Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Un insolito e un inedito. La nuova stagione del Maggio Musicale Fiorentino apre stasera alle ore 20 con un dittico firmato Giacomo Puccini e Vittorio Montalti: dai fantasmi e dalle brume nordiche e scapigliate a un personaggio che siamo più abituati a trovare sui cartelloni che sui palcoscenici. Si tratta infatti dell’opera d’esordio del grande compositore lucchese, Le Villi, e di un omaggio a uno dei più grandi compositori di tutti i tempi: Ehi Giò, protagonista Gioachino Rossini di cui ricorre quest’anno il 150° anniversario della scomparsa. Prossime repliche 20 e 25 ottobre (ore 20) e 28 ottobre (ore 15,30).
Puccini aveva esordito come musicista sinfonico, ottenendo un considerevole successo con quel Capriccio Sinfonico (1883) che aveva infiammato d’entusiasmo il notissimo critico musicale Filippo Filippi, il quale aveva preconizzato a Puccini un futuro nel campo di quella musica sinfonica che solo da poco tempo si stava faticosamente affacciando in Italia. E il motivo per cui Puccini scelse proprio questo soggetto, proposto da Ferdinado Fontana (1850-1919), commediografo, scrittore e librettista esponente della cosiddetta “seconda scapigliatura” è proprio questo: “ essendoci parecchio da lavorare nel genere sinfonico – descrittivo che a me garba assai”.
Il soggetto, desunto da un’antica leggenda sugli spiriti e i demoni germanici riferita da Heine, è lo stesso alla base del celebre balletto Giselle di Adolphe – Charles Adam (1841). Le fonti sono tuttavia diverse, perché Fontana si rifece piuttosto al racconto Les Willis del letterato francese Alphonse Carr. Le Villi in questione sono creature fantastiche vendicatrici delle fanciulle morte per amore; e il protagonista, Roberto, abbandona la promessa sposa Anna che per il dolore perde la vita. Le creature fantastiche la vendicheranno, obbligando l’addolorato e fedifrago Roberto a danzare sino alla morte per sfinimento.
La storia dell’opera è abbastanza singolare: scritta nel 1883 per il concorso della casa musicale Sonzogno per un’opera in un atto ( lo stesso che sette anni più tardi lancerà Mascagni con Cavalleria Rusticana ), fu scartata perché la partitura era scritta in modo poco intelligibile! Fu merito dello stesso Fontana e della generosità di Arrigo Boito se l’opera vedrà comunque la luce al teatro dal Verme l’anno successivo: lanceranno infatti una sottoscrizione per mettere in scena il lavoro, dando il buon esempio con 50 lire a testa. Andata in scena il 31 maggio 1884 riscosse un buon successo di pubblico e di critica. L’anno successivo librettista e compositore ne cureranno una nuova edizione: da “leggenda in un atto e due parti” a “opera – balletto in due atti (Milano, teatro alla Scala, 24 gennaio 1885.)
L’opera dunque risente dell’attrazione per le “fiabe e leggende nordiche” acceso senza dubbio dalla Scapigliatura (in campo operistico, il Mefistofele di Boito si era ormai imposto dal 1875, nel 1880 c’era stata l’Elda, futura Loreley, di Alfredo Catalani). I personaggi sono solo tre (i due fidanzati e il padre della ragazza) e il soggetto appare tutto sommato abbastanza debole: Mosco Carner affermava causticamente che “ Tutto lo scopo del librettista si esauriva nel fornire a Puccini un soprano, un tenore e un baritono e questo rende più notevole il fatto che il compositore riuscisse ad infondere vita musicale in simili marionette”. In realtà, si può ben dire che Anna inizi la serie delle fragili e sfortunate eroine pucciniane.
L’elemento sinfonico ha qui una notevole importanza; sebbene opera “a numeri”, Le Villi cercano di dissimularlo con un a continuità fluente fatta di preludi, code strumentali, brani sinfonici. Per quanto riguarda l’edizione fiorentina, dirige il maestro Marco Angius, Francesco Saponaro è regista e scenografo mentre le coreografie di Le Villi sono affidate alla Compagnia Nuovo BallettO di ToscanA e sono firmate da Susanna Sastro. “ “Le Villi è un esperimento di teatro totale che sembra anticipare le tecniche e gli espedienti narrativi del cinema, di cui pure è ricca l'intera opera di Puccini – spiega Francesco Saponaro -. Il tema magico-fantastico si rivela nell'impianto simbolico e rarefatto della scena: un unico elemento architettonico, la casa-dimora di Anna, che si trasforma gradualmente in un severo catafalco funebre. Ancora una volta sono gli anni Settanta a suggerire l'ambientazione ideale, e più precisamente il cinema dei grandi maestri, coi suoi ritratti di uomini perduti nella dissolutezza e abbandonati alla violenza pulsionale del sesso. Il linguaggio coreografico libera la profonda tensione tragica della scrittura musicale. Nove danzatrici incarnano la presenza minacciosa delle Villi e trascinano il protagonista nel gorgo mortale della vendetta. Tre danzatori, multipli speculari del protagonista maschile e proiezioni delle sue colpe, ne evocano smarrimenti e rimorso”.
