento era intorpidita e assonnata dal viaggio che aveva voluto prolungare di qualche kilometro. 

Quando si svegliò era distesa nel suo letto. Poi si rese conto che il percorso in bicicletta della notte precedente era stato solo un sogno. Vicino a lei era stata appoggiata una grande composizione di rose bianche che amava tanto. Si sentiva molto stanca e volevo solo dormire, ma si ricordò che quel giorno doveva alzarsi presto per la cerimonia di laurea di suo fratello Leonardo.

Sua madre le sistemò il vestito che portava indosso, si avvicinò a darle un bacio sulla fronte e l'abbracciò tanto forte che le ricordò l'amore e il calore coi quali sua madre normalmente la stringeva a sé quando era più piccola. 

Vide suo fratello in piedi, pronto, con un abito elegante. "Come è bello", pensò Alessandra. 

Quando la madre si alzò dalla sedia vicino al letto, la ragazza vide il suo viso pieno di lacrime senza riuscire a capirne la ragione.

Tentò di sollevarsi ma non poté.

Cominciarono ad arrivare familiari e amici della giovane che ella non vedeva da tanto tempo.

Tutti la osservavano e conversavano tra loro, ma nessuno si rivolgeva a lei. 

Dopo poco, arrivò suo padre e disse a tutti: " È ora di partire".

Si avvicinò ad Alessandra, la guardò e la salutò con un bacio, tirò su il coperchio e chiuse la bara nella quale giaceva la figlia.

L’appartamento

Dall’appartamento 16/c usciva un cattivo odore, e tutti i vicini pensavano che il proprietario fosse oramai morto. 

Si formò un conciliabolo spontaneo tra i coinquilini. 

Decisero che sarebbe stato meglio abbattere la porta prima ancora di chiamare la polizia. Nessuno voleva essere scambiato con il padrone dell'appartamento, in quanto era una persona con un'immagine terribile. Tutti sapevano che adorava il diavolo e che nelle sue stanze avvenivano rituali satanici. Per questo motivo la proposta di aprire un varco per entrare venne subito ritirata.

Dopo una lunga discussione, Guido, si offrì dicendo:  - Vado io. Perché così  tanta paura per  un vecchio-.

Questo appartamento era al 3zo piano e, siccome, l’ascensore era guasto l’uomo decise di prendere le scale.  
A quel piano l'unico appartamento occupato risultava essere quello del vecchio adoratore di Satana, e per tale circostanza il portiere non si disturbava mai di arrivare sino a lì.

Delle lampade del corridoio ne funzionava solo una e stava titillando. 

Guido si muoveva lentamente, il posto era tranquillo, ma mentre si avvicinava alla porta del vecchio cominciò a sentire un rumore che si stava trasformando in un chiaro sussurro a pochi passi dalla porta, come se più persone parlassero all’interno. 

Guido prestò attenzione al suono ma non distinse una sola parola, mormoravano in una lingua che ignorava del tutto.

Egli, allora, pensò di tornare indietro, perché sembrava che il vecchio avesse degli ospiti, e risultava ovvio che non fosse morto, ma decise, comunque, di battere alla porta perché l'odore persisteva ancora più insistentemente. Non ebbe risposta alcuna.

Dentro continuava lo stesso rumore: passi, voci con un linguaggio sconosciuto.

Stava per colpire di nuovo quando la porta si spalancò, e Guido vide qualcosa di così spaventoso che non fu mai più lo stesso Guido di sempre. 

Seduto su un divano vi era il cadavere in decomposizione del vecchio, posto in quella posizione dai suoi ospiti, che danzavano intorno al divano, e saltellando sulle loro zampe formavano un cerchio e ondeggiavano le loro teste orribili di demoni.

Quando Guido venne raggiunto dagli altri vicini essi lo trovarono ormai completamente pazzo, e così venne internato pochi giorni dopo. 

La polizia rimosse il corpo del vecchio, ma in quell’appartamento rimase quell’odore nauseabondo, null’altro fu scoperto.

