Editoriale

PERCHE'? Una domanda a cui non è difficile rispondere.

Considerazione amare su un governo non nato.

Domenico Del Nero

di Domenico Del Nero

ramente, è la domanda che rimbomba nella testa di moti italiani, perlomeno di quelli che non hanno spento del tutto il cervello. Per quale motivo un governo che sembrava avere tutte le carte in regola per poter nascere è improvvisamente naufragato?

Il presidente della Repubblica ha dato una sua spiegazione ma francamente si fatica molto non solo a credergli, ma anche a capire come possa raccontare una storia del genere agli Italiani. E’ praticamente, la sua, una ammissione di sudditanza.

Chi scrive non è un costituzionalista e pertanto ritiene inutile arrovellarsi nel dibattito sulla legittimità costituzionale del veto presidenziale, anche se in una repubblica parlamentare, in cui il capo dello stato è pur sempre espressione di una parte politica e soprattutto non è eletto direttamente dai cittadini, il margine di discrezionalità nella nomina dei ministri non è certo paragonabile a quella di un presidente investito dal mandato popolare.  Ora, il capo dello stato attuale è stato eletto proprio da quelle forze politiche che sono state maggiormente sconfessate da colui che la nostra costituzione riconosce come unico sovrano: il popolo.

Eppure, a due mesi e mezzo dalle elezioni, noi ci ritroviamo ancora con lo stesso governo che gli italiani hanno sonoramente bocciato. Certo, colpa anche dei tempi insolitamente lunghi di una crisi tutto sommato anomala; ma a questo punto, la sensazione che ci sia sotto ben altro è più che legittima, senza bisogno di ricorrere a complottismi di nessun tipo.

Sono stati in molti, elettori dell’uno e dell’altro schieramento, a essere poco entusiasti dell’alleanza Lega- Cinque Stelle. Forze politiche molto distanti su vari punti, non ultimi quei principi etici come la difesa della vita,  che sembrano stare ancora a cuore al partito di Salvini, che ha una forte caratterizzazione e identità, meno ai Cinque Stelle che sono sicuramente un coacervo molto più composito, forse più cementato dalla delusione e dalla contestazione verso le forze politiche tradizionali (sentimenti sicuramente più che legittimi) che non da una visione e una parte propositiva comune. Ma viene da chiedersi, specie alla luce degli ultimi eventi, cosa possa avere a questo punto in comune la Lega con Forza Italia, sicuramente molto più vicina al PD renziano  (e lo sta dimostrando anche in queste ore) che a una forza di destra. Se dunque il centro destra sta morendo, forse il killer non è proprio Salvini …

Ma il punto è un altro.  Pur con tutte le perplessità del caso, per la prima volta, forse, stava nascendo qualcosa di davvero nuovo. Un qualcosa che sfuggiva alla normale lobby partitocratica, tanto che c’è stata una singolare unanimità di ostilità e attacco contro quel governo mai nato, malgrado fosse il primo, dopo tanto tempo, che potesse avere una legittimità popolare (aspetto questo di cui sembra importare poco o nulla a chi difende Mattarella in nome della costituzione.)

Non ci vuol molto a capire il perché. Tutto ne davano per scontato il fallimento: in primis, proprio i falliti, ovvero il PD e anche Berlusconi. Ma il pericolo vero non era certo un suo eventuale fallimento, come pure andavano e vanno gridando quei “salvatori della patria” che pure hanno condotto il nostro paese sull’orlo del collasso. Anzi ...

Il pericolo è che potessero in qualche misura avere successo, dimostrando che si poteva risanare il bilancio dello stato senza necessariamente strangolare il contribuente e l’impresa; che l’Europa può essere un partner, ma non il nostro padrone e che non possiamo né dobbiamo cedere pezzi di sovranità a nessuno; che l’immigrazione può essere regolamentata senza bisogno di continuare con una politica suicida, che non risolve i problemi di nessuno ma anzi ne crea di nuovi.Che insomma, la politica sino ad oggi, più che arte di governare lo stato, è stata l'arte di farsi i fatti propri. E questo proprio grazie ad una alleanza, un incontro (lo si chiami come si vuole) che scombinava e sparigliava tutti gli schieramenti e le logiche tradizionali.

Riflettete: Cosa sarebbe accaduto? Cosa accadrebbe in questo caso?

La risposta è sin troppo semplice e spiega benissimo quello che è successo: per qualcuno, per tanti il ritorno definito a casa e magari (orrore) a lavorare.  Del resto, basta vedere chi sono le mosche cocchiere del Quirinale.

E bene, benissimo hanno fatto Salvini e Di Maio a non cedere: non su un nome, ma su un principio.

Si spera solo che continuino, che non si perdano per strada, che non si scoraggino . Il nuovo “governo del presidente”, non voluto e non votato dal legittimo sovrano, non deve neppure arrivare in parlamento, se non per essere sommerso da una valanga di no.

Se riusciranno a resistere, ad andare avanti, a costringere Mattarella a un ritorno alle urne (inevitabile costituzionalmente se non si delinea una maggioranza, e questo il presidente lo sa) questa volta sarà un plebiscito, come ben ha intuito quella vecchia volpe di Massimo d’Alema. E allora si vedrà che fine faranno certi veti ...

Salvini, di Maio: per favore, non mollate.

 

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da FrancescoPancrazzi il 29/05/2018 11:56:36

    Il Perchè è presto spiegato. Il governo che sta per nascere è un governo tecnico, composto da tecnici voluti dai super-tecnici di Bruxelles che sono più bravi e intelligenti di tutti e soprattutto, sanno cosa è giusto no (a differenza degli elettori). E poi come disse bene il buon vecchio Mario Monti:"in Europa c'è un eccesso di democrazia" che è nemica del mercato e chi è nemico del mercato, è nemico dell'integrazione europea. D'altronde se è vero che la Grecia è il più grande successo dell'euro, allora non si vede il motivo per cui anche l'Italia non deve essere un successo per l'euro. In ogni caso, il governo nascente sarà gradito al noto tecnofilio (Eu)Genio Scalfari che dopo Berlusconi e Di Maio, ha finalmente trovato qualcuno per cui votare (Cottarelli).

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