Su libretto di Giuliano Compagno, Ehi Gio’ è l’opera di Vittorio Montalti dedicata a Rossini presentata a Firenze nell’anno in cui si celebrano i centocinquant’anni dalla morte del compositore marchigiano. Composta nel 2016, rappresentata per la prima volta al Teatro Lirico di Spoleto, Ehi Gio’ viene allestita a Firenze nella una versione definitiva. Nella breve opera Montalti, Leone d’argento per la Musica alla Biennale di Venezia nel 2010, ritrae un Rossini anziano che rivive alcune tappe del suo mito: dalla passione gourmand, all’ipocondria, dai nostalgici ricordi di una carriera folgorante e gloriosa, al male di vivere, vale a dire la depressione, che l’accompagnò sempre. I fantasmi del passato - donne amate, cantanti e impresari - riprendono così vita in una scrittura modernissima e stimolante che si muove con agio tra l’ampia gamma delle intonazioni vocali impiegate, sonorità elettroacustiche e colte citazioni musicali. In Ehi Gio’ si assiste al dispiegarsi della vita di Gioachino Rossini raccontata in maniera non consequenziale o in una cornice narrativa unica, ma attraverso un andamento musicale e drammaturgico di natura rapsodica. Linee orchestrali e suggestioni elettroniche sollecitano l'aspetto psichedelico del ricordo e il lirismo visionario dei sogni, in un procedere incalzante che alterna momenti performativi venati di nostalgia a quadri di esilarante atmosfera rossiniana. “Con Giuliano Compagno, che ha scritto il libretto dell’opera ci siamo trovati immediatamente d’accordo – dice il compositore Vittorio Montalti - l’intento comune è stato chiaro: non potevamo mettere in scena una biografia rossiniana o, ancora peggio, elencare un catalogo di aneddoti. Abbiamo preferito lavorare su un’idea di teatro astratto, in cui ogni scena evocasse un momento della vita di Rossini e quindi una situazione emotiva ben precisa. La narrazione che ne deriva è quindi tutt’altro che lineare: in una sorta di dimensione onirica, assistiamo alle interazioni tra il compositore e i suoi fantasmi. Dal punto di vista musicale - continua Montalti - ho voluto evitare qualsiasi tipo di citazione rossiniana; solo un paio di minuti sono dedicati alla rievocazione di un frammento di Armida, che viene riletto con una funzione drammaturgica ben precisa. Nella versione definitiva, commissionata quest’anno dal Maggio Musicale Fiorentino, ho avuto modo di rivedere il lavoro a diversi livelli: aggiunta di nuovi testi, revisione di alcuni passaggi vocali, nuova orchestrazione di diverse scene e revisione dell’elettronica. La nuova versione non modifica la struttura drammaturgica del lavoro ma ne sottolinea e amplifica alcuni aspetti”.
“E se il titolo dell'opera richiama “Hey Joe”, famoso brano di Jimi Hendrix del 1966 e “Eh Joe”, un dramma per la televisione scritto da Samuel Beckett nel 1965, due riferimenti significativi per la messa in scena – racconta il regista Francesco Saponaro -, lo spazio scenico si ispira al celebre Abbey Road Studios di Londra, luogo di sperimentazione e ricerca, che tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta, in pieno spirito underground, cambia radicalmente il modo di fare musica. Evocato da un eclettico performer che ricorda la figura di un producer manager, Rossini, ora gaudente, ora melanconico, in un crescendo di squarci emotivi, ritrova i protagonisti della sua vita. La madre, il padre, Olympe, Isabella Colbran, Balzac e Barbaja sono fugaci apparizioni, epifanie di un ricordo sempre più stringente, che spingono il compositore all'isolamento esistenziale e al definitivo ritiro dal mondo”.
hi Gio’ Vivere e sentire del grande Rossini
Opera per un attore, un performer, tre cantanti, ensemble ed elettronica
Prima rappresentazione della versione definitiva 2018 - Commissione della Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino
Musica di Vittorio Montalti
Libretto di Giuliano Compagno
Maestro concertatore e direttore Marco Angius
Regia e Scene Francesco Saponaro
Assistente regista Veronica Bolognani – Aiuto scenografo Lucia Imperato
Ensemble del Maggio Musicale Fiorentino : Domenico Pierini (violino di spalla), Jörg Winkler (viola), Patrizio Serino (violoncello), Gregorio Tuninetti (flauto), Riccardo Crocilla (clarinetto), Marco Vicario (tromba), Lorenzo D’Attoma (percussioni), Edoardo Barsotti (pianoforte)
Costumi Chiara Aversano - Luci Pasquale Mari
Personaggi e interpreti: Attore Tony Laudadio - Performer Ludovico Fededegni - Soprano Ljuba Bergamelli - Tenore Gregory Bonfatti - Baritono Salvatore Grigoli
Regia del suono Tempo Reale / Damiano Meacci
Le Villi
Opera – Ballo su musica di Giacomo Puccini
Libretto di Ferdinando Fontana
Maestro concertatore e direttore Marco Angius
Regia e Scene Francesco Saponaro
Costumi Chiara Aversano - Luci Pasquale Mari
Orchestra e coro del Maggio Musicale Fiorentino
Maestro del coro Lorenzo Fratini
Compagnia Nuovo BallettO di ToscanA
Coreografa Susanna Sastro
Assistente regista Veronica Bolognani – Aiuto scenografo Lucia Imperato
Personaggi e interpreti: Guglielmo Wulf Elia Fabbian - Anna Maria Teresa Leva - Roberto Leonardo Caimi - Il narratore Tony Laudadio
Danzatori Cristina Acri, Chiara Amodei, Lisa Cadeddu, Francesca Capurso, Ilaria Centola, Matilde Di Ciolo, Daria Lidonnici, Angelica Mattiazzi, Marianna Miglio, Martina Rudari, Matteo Capetola, Roberto Doveri, Alessandro Torresin, Mattia Luparelli - Figuranti speciali Elena Barsotti, Gaia Mazzeranghi, Paolo Arcangeli
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