Stefano, fratello di Guido, la settimana successiva, mentre si apprestava a ripristinare l’interruttore generale del condominio posizionato nella cantina, sentì provenire da una porta adiacente l’androne degli strani rumori e voci dal linguaggio incomprensibile…

“ La curiosità uccise il gatto”!

Mi appoggio di nuovo nel mio letto freddo, 
a osservare il soffitto scuro e ad immaginarmi la bellezza delle stelle, 
mentre il sogno comincia a sedurmi lentamente 
lasciandomi abbandonato in un mondo dove tutto può accadere. 
Ma poi odo, realmente, in lontananza, fuori dalla mia stanza, 
un sussurrio come se qualcuno parlasse a voce molto bassa.

Comunque, penso sia l’immaginazione prima del sonno, fantastico su una possibile anima perduta; mi alzo dal letto e dietro al sofà vedo una figura che si muove velocemente.

Ritengo sia un abbaglio ottico, ma la sagoma riappare ed è quella di una donna che muove tutte le articolazioni senza una direzione.

Non capisco i suoi mormorii, ma stanno diventando sempre più forti.

Noto che improvvisamente comincia a sollevarsi e digrignare i denti che cominciano a cadere uno a uno.

Chiedo, pervaso dall’orrore, che lasci la casa così da poter trovare il suo eterno riposo.   
La paura m’imbratta la fronte di appiccicoso sudore, i suoi occhi purpurei cercano di penetrare i miei con uno sguardo dissoluto, la mente inizia a vacillare dallo sgomento, cerco di raggiungere la finestra per chiedere aiuto a chiunque nel mondo.

Cado malamente a terra sbattendo il viso e imbrattandomi di sangue, ma mi rialzo di scatto mentre la sagoma è ora fissa all’angolo del soffitto. Svengo, crollando di nuovo sul pavimento.


Il mio corpo è freddo, nonostante il caldo asfissiante di luglio.

Posso solo vedere i miei piedi nudi, il mio corpo è sporco, coperto solo da una tunica bianca, 
non riesco a muovermi .
Morirò, sento un dolore devastante alla testa e al petto… ho paura, tanta paura. 

Da quella notte, ogni notte, mi siedo accanto al mio letto e penso al detto: “la curiosità uccise il gatto”!

Avevo sempre rifiutato di ascoltare quei sussurrii, quelle voci velate e sconosciute. Mi pento di aver abbandonato il mio sogno, pagandone le conseguenze con una morte orribile di cui però non ricordo che il metallico sapore di sangue sulle labbra.

Da allora, ogni notte, vedo il mio cadavere che sta marcendo lentamente, 
è qualcosa di terrificante, è come guardare una rosa che appassisce lentamente. 

Adesso non mi resta che sperare in un eterno riposo… ma quale delle due porte si schiuderà per indicarmi la via …?

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    7 commenti per questo articolo

  • Inserito da ines giolli il 09/04/2012 00:16:44

    bravoMassimo

  • Inserito da fantasy2011 il 06/04/2012 22:50:39

    Rubrica azzeccatissima

  • Inserito da maria il 06/04/2012 22:39:10

    Avete un appuntamento settimanale?

  • Inserito da saura il 06/04/2012 22:20:11

    Per me sei il nuovo E A Poe, con quella struggente e sofferta passionalità angosciosa.Il tutto si combina con una certa dose di fantasia nichilista che da sobrietà al racconto

  • Inserito da marla11 il 06/04/2012 18:40:51

    Finalmente, sei un mostro

  • Inserito da Loredana il 06/04/2012 18:20:05

    Un altro Trittico di Paura!! E che paura, di quella a grana fina, sottile che s'insinua poco per volta e non si sente, finché non è troppo tardi. Stasera luce accesa e cera nelle orecchie, così non presterò attenzione agli strani sussurri...

  • Inserito da carla49 il 06/04/2012 18:16:41

    Da svenire, bellissimo come sempre

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